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I sotterranei del castello

Nel settecentesco “Ducato del Monferrato descritto dal segretario di Stato Giacomo Saletta” così viene presentata quella che un tempo era, con Trino e San Salvatore, una delle tre poderose fortezze del Ducato di Monferrato verso Asti, Vercelli, Alessandria: “Giace il Castello di Moncalvo all’erta del colle pendente verso settentrione di sopra la strada che conduce a Casale, et al prospetto della Piazza del Mercato in forma di quadrilungo con due baloardi, l’un più grosso dell’altro sopra di due angoli che riguardano la detta piazza, a mezo dei quali vi sta la porta, et sopra gli altri due angoli di detto quadrilungo vi stanno due torroni per ciascun angolo in forma circolare et fra mezzo di essi nella cortina che sorte con angolo ottuso se ne vede altro pur simile et tra questo torrone et l’altro suddetto su l’angolo verso Ponente vi è la porta del soccorso, qual esce sopra di un posto avanzato da tre lati retti et tre torrioni circolari, l’uno, cioè il più avanzato, più grande degli altri, dal cui posto si sorte dalla strada coperta”. E poco dopo il prezioso manoscritto del Saletta, che riprendiamo testualmente dai “Brevi cenni storici” di Giovanni Minoglio” (Fratelli Bocca, Torino 1877), aggiunge: “Nella cortina verso ponente è un torrone simile alli sopraddetti, et il tutto circondato da fossa et da controscarpa di muro. Dopo il primo recinto in poca distanza s’innalzano le mura del Maschio di simil figura del primo recinto, eccetto che non vi sono angoli, nel quale salendosi per le scale et ponte levatoio si passa nel cortile del medesimo Maschio, circondato d’abitazioni quasi nuovo maschio. Nel cortile del Maschio si trova un pozzo di considerevole grandezza scavato dentro il sasso murato, che serve per il bisogno della fortezza, oltre una cisterna assai capace. E’ il Maschio un grosso massiccio di sasso vivo scalpellato et vestito di forti mattoni et altre pietre: tutte muraglie delle piante di detto Castello sono di straordinaria grossezza, ma soggette alle mine et ai fornelli”. Rimasto invariato fino al secolo XIX, come attesta l’immagine incisa da Enrico Gonin nel 1856, il profilo di Moncalvo è poi mutato radicalmente con l’apertura della grande piazza porticata, della passeggiata panoramica sull’antica cinta muraria, della torretta-belvedere e dello spazio “metafisico” del gioco del “tambass”, ricavato nella fossa del castello, delimitato da due poderosi torrioni legati da una fuga di eleganti beccatelli. Dionigi Roggero NEI CAMMINAMENTI - Appuntamento con l’assessore Piero Baldovino alla “Bottega del vino” di Moncalvo ricavata in uno dei torrioni del castello, ricordato da un modellino (verde) all’ingresso. I mattoni rossi di questo primo camminamento esaltano i prodotti tipici: in primis i vini, l’olio, il miele, i salumi. Citazione per i depliant che illustrano la zona (dieci e lode a I Colli Divini). Entriamo nel secondo torrione, scendiamo nei camminamenti (oggi magazzino) per fortuna è già stato finanziato il progetto di recupero e ristrutturazione. Al fondo dei corridoi una antica ghiacciaia. E’ previsto anche il riordino dei portici di piazza Carlo Alberto.In totale 800.000 euro, di cui il 60% a carico della Regione Piemonte. Un buon lavoro attira turisti, All’uopo è nata l’Associazione Crescere, formata da volontari per le visite guidate e l’assistenza alle mostre, presidente prof. Debernardi. Salita al vicino belvedere Bonaventura per fotografie panoramiche. Scenidamo verso villa il Geppo (omaggio al conte Grilloe a Pavese) e completiamo con la visita al neonato belvedere di Alfiano Natta per un libro "in corso" Luigi Angelino FOTO. L'assessore Baldovino e il modellino del castello, uno dei torrioni

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Michele Castagnone

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