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  • 27 gennaio 2010
  • Casale Monferrato

Ma è questo il modo giusto per fare educazione alimentare?

Leggo proprio ora sul sito de "Il Monferrato" il dibattito relativo alla casetta del mulino bianco e non mi posso astenere di raccontare quello che è accaduto nella mia casa. Tommaso, il mio figlio più grande, si reca con la scuola a visitare il "Mulino", così ci dice lui la sera prima. Noi senza sapere bene dell'iniziativa commerciale, commentiamo benevolmente, solo un po' dispiaciuti del fatto che lui è intollerante al frumento e si sa nei mulini ce n'è molto. Quando al ritorno, durante la cena, ci racconta per benino la visita restiamo sgomenti...ma come, avete visitato il "Mulino bianco"??? Ci facciamo un po' raccontare ed insieme a lui e a tutta la famiglia ragioniamo un po' sull'accaduto. Ci chiediamo il valore educativo della visita scolastica, ci chiediamo perchè, supponendo che si volesse fare educazione alimentare, proprio alla multinazionale Barilla viene dato questo incarico. Continuiamo la nostra riflessione sul ruolo della scuola in tutta questa storia. Perchè la scuola ha appoggiato tale iniziativa? Volendo anche sostenere un progetto di educazione alimentare( " la colazione all'italiana " si chiama il progetto della Barilla in merito) perchè non tener presente il grosso impatto pubblicitario che questa iniziativa porta con sè?? Non vi pare che i nostri figli non ne abbiano per nulla bisogno?? Crediamo, come genitori, che la scuola abbia l'obbligo di valutare con attenzione quali messaggi offrire ai propri alunni, cosa avvallare e cosa no. Crediamo che creare coscienze critiche, capaci di offrire una lettura delle cose a prescindere dagli stereotipi sociali, sia compito anche della scuola oltre che della famiglia.La nostra riflessione insieme ai nostri figli, che ci chiedono perchè ci stiamo scaldando tanto, continua su tutti quei temi e valori ( biologico, km. zero, prodotti fatti in casa con l'amore della mamma...) che riteniamo fondamentali per costruire coscienze sane, staccate delle convenzioni fino a dove si può, proprio come scrive così bene la nostra amica Katia del circolo Pantagruel.Mi congedo così, scusandomi con il mio meraviglioso figlio Tommaso che alla fine delle nostre chiacchere mi chiede di non scrivere a "Il Monferrato"... Paola Spalla, educatrice e mamma

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Michele Castagnone

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