Eternit Giustizia: Casale e Pistoia legate dalla stessa lotta

Sabato 18 a Pistoia, partendo dalla presentazione del libro “La fabbrica del Panico” di Stefano Valenti che narra il lavoro e la conseguente malattia a causa dell’amianto alla Breda di Sesto San Giovanni del padre, diverse realtà associative e culturali si sono incontrate davanti ad una sala gremita del Circolo Ricreativo Breda per raccontare un tema per i casalesi purtroppo sempre centrale, ma che in giro per l’Italia ha bisogno d’essere, ricordato e rilanciato continuamente. L’Ansaldo Breda, di Pistoia, è legata a filo doppio con questo racconto che commuove fin dalle prime righe, ed è visibile negli occhi di Barbara Bertucci, figlia di un operaio Breda. Barbara ha perso il suo babbo a causa dell’amianto lo scorso dicembre. E’ emozionata e commossa, racconta la sua storia orgogliosa di ricordare questa figura importante “un operaio orgoglioso di esserlo”, così lo definisce. «Noi, figli di morti per l’amianto, dobbiamo conservare la memoria e portarla avanti, per rispetto di chi ci ha lasciati, ammazzati a causa del lavoro» così ha parlato Valentina, la figlia di Marco Vettori. È intervenuto poi Alberto Prunetti, autore di “Amianto, una storia operaia”, recentemente premiato come scrittore toscano per il 2013. È stata poi la volta di Sandra Fabbri, autentico motore dell’Associazione Vettori, che con il marito Manlio ha deciso di portare avanti nel nome di Marco un percorso che la vede protagonista pure nel Gruppo Pandora, che si occupa dello studio del biocidio nella cosiddetta “Terra dei fuochi” in Campania. Infine Luca di Voci della Memoria che ha raccontato della storia di Casale Monferrato e di chi oggi, a distanza di cento anni dall’inizio della Eternit, gira, informa, racconta per tutte le vittime monferrine dell’amianto, fra le quali Italo Formica mancato per mesotelioma sabato mattina, al quale è stato pubblicamente dedicato un ricordo sventolando il tricolore “Eternit Giustizia” donato a Valentina, perché il sacrificio del suo babbo come quello di Italo non siano invano, invitandola a combattere non solo per far memoria, ma per costruire un futuro diverso proprio dalle tragedie vissute.