Prodotti informatici: commerciante evade 900mila euro di Iva
di b.c.
Grazie a un giro di fatture fasulle ha evaso l’Iva per oltre 900mila euro e, di conseguenza, non ha versato un’imposta di pari importo: ma è stato scoperto e denunciato dalla Guardia di Finanza di Casale. Si tratta di un commerciante di prodotti informatici e macchinari per uffici del Casalese, del quale non sono state rese note le generalità e neppure il luogo dove ha sede la sua attività. Le uniche notizie trapelate riguardano solo la tipologia della società - una ditta individuale, di cui è titolare un quarantenne - con sede legale e negozio vendite in un paese della zona, nell’ambito collinare.
A smascherarlo i militari del capitano Francesca Bertone, comandante la Compagnia Casale. L’indagine era partita un paio di mesi fa quando gli agenti del presidio di via Leardi avevano effettuato un controllo nella ditta - che rifornisce sia aziende che privati - nel corso del quale era emerso come la ditta si rifornisse da alcune “società fantasma”, in un meccanismo evasivo noto come “frode carosello”.
«Il tutto si basa essenzialmente sull’interposizione tra gli effettivi venditori e i reali acquirenti di società fittizie, dette anche “cartiere”, che scambiano la merce solo cartolarmente, dando vita a un giro vorticoso di fatture “soggettivamente” false - spiega il capitano Bertone - In genere si ha a che fare con società prive di forma aziendale, dove non ci sono dipendenti nè macchinari, create ad hoc con l’obiettivo fraudolento di evadere l’Iva. Abbiamo accertato che la ditta controllata aveva a che fare con società fantasma quasi tutte nella zona di Roma».
L’omissione di qualsiasi adempimento fiscale e, in particolare, il mancato versamento dell’Iva, consente poi a queste stesse società di immettere sul mercato prodotti a prezzi inferiori al loro valore e a quello di mercato, creando un danno all’erario ed effetti distorsivi della concorrenza. Nel caso del commerciante monferrino, le società fornitrici sono risultate innanzitutto degli evasori totali - sottratte totalmente al pagamento delle imposte - quindi esistenti solo formalmente in quanto prive di sede, attrezzature e personale.
«È un sistema fraudolento che era stato ideato inizialmente per evadere le tasse nel settore dell’auto ma che poi è stato esteso anche al campo dell’informatica», aggiunge la comandante delle Fiamme Gialle casalesi. Ultimato il controllo, è stata quindi rilevata e segnalata all’Agenzia delle Entrate per il recupero, l’Iva evasa, pari a oltre 900mila euro, che il commerciante casalese ha indebitamente portato in detrazione, utilizzando la fatture false: gli è stata inoltre contestata un’imposta non versata di pari importo.