3- Lanzarote: mancano i dinosauri ma ci sono di dromedrari - La scelta di Almodóvar- Vigneti col muretto - Manrique, un grande
di l.a.
Martedì 17. La Costa Luminosa alle 7 imbarca il pilota ad un miglio dalla punta di Fralino dell’isola di Lanzarote (Canarie) e ormeggia nel porto de Los Marmoles della capitale Arrecife.
Il gruppo più numeroso ha scelto come escursione il gran tour dell’isola.
Siamo con loro.
La guida (una signore bella e brava vestita di rosso) ricorda che Lanzarote prende il nome dal marinaio genovese Lanzarotti. Conta 130.000 abitanti, 55.000
nella capitale.
Olga Bonzano accanto a noi invece sovviene che l'isola è stata la location per l'ultimo film di Pedro Almodóvar appena proiettato in anteprima dal Fai di Casale a Cinelandia (v. scheda a fine articolo).
PAESAGGIO LUNARE
Subito ci si cala nel paesaggio lunare, unico al mondo, del parco naturale di Timanfaya (logo un diavoletto), creato
da una eruzione vulcanica del 1730 durata 6 anni: rimangono enormi crateri ed immense colate di lava su cui crescono
i licheni.
La prima tappa è sul dorso di un dromedario (il nostro si chiama Maria e si
alza un po’ troppo di scatto).
La fila di questi animali, sullo sfondo lavico, ci ha riportati veramente indietro nel tempo.
Poi saliamo alla Islote de Hilario per esperimenti geotermici coi guardiaparco: fumo, fiamme e botti di geiger.
Del resto il ristorante vicino si chiama gustamente El Diablo e - che risparimio - pesca direttamente il calore per scaldare i piatti dalle viscere della terra. Noi ci scaldiano anche le mani.
E’ mozzafiato la strada dei vulcani, dove i crateri e le valli laviche danno vita a un paesaggio misterioso.
Bravo l’autista.
VINO NELLA BODEGA
Stop per un assaggio di vini locali alla "Bodegas Barreto-Vins El Campesino", dietro la bottega i vigneti, molto particolare, la colticazioneconsiste nell’utilizzo di buche ad imbuto, di varie dimensioni, sul cui fondo viene posta la pianta della vite. Questi “crateri” raggiungono a volte anche la profondità di due metri. La buca viene poi ricoperta da uno strato di finissima sabbia di lava vulcanica triturata, le piante sono protette una per una da muretti semicircolari, che fatica! Citiamo i vini prodotti: Blanco Malvasía Seco, Blanco Malvasía Semidulce, Blanco Malvasía Dulce Moscatel, Vino de Licor de Moscatel, Vino de Licor de Malvasía, Moscatel Moscatel Seco Diego, Rosado Tinto joven, Barrica.
Le signore del nostro gruppo ammirano anche una picocla produzione artigianale di gioielli in pietra olivina (detta peridoto, è un minerale silicatico che, insieme ai granati, fa parte dei neso-silicati, dotta spiegazione della scienziata del gruppo)
RISTORANTTE
Subito dopo paella (e non solo) per tutti in un grande ristorante di Arrecife. Ottimo
Il pomeriggio passa piacevolmente nella parte settentrionale dell’isola.
Ci porta alle grotte sotterranee di Jameos
del Agua derivate da un tunnel vulcanico e trasformate (ma non snaturate) dal grande artista Cesar Manrique (1919-1992, vedi scheda).
Nel punto più basso ecco un lago naturale, dove tutti buttano le monetine col rischio di far morire una rarissima specie
ittica (gamberi ciechi e albini) in alto una piscina limpidissima con palme tipo Maldive, a fianco un museo di vulcanologia.
Infine saliamo al Mirador del Rio (479 metri) con panorama sull’isola Graziosa
(da dove si stacca un traghetto)
e sull’isola Clara nascoste e non nascoste dalle nuvole che giocano a rimpiattino. Sulla destra una piazzola militare piazzata nel 1898 con maxi cannone durante la guerra Spagna-Stati Uniti a favore di Cuba, difendeva lo stretto.
Ritorno con rimpianto alla nave e "gustiamo" ancora dal balcone della cabina sotto le luci del tramonto l'isola con i suoi vulcani (quanti) e in primo piano le bianche casette di Arrecife.
La tappa successive è per Tenerife, breve, 147 miglia.
NOTE
ALMODOVAR
“Lanzarote è un rifugio straordinario di serenità e di magia e i sui colori sono unici, ipnotici”. Così si è espresso il regista spagnolo Pedro Almodóvar sul suo ultimo film Los abrazos rotos (Abbracci spezzati), un thriller con storie d’amore e di passione molto intense tra quattro personaggi, in gran parte ambientato sull’isola più vulcanica dell’arcipelago delle Canarie. Il film in particolare è stato girato sulla lunga spiaggia sabbiosa di Famara, nel Jardín de Guatiza, il giardino disegnato da César Manrique che ospita 1.400 cactus, nel Charco de los Clicos, un suggestivo lago verde, e tra i vigneti e le grandi distese laviche di Lanzarote. Il regista manchego ha più volte elogiato la bellezza dell’isola con i suoi paesaggi incontaminati e i suoi ritmi e ha ricordato il grande valore di César Manrique “Dovreste dedicare a Manrique un altare”, ha commentato il regista Almodóvar Quello di Almodóvar, dunque, è un omaggio al patrimonio naturale e culturale di Lanzarote. L’isola, che forma parte con Gran Canaria, Tenerife, Fuerteventura, La Palma, La Gomera e El Hierro dell’arcipelago delle Canarie, è la più nord-orientale.
Il titolo del Noir, che rappresenta il film più lungo e costoso di Almodovar, nasce proprio dalla vista di un uomo e una donna che si abbracciavano su una roccia di Lanzarote.
MANRIQUE: ARTE ED ECOLOGIA
Nato ad Arrecife nel 1919, Cesar Manrique, artista di fama internazionale, ha vissuto molto tempo all’estero ma è sempre rimasto sentimentalmente legato alla propria isola, dove ha fatto ritorno nel 1966. Il suo amore per Lanzarote ha fatto sì che egli si battesse per la difesa del territorio dagli interventi distruttivi che il boom turistico di quegli anni stava cominciando a perpetrare. Alla fine, grazie alla sua capacità di influenza e al suo prestigio, ottenne dal governo spagnolo che Lanzarote venisse dichiarata per decreto “isola protetta di speciale interesse turistico” e venisse sottoposta ad una particolare legislazione ambientale: proibizione della pubblicità stradale e pubblica; altezza delle nuove costruzioni non oltre i 4 piani; pianificazione non selvaggia dei nuovi complessi alberghieri; protezione delle zone verdi; riverniciatura a calce delle facciate di tutte le case. Il patrimonio naturale e culturale dell’isola venne così preservato, a differenza delle isole vicine. Il suggello all’impegno ambientalista di Manrique arrivò postumo alla sua morte (avvenuta nel 1992 per incidente stradale), con la definitiva dichiarazione di Lanzarote nel 1993 da parte dell’UNESCO di “Riserva Mondiale della Biosfera”.
I suoi interventi sull’isola non si sono però limitati all’impegno di difesa ambientalista, ma anche nella realizzazione di opere che manifestano la compenetrazione armonica della sua arte con l’ambiente circostante: in particolar modo sculture, pitture, murali e opere architettoniche, quali il Mirador del Rio, i Jameos del Agua (vedi nell'articolo) il giardino dei cactus (a Guatiza in un giardino di lava nera dove spuntano 9700 piante di cactus di ogni forma e dimensione di 1420 specie diverse), la Fondazione (nel 1992 l'artista aprì al pubblico la sua precedente abitazione privata, costruita in parte in caverne di origine vulcanica, in parte sopra di esse. Nel jameo (bolla) centrale, è possibile visitare un’ampia zona di relax con piscina, sala da pranzo, forno, barbecue … ricca di abbondante vegetazione. L’ultimo spazio, prima dell’uscita, è occupato dall’antico studio del pittore.
Inoltre è facile incontrare nei crocevia stradali di Lanzarote, al centro delle rotonde, alcune sue opere, studi di spazio e movimento, che sfruttano per muoversi il vento costante che soffia sull’isola. Il più famoso è quello nei pressi di San Bartolomè dedicato ai "campesinos".
L’isola, dichiarata appunto Riserva della Biosfera dall’UNESCO nel 1993, è diventata un punto di riferimento mondiale dell’architettura naturale e di come tradizione e modernità possono andare d’accordo, per offrire, ognuna, il meglio di sé.
FONDAZIONE MANRIQUE.
Calle Taro de Tahiche s/n
35507 Villa de Teguise, Teguise. (Lanzarote)
E-mail:fcm@fcmanrique.org
http://www.fcmanrique.org
Tel.:+34 928843138
Fax:+34 928843463
FOTO. Sui dromedari, dal Mirador del rio sull'isola Graziosa
CINQUANTA FOTO VISIBILI NEL SITO SOTTO MEDIA CENTER