A Bricco Marmorito: la casa delle radici di papa Francesco
''Drit e sincer, cosa ch’a sun, a smijo: / teste quadre, puls ferm e fìdic san / a parlo poc ma a san cosa ch’a diso / bele ch’a marcio adasi, a van luntan. // … Gent ch’a mercanda nen temp e südur: // - rassa nostrana libera e testarda - / tüt el mund a cunoss ch’i ch’a sun lur / e, quand ch’a passo … tüt el mund a-j guarda.» (Dritti e sinceri, quel che sono, appaiono: / teste quadre, polso fermo e fegato sano / parlano poco, ma sanno quel che dicono / pur camminando adagio, vanno lontano. // …Gente che non mercanteggia tempo e sudore / - razza nostrana, libera e testarda - / tutto il mondo sa chi sono / e quando passano, tutto il mondo li guarda).
Sono i primi versi di “Rassa nostrana”, scritta da Nino Costa (1886-1945), uno dei maggiori cantori dei sentimenti della terra e della gente piemontese, le cui opere sono state tradotte in varie lingue. Era nato a Torino nel 1886 da Felice, originario di Ciriè, e da Antonietta Zanotti di Zoalengo, la piccola frazione di Gabiano dove il futuro poeta trascorreva le estati della sua adolescenza nella cascina Boletto. Più volte ascoltate dalla nonna, le strofe della famosa poesia che celebra i drammi e le avventure degli emigranti furono mandate a memoria dal piccolo Jorge Mario Bergoglio, salito sul soglio pontifico lo scorso 13 marzo col nome di Papa Francesco.
Il 15 febbraio del 1929 il transatlantico Giulio Cesare sbarcava a Buenos Aires. Tra gli emigranti a Genova si erano imbarcati anche Giovanni Angelo Bergoglio, nato nel 1884 in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, e Rosa Vassallo, donna coraggiosissima fuggita dall’Italia per l’avversione alla dittatura fascista, sposata nel 1907 a Torino, dove la famiglia aveva fissato la residenza. Qui, nell’aprile dell’anno successivo, veniva alla luce Mario Francesco Giuseppe, il padre del futuro pontefice, partito anche lui, poco più che ventenne, con i genitori.
Dalla capitale argentina la famiglia raggiunse l’interno del paese e si stabilì nella cittadina di Paranà (dove c’è ancora la Casa Bergoglio), capoluogo della provincia di Entre Rìos, accolti dai fratelli del nonno che qualche anno prima avevano aperto una ditta per la pavimentazione delle strade. Ma nel 1932, a causa della grave crisi del ‘29, l’azienda fallisce e i Bergoglio ritornano nella capitale dove Mario Francesco Giuseppe, funzionario delle ferrovie, conosce in un oratorio salesiano Maria Regina Sivori (lontana parente del famoso calciatore), la cui famiglia materna era originaria di Santa Giulia di Centaura, una frazione collinare di Lavagna, in provincia di Genova. Si sposano a dicembre del 1935 e un anno dopo nasce il primogenito Jorge Mario Bergoglio, il primo di cinque figli. Una famiglia di italiani-argentini che ha mantenuto forti i valori del coraggio, del dovere, della fede e del buon senso.
Una famiglia che ha sempre custodito con passione la memoria delle radici e il bel ricordo (per usare le parole di Nino Costa) di quella “gent munfrina che, parland, a canta, / ch’a mussa, a fris, a böj … cume ij so vin” (gente monferrina che, parlando, canta, / che spumeggia, frizza, ribolle... come i suoi vini)
Un volo d'autore che incrocia due jet
Un Viaggio d’autore che è in realtà un Volo d’autore...
Genesi. Per tutta la giornata di venerdì, sono ospiti dell’Aero Club Palli, al Cappa di Casale, una quarantina di giovani studenti dei Centri Estivi di Portacomaro guidati da Erika Picone, Franco Zitti , Elisa Vaccarino e Ilaria Viarengo. Sono ricevuti dal presidente Giancarlo Panelli e dai consiglieri Mauro Brunetti, Paolo Ginevro e Stefano Bragato.
In loro onore e come segno di gemellaggio un velivolo del Palli, pilota Bragato, ha compiuto un volo attraverso le colline monferrine. Spiccano i castelli di San Giorgio, di Ozzano,la chiesa che “schiaccia” le case di Treville, Cereseto con il suo castello di favola, Moncalvo con la piazza del Mercato e Penango, dove si incrociano due jet- EFA (European Fighter Aircraft) 2000, Calliano, Castell’Alfero.
C’è un po’ di foschia ma il paesaggio rimane unico; guidati dalla statale arriviamo a sorvolare più volte Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, nel ricordo dei familiari di Papa Francesco che da qui partirono per l’Argentina.
Si vede -Stefano studia quota quasi parallela - un grande, lungo, cascinale che una volta doveva ospitare decine di persone in piena autonomia; sul davanti ha quello che un tempo era vigneto circolare (ingrandendo le foto sembrano poi cespugli di lavanda) ma per la maggior parte è circondato da un bosco; un po’ più a valle una villa moderna con piscina.
Ultima virata che ci permette di sorvolare Penango.
Il volo ha decollato alle 10,42 anticipando di tre minuti il lancio dei paracadutisti (Area Delta) che da tempo han sede al Cappa, su un monomotore Pa28 bianco-arancione sigla Desgc; al ritorno con un atterraggio perfetto (viste le condizioni della pista...) il Bragato-velivolo ha raggiunto il raccordo del Cappa alle 11,15 salutato dallo sventolio dei cappellini dei ragazzi (che ci han pregato di trasmettere articolo e foto al Pontefice, lo faremo).
VIDEO ALLEGATO