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Bocche di Cattaro- Montenegro (Lovcen, Cettigne con le tombe reali, Buvda) - Croazia: Spalato e Trogir (che sorpresa, è molto brava la guida!) - Taccuino numero tre

Tutte le cose belle finiscono e la crociera Il Monferrato Stat (Terre sacre e isole nel blù) nonostante i riusciti anticipi e prolungamenti si è felicemente conclusa alle 22 di sabato 27 ottobre 2012 a piazzale Pia di Casale. Nelle bocche di Cattaro (Montenegro) Riprendiamo il diario di bordo da giovedì 25. La Costa Classica affronta lentamente le spettacolari Bocche di Cattaro (in serbo croato Boka Kotorska), una serie di insenature della costa dalmata del Montenegro, costituite da ampi valloni fra loro collegati che si inseriscono profondamente nell’entroterra, l’unico fiordo del Mediterraneo. Slalom tra isolette (vedi note) impreziosite da chiese: San Giorgio (Sveti Dorde) la più piccola, monastero benedettino, tra i cipressi e della Madonna dello Scalpello di fronte a Perasto (sembra di toccarla) città devotissima alla repubblica veneta, nello stretto delle catene (Tjesnac Verige) che dà sulla baia di Teodo (lungo 2 km e largo appena 300 metri). A una delle due isole le spose portano il velo post matrimonio sperando nel futuro (del matrimonio). Becchiamo dall’alto il crocierista Pietro Picollo mentre filma nel posto più bello, quasi abbrancato alla bandiera di prua e lo segnaliamo alla moglie Maria Luisa che lo aveva perso... A Cettigne, per Re Nicola Nel nostro gruppo qualcuno sceglie la visita di Kotor (ma non fa i 1.350 gradini che portano all'alto delle vecchie fortificazioni...). Per noi un’escursione scelta per motivi di colleganza casalasca che non inizia benissimo: sulla lancia di trasbordo dalla nave a Kotor, causa marinaio inesperto, viene aperto un portellone vetrato a prua e conseguente onda con doccia assicurata al vostro cronista (gli fa compagnia una giapponese dagli abiti velati e Sergio Cortello, che in fin dei conti è vicino di casa dello stesso cronista...). Imprecazioni, scuse, non accettate. Consegniamo il biglietto (fradicio) alla nostra guida Ivana Marcovic e il pullman inizia a salire una strada strettissima (era una mulattiera austro-ungarica) ma altamente panoramica (per la guida Lonely Planet ''è una delle strade più belle del mondo'') . In tutto 25 tornanti, se si incrocia qualcuno bisogna fare retromarcia. La vista va prima su tutta Kotor poi a scoprire l'intero fiordo da Herceg Novi a Tivat, fin quando non si arriva alle nuvole (1200 metri) e facciamo appena in tempo a fotografare anche l'Adriatico in mutande (siamo in fondo al bus) e tra un sobbalzo e l'altro. Becchiamo anche la striscia di un aeroporto e il ricordo, da inguaribili innamorati dell'azzurro, va alla prima guerra mondiale e a una leggendaria impresa di Gabriele D'Annunzio (4-5 ottobre 1917): l'incursione aerea notturna e il bombardamento della base navale di Cattaro (vedi nota). Montagna nera (Lovcen) Siamo nel parco nazionale di Lovcen (Montagna Nera di qui la dizione Montenegro). Lovcen nelle Alpi Dinariche è considerato una specie di Olimpo dei montenegrini, il simbolo della loro identità. A 1654 metri, sulla sua cima -questo lo vediamo, sia pure da lontano- è situato il mausoleo del vescovo principe Petar II Petrovic Njegoš (Njegusi, 13 novembre 1813 – Cetinje, 31 ottobre 1851). Al suo attivo la riforma e l'ammodernamento dello stato montenegrino ma è anche il più importante poeta nazionale (soleva dire che "l’uomo è una luce fatta per il cielo" e che la "vita è una battaglia continua"); nel 1951 Re Aleksandar Karadjordjevic commissionò il mausoleo al famoso scultore croato Ivan Meštrović (Vrpolje, 15 agosto 1883 – South Bend, 1962). Un gigante in tutti i sensi, anche in quello della statura. Un paesaggio strano "Sono in Paradiso o sulla luna?", si chiese da queste parti George Bernard Shaw, in effetti siamo tra Dante Alighieri e il Columbia di Armstrong comandante della missione Apollo 11, che scesero sulla Luna con modulo Eagle alle ore 4:17 P.M. del 20 luglio 1969 (lo seguimmo in viaggio di nozze da Isola Capo Rizzuto, siamo datati). In ogni caso un paesaggio unico, affascinante, da preservare. Stop a Njegusi, famoso come luogo di nascita della famiglia reale del Montenegro e... per i suoi prosciutti affumicati (prsut) che assaggiamo sposati a un vino generoso (e l’aria di montagna contribuisce a far asciugare i pantaloni, il nostro Cortello mima a un tavolo, alzando le mani al cielo, il suo splash). C’è un inizio di turismo con mini casette (proprio mini) sparse in prati verdissimi. Discesa a Cettigne. Siamo alla vecchia capitale. Grazie alla cortesia dell’autista, percorriamo lentamente il centro (rispetto al primo programma Costa internet che vedeva anche il Museo, il secondo diffuso dalla nave prevedeva solo la circonvalazione di Cettigne): le ambasciate, palazzo reale, palazzo del biliardo (Museo nazionale), fino a San Cipuru, dedicata a Maria Vergine, costruita sui resti di un monastero, oggi mausoleo reale con le tombe di Nicola e Milena (i genitori della regina italiana Elena) e una storia curiosa che raccontiamo ai cinquanta partecipanti beccando l’applauso (vedi articolo in coda) lasciando poi il testo alla guida; un gemellaggio anche aereo Casale-Cettigne non sarebbe male, lo proponiamo all'Aero Club Palli Palli, l'aeroporto più vicino è quello di Kotor (vedi) seguito da Podgorica (la capitale), a meno che non ci sia qualche aviosuperfice (Bragato, con noi in molti voli storici, ricorda ancora quella di Piancada, 10 agosto 2008...). La vecchia Buvda In breve ritorno al mare, a Buvda, (o Budua) località bifronte, una Rimini costruita ci dicono in gran parte dai Russi a ridosso della città vecchia, e questa è una mini Dubrovnik protetta (per fortuna) dalle antiche mura venete e dalla fortezza. La storia non è acqua: fondata, secondo la leggenda, in tempi remoti da Cadmo ed Armonia che arrivarono in questa zona alla ricerca della principessa fenicia Europa, rapita da Zeus, Budva ha conservato il suo aspetto medievale, nonostante i frequenti assedi e terremoti. Si trovò tra Impero Romano d’Oriente e d’Occidente: la città visse dunque un’esperienza storica unica, al confine di due mondi. Poi per tre secoli entrò nell'orbita di Venezia. E quest'altro mondo lo cogli entrando dalla porta di terra ('solito' Leone di San Marco) aperta tra le mura. Ecco vie strette, piazzette (calli) e chiese (aperte, possiamo apprezzarle tutte). È consigliabile visitare la chiesa di Saint-Ivan (Giovanni, VII secolo), presenta dipinti e icone tra cui quella della Madonna di Budva (del XII sec.) venerata da cattolici e ortodossi; il monastero benedettino di Santa Maria di Punta , che venne costruito nel 840; San Sava che risale al periodo dei Nemanjici (XIV secolo). Infine la chiesa della Santissima Trinità è del 1804. Ha di fronte la tomba di Stjepan Mitrov Ljubisa (Budva, 1824 – Vienna, 1878), famoso scrittore. Arriviamo al mare color cobalto incendiato pian piano dal sole al tramonto, a lato un'abside antica, più avanti la bertesca di un forte. La conferma di un vero gioiello urbanistico ed architettonico. C’è tempo, ritornando per altre calli, per accendere con la signora Olga Bonzano una ultima candela non chiedetemi in quale chiesa. Di colpo è buio quando ci reimbarchiamo. C'è un po' di ressa ma si sta all'asciutto. La visione della cinta murata di Kotor , illuminata, circolare (quasi una maxi ruota panoramica) è impagabile. Ma dovremmo tornarci (ci intriga la cattedrale, dedicata a San Trifone con il suo ciborio d'oro) magari approfittando del tour che la Stat sta organizzando ad agosto con prolungamento da Dubronik (un Pia consiglio dopo aver visto appunto le Bocche dal vivo) e pernottamento a Risan: situata in fondo ad una baia che porta il suo nome Risan è la più antica città del golfo fondata nel IV secolo a. C. dagli illiri. Torniamo alla partenza, noi saliamo sul ponte, scorrono nel buio con fosforescenze le nostre isolette. La sorpresa Trogir (Trau) Dall’oblò della cabina vediamo (è venerdì 26 ottobre) il sole accarezzare Spalato mentre attracchiamo a fianco a due traghetti della Jadrolinia (“Usevic” e “Hectorovic”), compagnia di navigazione croata. Il mome Spalato evoca un flash di quando giovani cronisti della 'Gazzetta del Popolo' seguivamo il Torneo giovanile Umberto Caligaris è immancabilmente nel calendario figurava l'Hajduk di Spalato con relativo spelling ai dimafonisti del quotidiano. Sbarco veloce per l’escursione più lunga della settimana, guida (diciamo subito che è molto brava e preparata) Zelika Milosevic, accompagnatrice monferrina Simona. Siamo sul Golfo dei Castelli (Kaštelanski zaljev). Passando da Salona, si scorre a fianco, a destra, delll’anfiteatro romano e nei pressi dell'aeroporto (che chiamano aerodromo, località Kastela/Resnik) e si arriva in mezz’ora (27 km.) a Trogir (Trau). E' una piccola isola situata sul canale (Trogirski Kanal) che da ovest racchiude il golfo di Salona e fronteggia la costa dalmata, tra Sebenico e Spalato. E' collegata alla terraferma da un ponte fisso (vicinissimo alla stazione autobus) mentre dalla parte opposta è collegata all’isola di Ciovo da un ponte mobile. Noi entriamo dalla rinascimentale Porta di Terraferma sovrastata dalla statua del beato Giovanni da Traù, primo vescovo della città (1062-1111) di cui divenne il santo protettore, scolpita dal milanese Bonino (XV sec.). Percorrendo il lastricato, lucido per milioni di passi, abbiamo subito una perla-sorpresa; diamo ragione all'autorevole critico Bernard Berenson: "poche città al mondo annoverano tante opere d'arte in così poco spazio". Noi alla fine ne ricaviamo l'impressione di un vero gioiello di pietra, da ritornarci (sempre in bassa stagione, ci dicono che in agosto qui non si gira...). Ecco annunciato da targa turistica palazzo Garagnin-Fanfogna, Museo Civico. Ma subito dopo vale da solo una visita lo straordinario racconto della storia dell’uomo da Adamo alla Crocifissione scolpito nel portale romano della cattedrale di San Lorenzo ( l'opera più significativa e forse l'unica di un grande maestro croato Radovan, con citazione alla base della lunetta: "in quest'arte fu il migliore"). Ci perdiamo a fotografare altorilievi intrecciati e piccole statue del ciclo dei mesi e i leoni stilofori (leone e leonessa), il tutto conservato in maniera eccellente. Siamo sulla piazza della Loggia pubblica, battezzata piazza Giovanni Paolo II (Trg Ivana Pavla II) per noi animata dal festante vociare di studenti (se ne accorge Giovanni Bellistri sindaco di Terruggia che ci telefona per presentazione libraria...) che offrono dolcetti pro attività didattiche. La loggia è dominata dal rilievo allegorico della Giustizia e dei SS. Lorenzo e Giovanni Orsini, opera di Nicola Fiorentino, allievo di Donatello, concepiti per attorniare un distrutto leone veneziano, accanto a questi si trova la figura del vescovo Petar Berislavic, opera del grande scultore contemporaneo Ivan Mestrovic. Accanto alla loggia s'innalza la Torre dell'Orologio (1447) sorta sulla chiesetta votiva di San Sebastiano, invocato a proteggere i fedeli dalla peste che spesso funestò la città. A destra della porta d'ingresso della chiesetta si leva la Colonna infame con i resti delle catene. Su un altro lato si eleva palazzo Cippico e facciamo notare ai Monferratini che ci hanno seguito fin qui la lapide di “Sito Unesco”, simile a quella che onora l’entrata del nostro Parco Santuario di Crea. La piazza è dominata dall’alto ma nello stesso tempo molto elegante (parla veneziano....)campanile, vi si può salire. Curioso anche il Pilo portabandiera con stemma del Prefetto Veneto Pasqualigo. Ci intriga la lapide che mandiamo in Toscana per traduzione al prof. Olimpio Musso (vedi). Torniamo alla parrocchiale: in fondo all'atrio il Battistero, datato 1464, di Alessi, noto anche come Andrea Alessi di Durazzo (Alessio, 1425 – Spalato, 1505) ). La porta è ornata da un rilievo con il battesimo, all'interno da notare l'immagine di San Gerolamo nella caverna. Entriamo in chiesa, splendida la cappella del Beato Giovanni (Orsini) di Trau, rinascimentale (la si deve a Niccolò Fiorentino), Dio Creatore è raffigurato al centro della volta a botte, da cui un centinaio di angeli porgono lo sguardo verso il basso. Lo spazio sottostante è circondata da statue a grandezza naturale di santi, ognuno dei quali occupa una nicchia incorniciata da putti. Le statue di San Giovanni di Trogir e San Paolo, entrambi descritti come saggi barbuti hanno lo sguardo sui loro libri di preghiera, e sono dei capolavori della ritrattistica. Una statua ugualmente impressionante è quella di San Giovanni Evangelista, scolpito come un giovane con i capelli a ricci e ben rasato, si pensa che assomigli deliberatamente la figlio prediletto dell'aristocratico Koriolan Cipiko. Da notare nei riquaadri del basamento i putti alati che sembrano spuntare da una porta socchiusa. Il pulpito è ottagonale di pietra, del secolo XIII, i suoi capitelli sono decorati con grifoni e serpenti che si contorcono, il coro del 1400 ha retaggi di gotico veneziano. Scopriamo anche la stanza del tesoro. E' ben spiegato dalla nostra Zeljka: una mitra del vescovo Kažotić dal XIV secolo, un piccolo altare (trittico) in avorio della bottega della famiglia Embriachi nel XV secolo, poi il reliquiario argenteo del patrone di Trogir - Beato Giovanni, la sculttura del co-patrone di Trogir - San Lorenzo con il simbolo del martirio la graticola, gli stemmi dei tutti i vescovi di Trogir, un piccolo rilievo di Kairos - il simbolo di Trogir- la divinita' del momento felice! Segnaliamo la stanza del tesoro anche perchè vi si vende una guida della chiesa molto ben fatta e anche in italiano (raro, chissà perchè, visto l'incidenza turistica). Mettiamo sempre il naso nei cortili (abitudine casalese) in uno (forse quello del Museo) troviamo un leone di San Marco atterrato; arriviamo alla Porta del Mare (Porta civitatis, Porta meridionale), costruita nel 1593 ornata di fregi rinascimentali, vi si legge l'iscrizione che esalta Trogir "per la nobiltà dei suoi monumenti antichi e la fama degli uomini illustri a cui diede i natali...", in alto ha pure la scritta luminosa al neon Unesco, questa non è il massimo. La attraversiamo, eccoci tra le palme, al molo meridionale (Obala bana Berislavica) al lungo mare e di qui, all'angolo Sud-Ovest, al castello del Camerlengo (1420-1437). E' stato costruito dai Veneziani come base navale per la loro flotta nell’Adriatico Orientale. Il suo nome deriva da "Camerarius" ( magistratio della città). Oggi la fortezza è centro multimediale. Sulla piazza un bel monumento dedicato al dominicano Beato Augustin Kažotić (Casoti) nato a Trau nel 1260. "Aiutava molto i poveri; poclamato poi vescovo di Zagabria nel 1303", dice la guida. Nel 1322 per accondiscendere al desiderio di Roberto d'Angiò, re di Napoli, papa Giovanni XXII trasferisce Agostino a Lucera, in Puglia dove muore nel 1323 Ultima candelina (sono strette e lunghe), sulla facciata della chiesa c'è scritto San Nicola. Una curiosita: tra i personaggi di Trogir la stilista Mila Schön (Traù, 1919 Alessandria, 5 settembre 2008) nata Maria Carmen Nutrizio, la madre apparteneva alla famiglia degli industriali zaratini Luxardo, proprietaria di Colle Manora di Fubine nel Monferrato (l'attività enoica è continuata dal figlio) e il giornalista Nino Nutrizio (Traù, 10 febbraio 1911 – Firenze, 20 ottobre 1988) storico direttore del quotidiano milanese La Notte. Palazzo di Diocleziano Torniamo a Spalato (Split). La guida da una gigantografia davanti alle mura (buona e poco costosa idea turistica) ci introduce alla visita al palazzo di Diocleziano, una cittadella, (poteva ospitare duemila persone) fatto edificare dall’imperatore Diocleziano fra il 293 ed il 305. E' una delle rovine romane più imponenti del mondo (tutelato dall'UNESCO). In origine la sua cinta muraria misurava 215 m per 180 m e conteneva all'interno la residenza imperiale, vari templi e un mausoleo. Già l’entrata (dalla porta Aenea) fornisce l’idea delle proporzioni e (per fortuna) scompaiono quasi le bancarelle dei souvenir (ma le avrei messe fuori...). Dagli enormi sotterranei (Prodrum, un po' labirintici) saliamo al Peristilio (il cortile interno del complesso). Dietro le colonne corinzie ben conservate si trova l'ottagonale mausoleo d'imperatore, oggi la cattedrale di S. Doimo ( anche Domino o Domnione; Antiochia di Siria, III secolo – Salona, 304, martirizzato da Diocleziano). Citazione all'interno per l'arca di San Doimo firmata nel 1427 da Bonino da Milano (? - Šebenico 1429.) e quella nel 1450 di S. Anastasio di Giorgio Orsini ( (Durazzo circa 1425 - Spalato dopo il 1503)), il pulpito, gli stalli del coro e le porte lignee divise in 24 riquadri con scene della vita di Gesù sono di Andrea Buvina (1214). Il campanile (sec. 13°) fu ricostruito nel 1882-1908. Una visita approfondita di due ore fino al Tempio di Giove (nel medioevo viene trasformato in battistero) sul quale curiosamente vigila una sfinge senza testa. Nessuno vuol salirci sopra per esigenze fotografiche, neppure promettendo la prima pagina de Il Monferrato (v. video). Un'altra sfinge è sulla piazza Peristilio, risale dal secondo millenio avanti Cristo, oggi ha 3500 anni, rappresenta il faraone Tutmosis. Vediamo, pensiamo, tutte le piazze di Spalato: le ripassiamo con la guida: piazza Peristil (Peristilio), dov'e c'e', appunto, la cattedrale di San Doimo, poi la Piazza del Popolo (oppure semplicemente la Piazza o Narodni trg), dove ammiriamo il palazzo communale (Opcinski dom) il palazzo rinascimentale della famiglia nobile Karepić e all'angolo nord-orientale della piazza il palazzo gotico Cambi del XV sec.; sulla casa, nella parte sud-orientale si trova inciso il nome dell'abate sv. Antun (1394.). Alla fine abbiamo visto la Piazza della frutta (la piazza dei fratelli Radić) dove si trova il palazzo barocco della famiglia nobile Milesi, al centro la sculttura del poeta Marko Marulić, noto in particolare per aver scritto “Judita”, la prima cantica in croato, a lato una torre veneziana del XV secolo. A proposito di statue ne ricordiamo una enorme di di Grgur Ninski , ovvero Gregorio di Nona, dal lungo dito (un precursore, come dice la guida, nel decimo secolo introdusse la Messa in slavo al posto del latino), opera in bronzo di Ivan Meštrović (1929); si dice che toccare il piede della statua in bronzo porti fortuna. Ci è apparsa dopo la Porta d'Oro o Aurea (che conserva i congegni di chiusura) preceduta dal cortile di difesa, è stata trasferita qui negli anni Cinquanta, prima era in piazza Peristilio. Al di sopra della porta la cappella di San Martino, protettore dei soldati, sarti, lanaiolo ricavata nel V-Vi secolo nel corridoio superiore delle mura, il campanile è dell'XI secolo, la chiesa è custodita dalle suore benedettine. Dalle piazze arriviamo sul lungo mare (la Riva), stop per uno spuntino sotto le mura, poi tra i negozietti ultima passeggiata (lunga) alla nave. Da aggiungere che un altro gruppo di Monferratini ha raggiunto il parco di Krka attraverso i tipici paesaggi del Carso, con altipiani calcarei attraversati dai canyon. Un’intera giornata all’insegna dell’avventura affascinati dalle cascate mozzafiato Stradinski Buk- Accompagnatrice e fotografa (è sua l'immagine del video) Patrizia. Si levan le ancora, incrociamo la nave Silhouette della flotta Celebrity Cruises, 2850 passeggeri. Alla sera cocktail col comandante Palomba (sottolinea il tema sicurezza), ultimo coretto 'Tanti auguri'. Saluti a una casalese, la prof. Coppo, che ha portato in crociera 60 studenti del suo istituto Liceti di Rapallo. Sbarco sabato a Trieste (vedi taccuino 4). Primi rimpianti. PER SAPERNE DI PIU' Le due isole delle Bocche i Cattaro e citazioni poetiche Nelle Bocche di Cattaro, di fronte a Perasto, si trovano due graziose isolette: l'isola di San Giorgio (Sveti Ðorđe) ospita un boschetto di cipressi ed un'abbazia benedettina del 1166, che nel medioevo fu un importante centro di irradiazione culturale, mentre sull'isola dello Scalpello sorge il santuario della Madonna dello Scalpello (Gospa od Škrpjela). L'isola dello Scalpello ha anche la particolarità di essere l'unica isola artificiale dell'Adriatico, in quanto costruita a partire da uno scoglio nel corso dei secoli dai marinai perastini, dopo che, secondo la tradizione, due di essi vi trovarono un'immagine della Vergine nel 1452. La costruzione della chiesa della Madonna dello Scarpello risale al 22 luglio 1452. Ancora oggi i Perastini ricordano quel giorno, con una semplice ma suggestiva cerimonia: ogni 22 luglio tutti le imbarcazioni di Perast, colme di sassi e legate le une alle altre per mantenere l’ordine della processione, scivolano sul mare, spinte col ritmo solenne dei remi, lungo la costa, avviandosi verso l’isoletta della Madonna. Questa commovente processione, straordinaria nella sua semplicità, rievoca un secolare e faticoso processo di edificazione dell’isola nel punto in cui sorge l’attuale isola artificiale delle Madonna c’era una nuda secca rocciosa detta “Scarpel”, nome che la gente dava e tuttora dà ad ogni forma rocciosa emersa o sommersa del medesimo massiccio sottomarino. L’ammasso di pietre all’inizio della costruzione avvenne intorno all’originaria punta emergente, nel punto in cui oggi è situato l’altar maggiore della chiesa. Di qui derivò alla nuova isoletta il nome slavo di Škrpjel. Col passare dei secoli, continuando l’opera di arginamento e riempimento con pietre e velieri in disarmo che venivano affondati, la superficie dell’Isola si ampliò gradualmente. Il campanile rotondo, unico nel suo genere per la sua forma, deve probabilmente la sua architettura alla funzione difensiva che rivestiva. La sacralità dell’isola della Madonna fu nei secoli per i Bocchesi la migliore garanzia di poter risolvere in pace, all’ombra del santuario, le loro contese locali. Per questo motivo venne eretta la “sala”: in quello spazio le parti in lite trovavano soluzioni eque alle contese senza doversi rivolgere ai tribunali veneziani. Le Bocche di Cattaro, che penetrano per 28 Km la costa, costituiscono una simbiosi armonica tra vari ambienti naturali e un ricco patrimonio artistico. La bellezza della zona ha affascinato scrittori famosi come Margherite Yourcenar, George Bernard Shaw e Lord Byron. Artisti di tutto il mondo le hanno attribuito appellativi come “La sposa del Mare Adriatico”, “La fata del Mare”, “Il golfo più bello del mondo”, “La bella bocca del Mediterraneo”. Nessuno però è in grado di descrivere la struggente bellezza che si presenta al visitatore, che fece scrivere al poeta Ljuba Nenadovic: "Mi sembra strano che il sole possa tramontare su tale bellezza." La fedeltà di Perasto a Venezia Grazie allo spontaneo aiuto dato nel 1368 alla flotta veneta durante un terribile assedio, la città di Perasto (Bocche di Cattaro) si guadagnò il titolo di "fedelissima gonfaloniera", che mantenne fino alla fine della Repubblica. Per decreto speciale del Senato la città ebbe l'onore e l'onere di custodire il gonfalone di guerra della flotta veneta; anche i dodici Gonfalonieri di Perasto, che in corso di battaglia costituivano la guardia personale del doge ed avevano il compito di difendere il vessillo sulla nave ammiraglia, provenivano esclusivamente da Perasto. Nella battaglia di Lepanto ne perirono otto su dodici. Sotto il governo veneto, Perasto fu sottoposta all'autorità civile e giudiziaria del Rettore e provveditore di Cattaro, ma ebbe un proprio consiglio e propri ordinamenti autonomi. La devozione della cittadina alla Repubblica di Venezia non venne meno neppure alla caduta di quest'ultima: mentre il 12 maggio 1797 il doge depose le insegne di San Marco, i perastini deliberarono di rimanere veneziani e si ressero in autogoverno fino all'arrivo delle truppe austriache. I vessilli veneti rimasero così issati fino al 23 agosto, giorno in cui vennero seppelliti con una cerimonia solenne, l'ultima della Serenissima, sotto l'altare del duomo. Il capitano della guardia, conte Giuseppe Viscovich, nel consegnare il gonfalone veneto ai sacerdoti pronunciò davanti alle milizie ed a tutto il popolo un commovente ed intenso discorso. Questo discorso è passato alla storia col titolo di 'Ti con nu, nu con ti' Il culto di San Trifone a Cattaro (e non solo) San Trifone, nacque nel 232 circa in Pirgia nella città di Kampsada (oggi Iznir) nei pressi di Nicea (Lampsakos), provincia romana di Apamea. La regione si trovava sotto dominio romano dal 116 AD., in quel periodo Roma possedeva gran parte dell’Asia Minore. Kampsada era già un vescovado nel quarto secolo e l'attività svolta dagli abitanti era prevalentemente dedita all'agricoltura. Durante la gestione di Aquilino, prefetto di tutta l’Asia Minore, San Trifone fu preso dal suo luogo di nascita. Alla domanda "che cosa sei?", Trifone rispose di essere "un Cristiano". Dopo tre giorni di tortura che dovevano costringerlo a fare la sua offerta agli dei, Trifone fu decapitato. San Trifone è il patrono di Cattaro. Fin dal IX secolo, la festa si celebra il 3 febbraio, da quando la "Confraternita Marinereza" di Cattaro comprò nell'anno 809 il corpo di Trifone da marinai veneziani che stavano portando a Venezia le reliquie del santo trafugate a Costantinopoli. La nave si fermò a Rose, all'entrata del golfo di Cattaro, e siccome non poteva ripartire per il maltempo, si pensò che era volontà del santo voler rimanere a Cattaro. E' tenuto in grande considerazione dai contadini per la salvaguardia delle coltivazioni dalle invasioni di cavallette, dalle infestazioni di rettili, insetti e altre specie di animali nocivi. Probabilmente questa tradizione si è poi propagata anche nel Meridione d'Italia, dove tra il Cinquecento e gli inizi del Novecento si sono moltiplicati i luoghi dove, in seguito ad invasioni di cavallette, le popolazioni si sono votate alla protezione del santo. Ma in Puglia si venerava il Santo già nel 1172 quando la Diocesi di Cattaro fu incardinata nella Metropolia di Bari rimanendovi fino all'anno 1828. Alla Cattedrale di Cattaro (Katedrala svetog Tripuna) fu edificato l'altare maggiore con un ciborio che prendeva a modello il ciborio della Chiesa di San Nicola di Bari quello della Cattedrale di Bitonto (1240) ma il manufatto cattarino certamente li superava tutti per grandezza e maestosità. L'altare ed il ciborio, vero capolavoro dell'arte romano-gotica fu consacrato dal vescovo cattarino Dominio nell'anno 1362. Ma il culto di S. Trifone, nei secoli XV e XVI si sviluppò anche in altre città come Venezia che diede vita, a cura di immigrati dalmati, ad una "scuola" intitolata ai santi Giorgio e Trifone avente sede nella Chiesa di San Giovanni del Tempio. Analogamente il culto si diffuse anche a Mestre dove, nella Cattedrale di San Lorenzo venne collocata una statua di San Trifone mentre nel 1580 venne dedicato a San Trifone un altare nella Cattedrale di Palermo. In Bulgaria san Trifone è il patrono dei vinicultori (il nome locale è Sveti Trifon Zarezan); viene celebrato il 14 febbraio con feste all'aperto molto popolari. Nel’809 fu fondata a Cattaro la confraternita dei marinai, la più antica del mondo ancora esistente. Questa aveva oltre a un significato religioso e sociale, anche il compito di armare le galere e di difendere il golfo. Ancora oggi i suoi membri indossano antichi costumi e armi tradizionali e in occasione della festa di san Trifone eseguono una danza medievale ricca di simboli religiosi. L'ultimo restauro alla cattedrale di San Trifone è avvenuto in conseguenza del catastrofico terremoto del 1979. Dopo i lavori preparatori di ricerca e di elaborazione di progetti e di documentazione, è iniziata l'ultima grande ricostruzione nel 1988. E' stata eseguita una completa o parziale ristrutturazione del colonnato pentagonale, oltre alla semicampata occidentale che ha conservato integralmente la pianta del XVI sec. La cattedrale è stata solennemente consacrata dall'Arcivescovo Mons. Josip Bozanic, metropolita di Zagabria nel settembre del 2000. D'ANNUNZIO E NATAL PALLI- Il 4-5 ottobre 1917 Gabriele D'Annunzio guida una incursione aerea notturna e il bombardamento della base navale di Cattaro, da lui considerata la sua impresa bellica più audace, in ogni caso la più straordinaria che sia mai stata tentata con velivoli destinati a voli su terra. Il Vate cominciò a prepararla con due mesi di anticipo e stentò per ottenere il permesso dai superiori, perché che nessun velivolo avrebbe potuto far rientro a terra, a causa della difficoltà della rotta e della lontananza dell'obiettivo da raggiungere. Da rievocare, lo giriamo a Sirolli presidente Fly Story. Anche Natal Palli, di Casale Monferrato, la città di chi scrive queste note, il pilota di D'Annunzio nel Volo su Vienna, ha registrato bella impresa da queste parti: Il 12 marzo del 1918 partì con il suo Ansaldo S.V.A dall'aereoporto militare di San Vito dei Normanni per una missione di ricognizione militare su territorio nemico, con il compito di scattare delle foto che, poi, sarebbero state preziose per il proseguo della guerra. Il volo durò quattro ore e coprì una distanza complessiva di 720 km, dei quali ben 350 km furono effettuati su territorio nemico. Il percorso fu: San Vito, Cattaro, Cettigne, Punta Volovita, Scutari, Alessio, Durazzo, Kavaja, Duvaka, Fieri. Dopo aver effettuato uno scalo a Valona, Palli rientò incolume alla base di San Vito dei Normanni. Montenegro: legami reali con Casale (l.a.) - La storia del Montenegro è legata a Casale, la capitale del Monferrato. Nicola (Njeguši, 7 ottobre 1841 – Montpellier, 1º marzo 1921) fu re e fondatore del Regno del Montenegro; regnò dal 1910 al 1918 quando fu esiliato in Francia. L’8 novembre del 1860 sposò a Cettigne Milena (nata Milena Petrova Vukotić[, Cettigne 4 maggio, 1847 – Antibes 16 marzo, 1923), figlia del voivoda Petar Scepanov Vukotic e diJelena Vojvodic. Dal matrimonio nacquero dodici figlie. Cinque delle sue figlie sposarono principi o re dell’Europa e ciò gli valse l’appellativo di “Suocero d’Europa”, tra le cinque Elena (Cettigne, 8 gennaio 1873 – Montpellier, 28 novembre 1952) che divenne regina d’Italia sposando Vittorio Emanuele III. Fu lo stesso Nicola, nelle sue volontà testamentarie, a indicare Sanremo quale luogo della sepoltura «fino al trionfo della giusta causa montenegrina». Nicola fu tumulato nel 1921 nella chiesa russa sanremese (è a fianco del Casinò). La moglie lo ‘‘raggiunse’’ alla sua morte. Nel 1947 la cappella, incustodita, fu profanata da ladri alla ricerca di oggetti preziosi; queste circostanze spinsero la principessa Jolanda di Savoia una delle figlie di Vittorio Emanuele III, nipote dei sovrani Nicola e Milena, a far trasferire nel 1952 le spoglie dei nonni al cimitero di Casale nella tomba dalla Valle di Pomaro (entrando a destra). ‘‘La Stampa’’ riporta un anticipo con titolino a una colonna in prima pagina lunedì 11 marzo 1952: '' in forma privatissima presente il comm. Olivero, segreterario dell'ex regina Elena, le salme degli ex reali di Montenegro sono state traslate stamani da Sanremo a Casale Monferrato ove verranno tumulate nella tomba dei conti Calvi di Bergolo...", poi amplia martedì 12 marzo 1952 con un titolo a due colonne (‘‘La tumulazione a Casale dei Sovrani montenegrini’’) segnalando l’arrivo a Casale di due sarcofaghi pesanti tre quintali ciascuno e tumulati, si legge, di fronte ‘‘ai resti del marchese Rolando dalla Valle di Pomaro (1749-1814) e di sua sorella Paolina morta il 17 aprile 1837, nelle tombe femminili non si scrivevano le date di nascita’’. Poi il giornale ‘‘Il Monferrato’’ di 42 anni fa segnala la partenza delle sepolture, titolo ‘‘Le salme dei sovrani di Montenegro torneranno a Sanremo in un tempio russo, ora sono al cimitero di Casale’’. Così nel 1970 le salme tornarono da Casale a Sanremo; furono deposte accanto a loro le spoglie delle figlie di Nicola, Vera (22.02.1887 – 30.10.1927, Antibes) e Xenia (22.04.1888 – 9.03.1960, Clichy). Queste due salme erano giunte dalla Francia a Sanremo nel gennaio 1976. Infine con decisione unanime della comunità russa di San Remo, del Comune e del Ministero degli Affari Esteri italiano, il 29 settembre 1989, con una solenne cerimonia i quattro feretri lasciarono la chiesa russa, diretti alla cappella reale di Montenegro a Cettigne, alla chiesa “Na Cipuru” accolti da una grande folla. A Sanremo il 7.10.2001 è stata riaperta al pubblico la cripta dove riposarono i reali del Montenegro dopo un’opera di restauro, resa possibile grazie al contributo economico della Repubblica di Montenegro e dell’Associazione Internazionale Regina Elena. In volo L'aeroporto internazionale di Tivat serve la zona della Bocche di Cattaro ed è situato a 3 km da Tivat, 20 km da Budva, 20 km da Herceg Novi, 4 km da Kotor, 60 km da Bar, 84 km da Ulcinj (Codice IATA: TIV. Latitudine: 42.4. Longitudine: 18.733333.) LA LAPIDE DI TROGIR- 1 PERVIGILI PHILIP(PI)PASQVALICI SV(M)MI DALMAT(IAE) 2 TOTIVSQ(VE) ADRIAE SINVS PRAEFECTI NEC NON ET 3 DOMINICI MINII PRAET(ORIS) OPT(IMI) CVRA FORVM 4 HOC EX ANGVSTO IN AMPLIOREM FORMAM 5 INSTANTIBVS NOBILIBVS VIRIS REDACTVM EST AN(NO) DOM(INI) M(ILLESIMO) D C (=SESCENTESIMO). Traduzione del prof. O. Musso: Grazie all’attentissima amministrazione di Filippo Pasqualigo governatore capo della Dalmazia e di tutto il golfo adriatico come pure di Domenico Minio ottimo pretore questa piazza di ridotte dimensioni a una forma di maggiore ampiezza a richiesta di nobiluomini fu riportata. Nell’anno del Signore 1600. Nota: versione corretta: mancava ottimo pretore. TRAU. UNA STORIA CURIOSA Dal sito internet wwwbisanzioit.blogspot.it Il 23 settembre 1919, sotto la suggestione dei contemporanei eventi dell' Impresa di Fiume, un vero e proprio atto in stile dannunziano fu organizzato in città dal conte Nino Fanfogna, 32enne appartenente ad una delle più importanti ed antiche famiglie di Traù nonché discendente dell'ultimo podestà italiano della città. Siccome le truppe italiane avevano occupato le aree della Dalmazia assegnate all'Italia dal Trattato di Londra del 1915, ma Traù non era inclusa in queste aree distanti una quindicina di chilometri, Nino Fanfogna tentò di forzare la situazione come aveva fatto D'Annunzio a Fiume. Il conte Fanfogna convinse il tenente Emanuele Torri-Mariani, che comandava alcuni ufficiali italiani di stanza a Prapatnica (Pianamerlina), al confine fra il territorio dalmata occupato dall'Italia e la regione controllata dagli Jugoslavi, ad organizzare una spedizione che occupasse la sua città nativa. La notte del 23 settembre un centinaio di soldati italiani e il Fanfogna, con 4 autocarri, oltrepassarono i posti di frontiera jugoslavi e di sorpresa e senza spargimento di sangue occuparono Traù. Il reparto italiano assunse il comando della città nominando Fanfogna "Dittatore". Giunta a Spalato nella prima mattinata la notizia dell'occupazione di Traù, alle ore 10 del 24 settembre il capitano di corvetta Paolo Maroni - comandante in seconda della nave Puglia - e l'ufficiale americano Field partirono per Traù con il compito di persuadere i soldati sconfinati a rientrare nelle linee italiane. Convinti i comandi serbi a non lanciare per il momento nessun attacco, Maroni e Field giunsero a Traù ed iniziarono a negoziare con gli occupanti e Fanfogna il ritiro dalla città. Fanfogna insistette perché le truppe italiane non partissero, ma poi si lasciò convincere. Nel frattempo a Traù arrivarono alcune navi americane al comando dell'ammiraglio Van Hook. A quella vista la popolazione croata della città, ripreso animo, cominciò sulla riva e in piazza una violenta dimostrazione contro i soldati italiani, alcuni dei quali vennero anche aggrediti e disarmati. Nel momento del trambusto il conte Fanfogna si ritirò in casa sua (il celebre palazzo Garagnin-Fanfogna), vi si rinchiuse e non si fece più vedere. Nel frattempo, disordinatamente, la compagnia italiana, tra le 14 e le 15 evacuava Traù e rientrava nelle linee. 1932. Il governo veneziano viene ricordato per la presenza in città di numerosi leoni alati situati in tutti i luoghi pubblici. Con l'avvento del governo fascista ed irredentista in Italia, il motto nazionalista "ovunque c'è il leone di San Marco, ivi è l'Italia" riecheggia per Trogir ed i Traurini sdegnati, il 10 gennaio del 1932, ostentamente rimuovono tutti i leoni dai monumenti. Della faccenda "dei leoni di Trogir" si discusse perfino alla Società della Nazioni a Ginevra. Montenegro, testimonianza del regista Emir Kusturica Da una trasmissione intelligente come Dreams Road condotta da Emerson Gattafoni e Valeria Cagnoni, captiamo l'esistenza della testimonianza del regista Emir Kusturica sul Montenegro: "... Se guardi questa terra dal mare ti sembra di ascoltare le parole di Kant: 'La tragedia libera il senso del sublime'. E questa la sensazione che si prova guardando le cime del Lovćen da Cattaro. E a me sembra che da Sveti Stefan sino alle cime del Durmitor e al lago Nero ci sia un'eternità di cammino: due bellezze si fondono come nella poesia di Crnjanski, che avvicina i gelidi ghiacciai della Groenlandia alle calde baie sabbiose dei mari del Sud. Tutto nel Montenegro si amalgama, forma strani contrasti dove s'intrecciano minuscolo e grandioso, come nei ricordi dell'infanzia, quando la realtà pare brillare, vivificarsi di colori. La storia del Montenegro è anche quella dei suoi uomini forti di spirito e virtù. Come Njegoš una volta affascinava i nobili delle corti europee, così oggi gli eroi dello sport incantano milioni di spettatori, i giganti della pallacanestro nascono ancora nelle Bocche di Cattaro, sul mare, o nelle montagne del Montenegro...". Informazioni turistiche Montenegro Tour operator a Cattaro Miki Travel Kotor - Cattaro 85330 Montenegro Tel: +38269233163 URL: http://www.montenegro-boatexcursions.me E-mail: mikidj@t-com.me Montenegro Kotor Bay, Tours, Trips, Excursions. Parus-M d.o.o., Sveti Stasije 280A Cattaro 85330 - Montenegro Tel: +38267500132 URL: http://www.parus-m.ru/ E-mail: parasail@rambler.ru Turistička Organizacija Kotora, Stari grad 315 85330 Kotor tel/fax: 032 322 886 tel: 032 325 947 tel: 032 325 950 e.mail: tokotor@t-com.me Ente Nazionale del Turismo del Montenegro Bulevar Svetog Petra Cetinjskog 130. 81000 Podgorica. Tel. +382 (0) 77 10 00 01. Fax: +382 (0) 77 100 009 Web: www.montenegro.travel; e mail info@montenegro.travel Ambasciata d'Italia a Podgorica Ulica Dzordza Vasingtona, 83 81000 Podgorica Tel. +381 20 234661/2. Organizzazione turistica di Cetinje Bajova 2 Tel:+382(41)230250 Fax: +382(41)230253 E-mail:ctturizam@t-com.me Web: www.cetinje.travel Organizzazione turistica di Kotor Stari grad 328 Tel: +382(32)322886 Fax: +382(32)322886 E-mail: tokotor@t-com.me info@kotor.travel Web:www.kotor.travel Organizzazione turistica di Budva Mediteranska 8/6 Tel: +382(33)402814 Fax: 382(33)402550 E-mail: info@budva.travel Web: www.budva.travel Croazia. Ente Turistico Croato (HTZ) Piazza Iblerov 10/IV c.p 251, 10000 Zagabria. Tel.+3851 46 99 333 fax. +3851 45 57 827 http://it.croatia.hr/ e-mail: info@htz.hr Uff. turistico Trau - Trogir - trg Ivana Pavia II, Trau. Tel. 885628. www.trogir.hr KAIROS TRAVEL - adriatic holiday specialist Obala Bana Berislavica 23 21220 - Trogir CROATIA Telefono: +385 (0)21 796 290 Fax: +385 (0)21 796 289 E-mail: info@kairos-trogir.com Cell: +385 (0)98 1734 001 Uff. tur. Spalato Split Tourist Office at Obala hrvatskog narodnog preporoda 7, 21000 Split, Tel: 021 348 600, Fax: 021 348 604, Email: tz-split@st.htnet.hr. www.visitsplit.com Ente naz. croato turismo, piazzetta Pattari 1-3, 20122, Milano. Telefono +39 02 86 45 44 97 Fax +39 02 86 45 4574 Web it.croatia.hr E-mail info@enteturismocroato.it Direttore Dario Matošević Ente Nazionale Croato per il Turismo - Roma Indirizzo Via Lucullo 3 00187 Roma Telefono + 39 06 32 11 03 96 Fax + 39 06 32 11 14 62 Web it.croatia.hr E-mail officeroma@enteturismocroato.it Ente regionale per il turismo: Dubrovačko-neretvanska Vukovarska 24 20000 Dubrovnik Telefono+385 (0)20 324 999 Fax+385 (0)20 324 224 Webwww.visitdubrovnik.hr E-mailinfo@visitdubrovnik.hr Direttore dell'ente per il turismo regionaleVladimir Bakić CURIOSITA' La costituzione del Montenegro, emanata nel 1991, recita: “Il Montenegro è uno stato democratico, sociale ed ecologico ”. Si tratta del primo Stato dichiarato ecologico nel mondo. La necessità della protezione ambientale e il diritto di ogni individuo a vivere in un ambiente salubre sono molto sentiti dai montenegrini e la sua Costituzione stabilisce dei principi cardini ai quali anche la libertà di guadagno e la libera iniziativa imprenditoriale devono piegarsi. Stevan Jovetić (nato a Podgorica, capitale del Montenego il 2 novembre 1989) è un calciatore attaccante della Fiorentina e della Nazionale montenegrina, soprannominato Jo-Jo. I TANTI AGURI - Ricordiamo sulla Costa Classica, con torta e coretto, onomastici: Piera Gamba di Oltreponte di Casale, Vittorio Ferraris, di Casale, Carlo Tomasino di Trino, Maria Orsi di Vignale e Sergio Cortello e Mirella Devasini di Casale. Anniversari di matrimonio: Pier Francesco Allara e Franca Omegna (50 anni), Pier Giorgio Ganora e Maria Elisa Vacondio (35 anni), Ugo Gallo e Rosina Rota (55 anni, doppia torta, Ugo festeggia anche il compleanno) tutti di Casale, Giuseppe Balocco e Maria Paola Pretti di Trino (35 anni), Lorenzo Garlando e Maria Rosa Bifalchi di Bozzole( 40 anni) e Antonio Gavetta e Concetta Provvidenti (40 anni) di Saluggia. COL COMANDANTE - Tutti eleganti all’ultima sera per il cocktail con il comandante Severino Palomba, affiancato dal secondo Fabio Bramato, dall’Hotel director Attilio Sissa e dal Guest relation manager Giorgio Brundia (conoscitore del Monferrato, ha sorella a Villanova). Paolo Pia per la Stat e Luigi Angelino per il Monferrato ringraziano e sottolineano la validità di un’iniziativa che ha portato migliaia di Monferratini sulle navi Costa. Scambio di doni, il comandante riceve non solo il piatto d’autore ma anche la preziosa incisione preparatoria (lineografia di Laura Rossi) per il piatto stesso. Poi si sottopone simpaticamente a una breve intervista, sottolinea come la sicurezza sia esigenza prioritaria per la navigazione in una crociera che tocca posti affascinanti ma impegnativi per la plancia (“Non preoccupatevi per la bora di Trieste, ho già prenotato il rimorchiatore...”). Alla sera c’è ancora, altra simpatica tradizione, la torta de Il Monferrato-Stat che lo staff (nome pomposo per indicare quello che è ormai un affiatato gruppo di organizzatori-amici) inizia a tagliare, al cronista tocca la 'M'. - Da sottolineare l’efficienza e la cortesia dello staff Stat: da Paolo Pia a Simona Piccioni, Samantha Badino, Patrizia Pagliano e Dino Chierotti. VIDEO ALLEGATO

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Carlotta Prete

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