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Oscar del Successo a Romana Blasotti Pavesi

Anche quest’anno sei alessandrini saranno festeggiati con il prestigioso Premio “Oscar del Successo” per avere dato lustro con la loro attività in campo nazionale e internazionale alla provincia di Alessandria. Per il 2014 (siamo giunti alla 44° edizione) saranno premiati Giuseppe Spinoglio di Pietra Marazzi per la medicina e ricerca, Fausto Delucchi di Valenza per la Davite & Delucchi gioielli, Andrea Sibilio di Alessandria liutaio con il fratello Riccardo, l’industriale Alessandro Bonino di Alessandria, Simone Barbato di Ovada per lo spettacolo e Romana Blasotti Pavesi di Casale Monferrato per l’impegno sociale. Sono stati scelti su segnalazione delle redazioni di tutti i giornali della provincia e regione, da parte di una giuria riunita a Palazzo del Monferrato presieduta da Piero Martinotti della Camera di Commercio di Alessandria formata da giornalisti e rappresentanti degli Enti patrocinatori. L’organizzazione come sempre è curata dall’ideatore del premio Paolo Vassallo e dall’associazione culturale “Suol d’Aleramo”. La cerimonia di consegna del Premio si tiene domenica 12 ottobre ore 17,30 nella Sala Congressi di Palazzo del Monferrato di Alessandria in via San Lorenzo 21. Come detto l’Oscar per l’impegno sociale va a Romana Blasotti Pavasi: «Una vita già segnata dall’amianto fin dal nome del suo paese di nascita: Salona d’Isonzo. Questo nome deriva dalla Società Salonit che lavorava l’amianto in quelle terre. Giunge a Casale da giovane ragazza e si sposa con un Mario Pavesi, operaio Eternit che non fa in tempo a godersi la sudata pensione perché morirà subito dopo per mesotelioma pleurico. La signora Romana incontra per la prima volta la nuova “piaga” di Casale: il tumore maligno causato dall’amianto. Supera il lutto e si avvicina al sindacato iniziando la “sua” strenua battaglia per la salute dei lavoratori,occupati all’Eternit. Partecipa alla costituzione della Associazione Familiari Vittime Amianto, l’Afeva e ne diviene primo presidente nel 1988. Da quell’anno, Romana è attiva, impegnata, appassionata testimone e operatrice delle battaglie civili per la salute nei luoghi di lavoro, la giustizia verso i colpiti dall’amianto, la bonifica dei siti e la ricerca medica sul mesotelioma. Diventa la bandiera di questa lotta e simbolo nazionale e intercontinentale per tutti coloro che vogliono reagire di fronte alla tragedia dell’amianto, la cui produzione è stata significativa a Casale, ma rappresenta anche una produzione tragicamente inserita nella globalizzazione industriale. Nella famiglia della Romana, il cancro miete ancora: non solo il marito Mario ma anche la sorella Libera nel 1990, il nipote Giorgio nel 2003, la figlia Maria Rosa nel 2004. Addolorata, dritta e non rassegnata, Romana, volto sorridente e occhi dolcissimi ma dura e valorosa, continua a lottare per i suoi morti e per quelli delle altre famiglie,purtroppo ormai migliaia, un vero bollettino di guerra, conducendo in prima fila le battaglie, tuttora in corso, per ottenere giustizia, per risanare il territorio e per ottenere uno sviluppo della ricerca sanitaria capace di terapie idonee e di farmaci all’avanguardia per debellare, il suo e di tante altre famiglie, nemico crudele e perfido: il mal d’amianto e la morte per mesotelioma pleurico».

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