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Alle fonti del nome Monferrato
Due ‘Montferrat’ in terra francese
Aleramo, il fondatore della Marca Aleramica, il cui territorio venne nel prosieguo del tempo denominato Monferrato, compare sulla scena della storia italiana col titolo di comes, conte, come attesta un documento del 933 d.Cr. Al conte Alledramus i re Ugo e Lotario donano, per la sua fedeltà nei loro confronti (fi delis noster), la corte di Auriola, identifi cata con Trino. Auriola fu dunque il primo possedimento del futuro Marchese in territorio italiano. Questo fatto signifi ca che il comes Alledramus veniva da altre parti d’ Europa: l’obbedienza alla legge salica, dichiarata da parte della dinastia che da lui prende il nome, indica nella Francia la terra d’origine: perciò il nostro eroe, alla stregua di altri Alerami dei quali si ha notizia,tutte persone di riguardo (guerrieri e condottieri), era di nazionalità franca. Ma di quale contea era titolare? La scoperta di due toponimi in suolo francese, entrambi Montferrat, richiamarono qualche anno fa la mia attenzione e mi spinsero a seguire la pista che speravo mi potesse portare a scoprire la contea originaria di Aleramo. Era una pista non del tutto nuova. Infatti Galeotto Del Carretto nel 1493 aveva proposto di vedere in Aysenberg, località sassone, la patria d’origine, sulla base del signifi cato del toponimo (Monte del ferro). Cercai in Germania ed ebbi modo di verificare che esistono ben sette località di nome Eisenberg o Isenberg, ma nessuna in Sassonia. Se l’intuizione del poeta era valida, sbagliata era la proposta sassone ed anche di altri luoghi in terra germanica con quel nome, posto che Aleramo stesso, già marchese, dichiarò in un documento del 961 d. Cr. di vivere secondo la legge salica (dagli antichi Franchi Sali, che fra le altre disposizioni escludevano le donne e le loro discendenti dalla successione al trono). Un giorno venni a sapere che una mia ex collega presso il consolato italiano di Barcellona era stata nominata addetta culturale a Grenoble. Era l’occasione per andare a dare un’occhiata al paese di Montferrat dell’ Isère. Accettai un invito, a dir poco provocato da me, con l’obbligo di visitare Montferrat. “Dov’è questo paese?”, mi replicò la mia amica. Si informò e rintracciò una sperduta località collinare nella zona del lago turistico di Paladru, non molto distante dalla città natale di Stendhal. Per farla breve, un giorno brumoso dell’ottobre del 1998 capitammo in un borgo in collina straordinariamente somigliante a un paese del nostro Monferrato. Seppi da uno studioso locale, Daniel Aigueperse, col quale ebbi una corrispondenza epistolare, che gli abitanti del luogo si chiamano “monfrinos” (monfrinot al maschile e monfrinode al femminile) e non “montferratois” come gli abitanti dell’altro Montferrat che si trova nel dipartimento del Var. Questa denominazione mi stupì non poco e mi convinse che dovevano esserci antichi legami tra i monfrinos dell’Isère e noi monferrini e che non fosse una pura coincidenza. La denominazione dialettale, poi, della nostra regione, Mounfrà, trova corrispondenza con la denominazione Monffrrat degli antichi documenti d’archivio del Montferrat, denominazione più recente,dell’Isère (come mi informa in una lettera dell’otto maggio del 1999 Daniel Aigueperse). A Grenoble feci ricerche sulla zona e rintracciai notizie sulla contea di Sermorens, che si trovava nelle vicinanze di Montferrat (M. Colardelle et E. Verdell,”Chevaliers- Paysans de l’an Mil”, Paris,1993, pp.9-11) e di cui non si conosce il nome della nobile famiglia cui faceva capo: si tratta di “un comté sans comte” (p. 9). Alla luce di queste considerazioni era facile supporre che Guglielmo, padre di Aleramo, fosse conte di Montferrat, titolo che lasciò in eredità al fi glio prima che questi diventasse marchese e desse il nome alla regione dei suoi possedimenti. Di Montferrat mi fornì, in data 4 ottobre 1998, la seguente descrizione il prof.Jean Ballet, nativo di un paese nelle vicinanze, Romanieu: “Piccola città sulle pendici di un monte. Domina il lago di Paladru. Natura rigogliosa. I signori del Castello, oggi proprietà privata chiusa al pubblico, potevano contare su bestiame, boschi, pesca nel lago (oggi proprietà di una dozzina di azionisti che vendono i permessi di pesca), agricoltura. Poteva ben essere una contea redditizia”. Bisognava però fare indagini sull’altro Montferrat. Mi misi in contatto col Sindaco, che per buona sorte era di origine italiana: si chiamava infatti Giampiero Cattaneo. Gli chiesi come si chiamano gli abitanti del suo paese e il Cattaneo, mandandomi materiale storico (dal quale risultava che nella zona non risultava mai esserci stata alcuna contea), in data 11.8.1999 mi scrisse: ‘Au sujet de l’ appellation des habitants. Montferratois est le terme le plus usité pour ne pas dire le seul (Montferrassens à mon avis est de consonance plus provençale ; c’est dirons- nous le terme provençal)’. Niente pertanto autorizza a ipotizzare che Guglielmo fosse conte di questo Montferrat. In favore dell’altro stanno invece alcuni fatti: in primo luogo esisteva una contea della quale non si conosce il nome della famiglia titolare e poi la denominazione dei suoi abitanti, monferrini come noi e non monferratesi, secondo quanto ci si dovrebbe aspettare secondo la fonetica francese. Monfrinot era invero una parola particolare di un dialetto del Delfi nato (la regione di cui è capoluogo Grenoble), che giunse ad indicare ab antiquo i sudditi della Marca Aleramica. A questo punto sorge spontanea una domanda: qual è l’etimologia di Montferrat/Monferrato? Le mie ricerche sulle lingue paleoeuropee mi hanno portato a risultati nuovi e sorprendenti. Sull’argomento tornerò in un prossimo articolo. Prego il lettore di avere pazienza, perché saranno cose che desteranno non poco stupore.
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