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Incontro martedì 27 agosto
«Un mondo virtuale? Sì ma senza esagerare!»
Intervista a Vincenzo Schettini
Il suo canale YouTube conta 672mila iscritti, milioni di followers sui social. È proprio vero che agli italiani piace la fisica. Più che le nozioni, il modo diretto di interpretare una materia, cara a tanti liceali, come solo lui è capace di fare....
Stiamo parlando di Vincenzo Schettini, che questa sera, martedì 27 agosto, alle ore 21 (è sold out), salirà sul palco di palazzo Langosco per la prima tappa casalese di Attraverso Festival. Ecco che il “prof” si racconta...
Una nuova esperienza sul palcoscenico. Che differenze ci sono tra una lezione sui social e il contatto diretto con il pubblico?
Prima di tutto la durata e come direbbe la fisica cambia l’intervallo di tempo. Sui social esiste una sintesi estrema per arrivare sempre al punto e devo dire che lo faccio molto bene (ride, ndr). Le persone imparano anche da pillole di fisica, ma in una lezione dal vivo i tempi saranno maggiormente dilatati e, come in un sistema di più particelle, ci saranno anche delle interazioni. Anche sui social possiamo dire che esistono delle interazioni, con un mi piace o un commento, ma di che relazioni stiamo parlando? Del nulla! La cosa che mi piace di più degli spettacoli dal vivo è coinvolgere il pubblico, andare in mezzo agli spettatori e dire loro che questa è conoscenza.
Da docente, cosa ha imparato dall’Italia del 2024?
Esiste una grandissima voglia di imparare e arricchirsi attraverso queste mie lezioni. Siamo in un periodo storico in cui veniamo bombardati dal nulla. Mi rendo conto che quando giro l’Italia, tante famiglie, anche di più generazioni, vengono ai miei spettacoli, così come gli insegnanti.
Mondo virtuale vs mondo reale. Cosa preferisce?
Banalmente non dico quello reale. Sette anni fa aprii su YouTube un canale con le mie lezioni e nessuno ha detto ai ragazzi di ascoltarle, ma le nuove generazioni sono abituate a “navigare”. Quando studiavo per un’interrogazione andavo in biblioteca e con i miei amici scambiavamo il materiale che serviva per la verifica. Sarei ipocrita a dire non amo il mondo virtuale. Il problema è un altro, quando questo sconfina. Avere un telefono in mano a scuola allontana i ragazzi da questo bellissimo mondo: in una mattinata di sei ore lo studente deve sviluppare una parte di sé, quella che servirà per le relazioni future e il mondo del lavoro. Vedere tante persone sempre con il telefono in mano fa pensare, quasi come se fosse l’unico modo di sopravvivere.
Cosa vuole trasmettere ai suoi alunni? Un qualcosa alla Robin Williams e “L’attimo fuggente” o Paolo Villaggio in “Io speriamo che me la cavo”?
Ogni insegnante dovrebbe collocarsi e immedesimarsi tra i due: Robin Williams è il docente che ispira, è la figura che si ricorderanno gli studenti e che tocca la loro anima, facendoli riflettere per il futuro. Paolo Villaggio è il docente che resiste con pazienza in una scuola più complicata a livello di rapporti. Una scuola che chiede a volte dei cambiamenti troppo assurdi e radicali, quando il vero cambiamento dovrebbe stare nel modo bello e pulito di insegnare. Oggi la scuola è diventata un percorso a ostacoli tra carte da compilare, progetti esterni e tanta burocrazia.
Fisica e amore vanno d’accordo?
Vanno talmente tanto d’accordo, infatti il 10 settembre si riparte su Rai Due con il programma “La fisica dell’amore”! È stata un’esperienza bellissima e comincio la nuova stagione con rinnovato entusiasmo.
Quale legge della fisica descriverebbe il momento che il mondo sta attraversando?
Il nostro è un periodo storico complicato in cui emerge la prepotenza di alcuni esseri umani e proprio la prepotenza non viene descritta dalla fisica, una regola che non ha ragione di esistere. In generale, la storia dell’umanità è governata dalla grandezza fisica dell’entropia: ogni oggetto deve deteriorarsi ed evolversi. Se lasciassimo fare il proprio corso all’entropia il mondo ci ringrazierebbe e sarebbe un posto bellissimo. Noi siamo degli inquilini del mondo, dovremmo lasciare ai giovani un messaggio: voi sarete le nuove generazioni che governerete il mondo, abbandonate questa ignoranza e fatevi paladini della diversità, mettendo un ordine corretto nell’entropia.
Ci dice cosa significa “impriciare”? E quale messaggio nasconde questo termine?
Significa mettere il pricio, ovvero contagiare e coinvolgere gli altri, gli inglesi direbbero “to engage”. Questo viene anche dalla mia terra, ho girato tanti video sugli scogli di Monopoli: vento, sole e salsedine, insomma amo le buone vibrazioni. Che questo pricio arrivi agli altri.
Una curiosità: anche il suo celebre ciuffo è una questione di fisica?
Una buona applicazione della somma delle forze. Se è vero che la forza di gravità agisce su ogni oggetto, bisogna vincerla e quindi vado a colpi di polvere, gel e lacca. E con il mio ciuffo lancio un messaggio a me stesso e agli altri: Vincenzo punta in alto, dove ci sono le stelle. Dove Dante e Virgilio guardano, uscendo dalla grotta. Dobbiamo sempre dare il massimo. Questo è il nostro essere.
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