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Viaggio d'autore a... Sartirana per le Madonnelle

Raggiungiamo Sartirana da Torre Beretti dopo aver attraversato la Sesia sullo storico ponte di Valenza (evoca le stampe della guerra del 1859 e un sopralluogo con Carlo Dabene).
Passiamo davanti alla chiesa barocca di San Rocco (di proprietà di Maria Cristina di Savoia Aosta), alla Pila (un antico magazzino del riso trasformato in una location inusuale e suggestiva) e al Castello visconteo (tornato a nuova vita grazie a Giorgio Forni).


Una breve sosta davanti alla lapide posta sulla facciata di Casa Caratti che ricorda il dott. Giuseppe Bertoloni, primario chirurgo del Maggiore Ospedale di Milano “che a sollievo dei pazienti tutta la vita dedicava”. Poi nella piazza Ludovico di Breme sotto i portici del palazzo dell’antico ospedale con in facciata i busti di Vittorio Emanuele II e di Umberto I, una “Pietra della memoria” ricorda i soldati italiani “dimenticati” e gli austro-ungarici passati dalla località lombarda.


Proseguiamo per il municipio, con la targa del gemellaggio con Blainville sur Orne (Normandia). Salendo la scala attira la nostra attenzione una lapide, posta nel 2002 in occasione del 60° anniversario della scomparsa di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta (1898-1942), ci ricorda che nel comune di Sartirana abita l’arciduca Martino d’Asburgo-Este, nipote dell’ultimo imperatore d’Austria, il beato Carlo di’Asburgo (un suo ritratto è visibile in una cappella laterale destra della chiesa parrocchiale).


Nel suo ufficio al primo piano ci attende il sindaco Ernesto Prevedoni-Gorone, che da molti anni si occupa del recupero della memoria e delle tradizioni del paese natale e della Lomellina.


È autore ed editore, con il fotografo Alberto Gallo, del volume “Madonne e Santi alla finestra, l’iconografia religiosa e devozionale sui muri delle cascine e delle case della Lomellina”, appena pubblicato dalla Tipografia PIME di Pavia.


Un’opera riccamente illustrata e completa, con testi tradotti in inglese, che è frutto – come ricorda in prefazione il card. Gianfranco Ravasi – di “una sorta di pellegrinaggio culturale e spirituale alla ricerca di quei volti aureolati che si affacciano sui muri di case e cascine della Lomellina, volti spesso modesti e quotidiani, diversi dai sontuosi profili di santi che si affacciano nelle grandi cattedrali e nei santuari celebri, eppure dotati di una originalità e freschezza creativa”.


Parliamo dei forti legami storici tra Monferrato e Lomellina con il sindaco che ci dice: “Se fossi Re per un giorno mi sposterei in Monferrato, che è una forza, un elemento di vitalità rispetto al momento di estrema apatia”. Ci piace vedere ancora lungo la scala d’accesso un bel manifesto di Mondo (Sartirana è socio del consorzio turistico che ha sede a Casale) dal titolo “Il Monferrato ospita la Lomellina”.


Usciamo dal municipio confortati da questo sincero e apprezzato riconoscimento. È d’obbligo la visita all’esempio più antico: il San Sebastiano raffigurato in via Patrioti con una epigrafe che ricorda la miracolosa scomparsa della peste nel 680, subito dopo il passaggio delle spoglie del santo dirette alla vicina città di Pavia.


Entriamo ancora nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta consacrata, come ricorda la piccola lapide, nel lontano 1486 innalzata sui resti di una chiesa romanica, chiamata Santa Maria della piazza o del castello. Il campanile aveva la funzione di torre di avvistamento. Notevole, all’interno della chiesa, la statua in legno della “Madonna del Socco”, la Vergine con il Bambino sulle ginocchia, è scolpita all’inizio del XVI secolo da padre Gerolamo da Vimercate. Leggiamo uscendo una lapide che ricorda il Beato Francesco Pianzola (Sartirana 5 ottobre 1881 – Mortara 4 giugno 1943).


Il nostro viaggio si conclude davanti alla stazione ferroviaria, per ammirare gli splendidi altorilievi realizzati nel 1926 dallo scultore casalese Leonardo Bistolfi per il monumento ai Caduti.


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Michele Castagnone

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