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Strumenti
Una mappa per individuare aree dismesse e inutilizzate
Già Vercellese e Astigiano si sono mossi. Il Casalese guarda con attenzione

Fare conoscere il territorio, aumentare la capacità attrattiva, favorire nuovi insediamenti produttivi. Ogni strumento deve essere sfruttato, sia questo una Fondazione, sia una piattaforma web. Certo, i risultati si vedranno nel lungo periodo, però prima si comincia, prima ci si colloca su un nuovo mercato che non conosce più i tradizionali confini fisici. Un esempio è la Fondazione Aleramo, guidata da Paolo Secco, nata per «promuovere l’attrazione di investimenti sull’intero territorio del Monferrato Casalese, valorizzando le potenzialità attrattive del Comune di Casale e, in generale, svolgere tutte le attività necessarie al miglioramento delle condizioni socio-economiche del tessuto cittadino, anche attraverso il sostegno delle imprese esistenti». Non a caso Confindustria Alessandria, presieduta dalla casalese Laura Coppo, si è già incontrata con la Fondazione per iniziare ad approfondire il fronte dello sviluppo dell’attrattività. Ma non mancano altri esempi, tutti vicini.
Mappa interattiva
Il primo è quello di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) che ha attivato uno strumento on line (webgis) che consente di individuare, attraverso una mappa interattiva, tutte «le aree a destinazione produttiva e/o commerciale-terziaria che sono disponibili negli strumenti urbanistici dei Comuni delle sue province di riferimento». Il webgis è accessibile a chiunque dalla home page del suo sito web ( www.cnvv.it ) e la pagina con le istruzioni per la consultazione (https://www.cnvv.it/notizia/27570/) contiene anche un link per verificare lo stato di avanzamento dei lavori di posa della fibra ottica a livello comunale.
L’astigiana Ardì
Il secondo esempio arriva da Asti, con la Provincia (il presidente è Paolo Lanfranco) che è prossima a pubblicare online la piattaforma di libero accesso chiamata ‘Ardì’ che consentirà la ricerca delle aree dismesse e inutilizzate su una mappa georiferita, la singola consultazione e la stampa delle schede associate alle zone. A oggi i Comuni della provincia hanno segnalato una novantina di aree libere o dismesse. «Siamo di fronte a un’azione concreta, semplice, a disposizione delle amministrazioni locali e degli operatori economici, per presentare le opportunità insediative dell’Astigiano e attrarre investitori, o quantomeno per non farsene scappare, come è avvenuto troppe volte in passato». Il termine ‘Ardì’, oltre a essere l’acronimo di ‘ARee Dismesse e inutilizzate’, «in dialetto piemontese significa ‘vivo, arzillo’ e ben rappresenta le finalità di sviluppo alla base del progetto. La piattaforma sarà utilizzata per individuare aree in cui sperimentare con la Regione Piemonte strumenti di semplificazione burocratica per realizzare meglio e prima gli interventi».
Misurare la competitività
Lo strumento messo a punto da Cnvv è stato realizzato con un software open source. Cliccando sul perimetro di ogni sito si apre una scheda con i principali parametri: area, altezza, rapporto di copertura, modalità di attuazione, urbanizzazioni e servizi presenti, acquedotto, fognatura e reti di smaltimento reflui, rete gas metano, rete elettrica, viabilità di servizio, destinazione d’uso nel Prg, distanza dall’autostrada. Le informazioni consentono quindi una prima valutazione sufficientemente approfondita.
La competitività si misura sulla base di servizi, infrastrutture fisiche e immateriali, relazioni con il territorio e le pubbliche amministrazioni, ma alla base c’è innanzitutto la conoscenza.
Le iniziative confindustriali e quella astigiana, due casi vicinissimi a Casale, confermano che la tecnologia è in grado di fare compiere il salto di qualità alla promozione. In gioco non c’è solo il recupero di aree dimenticate, bensì il rilancio dello stesso tessuto socioeconomico.
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