Eternit: «Neanche il beneficio del dubbio riusciamo a inculcare»
di Daria Carmi
Recentemente “L'Infedele” di Gad Lerner si è occupato per la seconda volta della questione Eternit, di Casale Monferrato e del difficile momento che la città sta vivendo.
E' infatti sotto gli occhi di tutti la spaccatura avvenuta fra Sindaco e Giunta con una parte di casalesi, e che ha vissuto la sua fase più acuta il 16 dicembre quando in sede di Consiglio Comunale è stata discussa una proposta fatta al Comune di Casale Monferrato dal magnate svizzero Schmidheiny, imputato in un processo che vede il Comune di Casale parte civile assieme a centinaia di privati, associazioni e altre istituzioni, proposta finalizzata proprio all'uscita del Comune dal processo. Lo svizzero, proprietario dell'Eternit Spa dagli inizi degli anni Sessanta al 1986 quando dichiarò fallimento, è accusato assieme al belga Louis de Cartier De Marchienne, proprietario prima di lui della fabbrica, di disastro ambientale doloso e rimozione volontaria di misure di sicurezza provocanti circa tremila morti.
Prima dell'estate lo svizzero a proposto a Casale “18.300.000 di euro a condizione che il Comune proceda alla revoca della costituzione di parte civile nel procedimento penale in essere e alla rinuncia ad ogni altro diritto e/o azione anche riguardo ad eventuali ulteriori procedimenti”.
Notizia questa tenuta segreta da Sindaco e Giunta fino a quando non è stata pubblicata su un giornale lo scorso 7 novembre. Solo in quel momento tutti i soggetti coinvolti, su tutti l'AFEVA (associazione famigliari vittime dell'amianto) ed i Sindaci degli altri comuni costituitisi parte civile nel processo, hanno appreso della cosa e quando il 16 dicembre la proposta è stata discussa in Consiglio Comunale, a centinaia hanno occupato lo scalone del Comune, protestando e interrompendo diverse volte il Consiglio stesso, che si è concluso alle 3 di notte con 19 voti positivi e 11 negativi, quindi la proposta di accettazione dei soldi è stata accolta.
Di fronte a tutto questo una parte sempre maggiore di Casalesi ha reagito e sta reagendo, quella parte cioè che ritiene che accettare questi soldi sia un'errore gigantesco. Fra questi ci sono persone che da 30 anni si occupano del problema e lottano per ottenere giustizia così come moltissimi che proprio di fronte a questa precisa contingenza hanno sentito di dover prendere una posizione; tanto che sabato pomeriggio è avvenuta la fiaccolata più partecipata di sempre, con oltre 3000 cittadini presenti, in una cittadina di appena 36.000 abitanti.
Durante la trasmissione è stato detto per l'ennesima volta che non si tratta di una questione politica.
E' certo che questa non dovrebbe essere trattata come una questione fra Partiti ma di fatto così è stato, i numeri sono chiari, 11 dell'opposizione hanno votato no, 19 della giunta hanno votato si: maggioranza versus opposizione.
Inoltre è una questione politica. Dove proprio la parola politica tocca il suo significato più bello, quello che si riferisce a valori sociali condivisi, che riguardano i cittadini.
E poi perchè abbiamo tutta questa paura di prendere una posizione? E chiediamoci cosa significa il non farlo.
Perchè se significa che tutto è uguale, che una cosa vale l'altra, allora io non ci sto. Se stiamo dicendo che un politico equivale l'altro allora non stiamo affrontando la cosa seriamente, come invece merita.
Credevamo che dopo la fiaccolata il Sindaco avrebbe cambiato posizione, che avrebbe dovuto prendere atto, di fronte ad una sì grande partecipazione, che sono tanti i casalesi che gli stanno chiedendo di non accettare questi soldi.
Invece ieri sera durante la diretta televisiva, ha ribadito pubblicamente che lui questi soldi li vuole, che sta valutando di non prenderli ma a condizione di riceverli da qualcun altro.
A questo punto il gioco di Demezzi è molto semplice: responsabilizzare il Ministro della Salute Renato Balduzzi, che si è interessato al problema e crede che “Casale debba essere anche la città del riscatto, capofila di una situazione che riguarda l'Italia prima e poi il mondo intero”, approfittando di questo momento di sfiducia nei confronti del Governo Italiano per usarlo come capro espiatorio, del tipo: “Mi dispiace, io ho chiesto i soldi allo Stato ma siccome non me li ha dati non ho potuto fare a meno di accettarli.”
Nonostante tutto questo credo che ci sia spazio per la riconquista di un sentimento di alleanza fra i casalesi che in questo momento non si sentono rappresentati dal Sindaco in carica e dalla Giunta con la Giunta stessa. E credo anche sia questo un passo difficile, faticoso, ma importante, fondamentale per il futuro.
E un primo passo che il Sindaco potrebbe fare in questa direzione sarebbe proprio dire "Ascolto i miei cittadini, mi stanno dicendo qualcosa!"
Anche perchè, politicamente, ritengo che il ruolo di un Sindaco, così come quello degli Assessori, sia di essere al servizio dei cittadini. Direi che è una questione di prospettive.
Invece mi trovo nella spiacevole situazione di subire una scelta che è pesantissima, che pago io, che pagano i miei genitori, che pagheranno i miei figli ed anche i figli dei miei figli.
Come se in termini di vite umane non avessimo già pagato abbastanza.
Ed io non posso farci niente. Anche “se io sono tanti”, e probabilmente anche se io fossi “quasi tutti”, anche a quel punto sarei impotente. Anche se lo stiamo dicendo con tutto il fiato che abbiamo in gola, anche se abbiamo ragioni inconfutabili, anche se ci impegnamo il giorno di Natale e quello di Capodanno per dire che noi questi soldi non li vogliamo, è come parlare al vento. Neanche il beneficio del dubbio riusciamo a inculcare. Allora mi chiedo ma è questo il ruolo di un Sindaco, o in generale delle cariche pubbliche.
Non so se è troppo dire “Dov'è la Democrazia”, ma sicuramente chiedo “Dov'è la civiltà?”
Ieri sera il Sindaco era preparato, portava ragioni che, causa l'orario, causa la stanchezza, causa le regole televisive, non sono state contrastate. Ma che sono in realtà molto deboli. Dire che questi soldi servono a poco niente è fin troppo facile.
Demezzi ha raccontato la struggente storia di una casalese che gli ha telefonato.
Una signora che inizialmente era contraria all'accettare i 18.300.000 milioni di Schmidheiny, ma che poi affacciandosi dalla finestra ha visto, come ogni giorno, una distesa di tetti di amianto, si è voltata verso suo figlio ed ha pensato: “Però se questi soldi serviranno perchè il mio bambino non debba continuare ad essere a rischio mesotelioma, se sono una soluzione immediata ad un problema reale allora cambio idea e dico si, prendiamo questi soldi”.
Il problema è che bisognerebbe dire a quella signora che onestamente i 18.000.000 non basteranno per bonificare anche il tetto davanti a casa sua. Ma al contrario ci troveremo davanti, per l'ennesima volta, al danno ed alla beffa.
Ricordiamoci che la bonifica del solo tetto dell'Ospedale Santo Spirito di Casale è costata 10 milioni di euro. Cosa potremo mai fare con 18 milioni?
Guardiamo a questi soldi per quello che sono: noccioline.
Soprattutto se paragonate al patrimonio personale dello svizzero di poco meno di 3 miliardi di euro.
Proviamo a fare un'esercizio che deriva dai giochi di ruolo. Mettiamoci nei suoi panni.
Se io fossi Schmidheiny sarei uno fra i dieci uomini più ricchi del mondo.
Ok, non so immaginarlo, però ci provo.
Sono uno fra i dieci uomini più ricchi del mondo, sto sulla mia spiaggia privata e francamente il mio problema più grande è che il mio martini abbia ghiacchio nella giusta misura e una fetta di arancia guai se è limone. Poi, dopo aver sorseggiato il mio martini perfetto chiederò al mio maggiordono di portarmi il telefono, farò un numero e dirò solo “Quanto mi è costato? 18.300.000 milioni, solo? Sono così scemi che hanno accettato al primo colpo”.
Ed ha anche ragione, perchè siamo proprio un po' scemi.
Mancano tante di quelle cose che è come non vedere un elefante su una Cinquecento.
Prima di tutto manca la proposta di Schmidheiny, nessuno ha visto questa proposta.
Nessuno dell'associazione Afeva, così come i consiglieri dell'oppposizione che l'hanno richiesta senza potervi accedere. Chissà se il Ministro l'ha vista? Io non ci scommetteri..
Ma mancano anche una valutazione sulla congruità della cifra e soprattutto manca un progetto. Non c'è un progetto su come spendere questi soldi. Non c'è qualcuno che ha fatto un preventivo sulle possibilità di ricerca. Nessuno ha parlato di cosa concretamente si possa fare con questi soldi, di cosa si possa bonificare.
La famosa sera del consiglio interrotto più volte dalla cittadinanza, alcuni consiglieri che hanno votato si hanno parlato di una impostazione della ricerca, ammettendo implicitamente che non sono soldi sufficienti per iniziare nessuna ricerca.
Quello che è stato pubblicato è che dal contratto di accettazione di questi soldi deriva l'impossibilità di partecipare come parte ai possibili futuri processi e in eventi connessi.
Il che significa che, accettando, se un domani dovessero esserci ulteriori capi d'accusa, e già ad oggi c' è chi si sta lavorando, noi non potremo avere voce in quanto Casale Monferrato, cosa rilevante soprattutto rispetto alla questione ambientale poichè se trovassimo un giacimento di eternit sotto terra non potremo gareggiare per chiedere risarcimenti e l'intera bonifica sarebbe a carico del comune.
E' così semplice.
Possibile che si debba proprio, ogni volta, andare a sbattere contro l'iceberg?