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Cesare Pavese ritorna a Ticineto

Uscivano canticchiando “Ma l’amore no, l’amore mio non può...’’ i partecipanti domenica a Ticineto all’incontro “Una bellissima coppia discorde”, dal titolo del libro, appena edito, della prof. Maria Rosa Masoero sullo scambio epistolare tra Cesare Pavese e Bianca Garufi, 1945-1950 (editrice Leo S. Olschki, Firenze). Pavese, noto scrittore e poeta, è legato (oltre che a Casale e a Crea) a Ticineto, paese d’origine della madre Consolina Mesturini che ha abitato nella grande “casa della topia” di via Piacentini 6. E qui - rendendo ancora più magica l’atmosfera - si è svolto il pomeriggio domenicale che segnava anche la celebrazione del venticinquennale del Circolo Culturale “Aceto”. E proprio al Circolo va la scoperta della figura di Consolina e la sua contestualizzazione fisica in questa grande casa dalla doppia entrata, via Piacentini appunto e via Vittorio Veneto, dove si affacciava anche la vetrina del negozio del padre di Consolina affermato commerciante di stoffe, che poi lasciò il paese per andare con la moglie a Torino ad aiutare la figlia rimasta vedova con due figli Cesare e Maria e fu Maria a ricordarci anni fa in una intervista a Serralunga l’esistenza di quella casa materna dove c’era una topia e dove si vedeva il campanile della chiesa. E dalla camera al primo piano di Consolina, aggiungiamo, si vedeva il bel palazzo Morelli. Domenica in apertura il sindaco Fiorenzo Scagliotti, nel lodare il circolo per l’attività culturale sempre ad alto livello, ha dato un annuncio molto importante: il Comune ha chiesto è ottenuto dai proprietari della casa (eredi Mazzucco) il diritto di prelazione in caso di vendita (probabile). La presidente del circolo Aceto Angela Merlo ha letto una breve relazione di Giuse Vipiana su Pavese e la musica poi è stata maestra di cerimonie di un piacevole pomeriggio su più piani. La prof. Masoero ricorda l’importanza e l’unicità delle lettere: del tutto inedite quelle della Garufi solo in parte edite e con omissis quelle di Pavese. Una luce sulle difficoltà dello scrivere e il divenire del romanzo a quattro mani “Fuoco grande” e dei “Dialoghi con Leucò”. La Garufi è la Leucò dei “dialoghetti” ma si guadagna una citazione importante nella triade (TFB) del Mestiere di Vivere (7 dicembre 1945) T. è Tina Pizzardo, la donna dalla voce rauca, F., Fernanda Pivano, la studentessa di Lettere e B. Bianca Garufi. Personalmente ci hanno anche intrigato le tante lettere mandate da Bianca dalla colonia Arnaldi di Uscio (un centro benessere ante litteram) dove peschiamo una citazione nostrana: “Qui c’è un signore di Casale Monferrato, si chiama Pietro Luparia, beato lui...’’. E la Masoero chiosa: è un cognome di San Martino di Rosignano. Poi le letture di Franca Canetti e Franco Romussi e la colonna sonora di quegl’anni grazie a Taulino e i “Beggar’s Farm”. In prima fila prendeva nota Milo De Angelis, una delle voci più significative della poesia italiana contemporanea. Tra il pubblico la signora Ricordi. In alto è molto attento un gatto dal musetto furbo su quello che era il settecentesco portone d'accesso al convento dei Gesuiti (sarà una reincarnazione?).

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Ilaria Saletta

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