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Partito Democratico: perché sostenere la candidatura Bindi

Sabato 1 settembre una delegazione di rappresentanti della Margherita casalese e del Monferrato si è recata ad Alessandria per un incontro con il ministro della Famiglia Rosy Bindi. Oggetto di discussione le future Primarie per l’elezione dell’Assemblea Costituente del Partito Democratico. Rosy Bindi ha esposto ai convenuti le ragioni della sua candidatura a Segretario Politico Nazionale del nuovo soggetto che nascerà nei prossimi mesi dalla fusione di D.S. e Margherita e con l’apporto di nuove realtà associative e della società civile. Per tutti è stata l’occasione di riflettere su ciò che sta avvenendo nello scenario politico nazionale: “la nostra ambizione”, ha detto il ministro, “è quella di restituire autorevolezza alla politica, scommettendo proprio su un’idea nuova di partito.Un partito plurale ed aperto, capace di unire le culture politiche del Novecento ma anche le nuove istanze dei movimenti”. Rosy Bindi ha voluto sottolineare la sua volontà di “guidare da cattolica il nuovo partito alla ricerca di una nuova sintesi politica che individui una nuova laicità in grado di rappresentare tutti”. Il ministro ha quindi rivolto a coloro che si riconoscono nella tradizione cattolico-democratica e popolare l’invito a non rinchiudersi in “riserve da difendere”, ma al contrario di mettere la cultura e la storia del movimento cattolico a servizio di una nuova sfida politica e culturale, nella quale “ciascuno ritrovi se stesso non in un frammento ma nella sintesi”. Per quanto riguarda l’azione di governo, il ministro non ha nascosto le difficoltà incontrate in questo primo anno di Esecutivo Prodi, ma ha tuttavia sottolineato come il sostegno a questo governo sia il sostegno “ad un programma di crescita e di sviluppo che coniuga equità e solidarietà, che ripensa il welfare in una chiave più moderna e più giusta. Un programma che ha l’ambizione di superare vecchie e nuove disuguaglianze sociali: tra Nord e Sud dell’Italia, tra donne e uomini, tra giovani ed anziani”. Sono tante le ragioni per le quali in queste settimane molti militanti e cittadini, anche nel nostro territorio, si impegneranno a favore della candidatura di Rosy Bindi;la sua figura politica ha indubbiamente statura di leader nazionale e si tratta della prima volta nella storia italiana in cui una donna prova a correre per la Segreteria di un grande partito. C’è poi un’altra questione, e questa è squisitamente umana: Rosy Bindi offre di se, a pelle, l’immagine di persona onesta e che crede veramente in ciò che fa. Nella sua storia personale , dalla vice presidenza nazionale di Azione Cattolica negli anni ’80 alla militanza “originale”nella D.C. in crisi degli anni di Tangentopoli, c’è la testimonianza di una responsabilità civile e di un impegno umano maturati alla luce del messaggio del Concilio e dell’esempio di vita di un uomo quale Vittorio Bachelet, assassinato davanti a lei dalle B.R. sulle scale di Giurisprudenza a Roma. Ovviamente nessuno si nasconde il fatto che una vittoria della Bindi è resa quasi impossibile dal sostegno praticamente unanime che i dirigenti nazionali di D.S. e Margherita offrono alla candidatura del ticket Veltroni-Franceschini. Forse è proprio per questo però che la sfida è appassionante e qualunque sia il risultato sarà grazie alle candidature di Rosy Bindi e degli altri candidati “minori” (primo fra tutti Enrico Letta) che queste primarie avranno avuto un senso. Dubito che lo avrebbero avuto con la candidatura unica del pur stimato e capace Walter Veltroni. Francesco Garis

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