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L'intervista
Giulia Boda: «Con la musica impari a conoscere il mondo»
Musicista casalese classe '99

Classe ‘99, Giulia Boda, casalese, inizia lo studio del fagotto sotto la guida del Maestro Chenna presso il Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara laureandosi con il massimo dei voti. Giulia collabora attivamente in gruppi di musica da camera e orchestra ricoprendo il ruolo di primo o secondo fagotto e controfagotto.
Attualmente studentessa presso il Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia, iscritta al corso di diploma accademico di II livello in fagotto. Fra le diverse esperienze lavorative possiamo citare l’orchestra Filarmonica di Torino, la Toscanini di Parma e l’Arena di Verona, il “Festival dei due mondi” di Spoleto dove Giulia ha ricoperto il ruolo di primo fagotto nella Turandot sotto la bacchetta del Maestro Palleschi, senza dimenticare importanti collaborazioni orchestrali con i direttori Vitali Alekseenok, Nicola Paszkowski, Felix Hornbachner, Deun Lee e Carla Delfrate con l’Orchestra Giovanile “Sinopoli” presso il Teatro “Massimo Bellini” di Catania. Tra una giornata di studio e una nota suonata, ci siamo fatti raccontare la carriera di una giovane musicista proiettata nel panorama italiano e internazionale. Le persone che ringrazia per essere arrivata fin qui? I genitori e il fratello, che l’hanno sostenuta in questo bel percorso!
Come ha scoperto di essere una musicista?
Nella classe a indirizzo musicale delle scuole medie ho iniziato a suonare il flauto traverso. Mi sono appassionata tantissimo tantoché ho proseguito con il liceo musicale a Novara, per poi diplomarmi. Tra masterclass estive e corsi capii che il flauto non faceva per me e allora ho compreso che il fagotto rappresentava il top del top, innamorandomi subito di quello strumento che mi sta dando tante soddisfazioni!
Pro e contro di uno strumento come il fagotto?
Contro non ce ne sono, i pro sono tanti. In primis il suono perché risulta riconoscibile da tutti quando si suona in orchestra. Un po’ malinconico, un po’ scuro tra gli altri orchestrali però emerge immediatamente. Il contro forse sta nelle dimensioni, è un po’ “gigante”… Altri mi scambiano per una violinista vista la grandezza della custodia dello strumento.
Come sta andando la carriera?
Ho iniziato con la Monferrato Classic Orchestra, successivamente con la Filarmonica dell’Arena di Verona, l’Orchestra Toscanini di Parma, l’Orchestra Giovanile Sinopoli con cui ho suonato a Catania, ho vinto un’audizione con l’Orchestra giovanile di Filarmonici Friulani, grazie alla quale ho trascorso un mese in Germania per eseguire l’opera Elisir d’Amore. Un’emozione dopo l’altra in palchi e teatri così grandi pieni di persone. Da poco ho vinto un’audizione con l’Orchestra Giovanile Sinfonica di Milano e domenica 12 novembre avremo il primo concerto all’auditorium Mahler. E poi sono in attesa di sapere se ho superato il primo round dell’Orchestra Giovanile Europea, la più importante formazione musicale a livello continentale.
Dal primo concerto a oggi… cosa si porta dentro dopo essere salita sul palco?
Il primo concerto da fagottista non si scorda mai. Una grande emozione. Anche se devo dire che tutti gli eventi mi hanno lasciato qualcosa, girando posti nuovi, conosci persone fantastiche… una crescita non solo musicale, ma anche personale. Quando decidi di fare il musicista devi avere la mente aperta e sai che dovrai avere a che fare con molte persone, molte delle quali a te sconosciute.
Fagottisti o autori che apprezza
Un fagottista molto famoso che apprezzo moltissimo è Sergio Azzolini, che ho avuto modo di conoscere. Mi piacerebbe seguire le orme dei fagottisti delle orchestre di Berlino e Vienna. Come autore punto tutto su Tchaikovsky, ha composto le sinfonie più belle.
La situazione orchestrale in Italia
In Italia, abbiamo la fortuna di avere tante orchestre giovanili utili a imparare tanto e capire come ci si confronta con la vita orchestrale. Purtroppo di Orchestre vere ce ne sono sempre meno e tanti musicisti fuggono all’estero. Mi piacerebbe fare un anno in Germania, là esiste la cultura per la musica classica.
Cosa vorrebbe dire a un musicista in erba?
Giovani, buttatevi. Conoscete nuove persone, confrontatevi con altre realtà. Si devono fare tanti sacrifici per poter arrivare lontano. Un sogno? Suonare a Casale e avvicinare tanti giovani delle scuole elementari e medie alla musica classica. Giochiamo bene le nostre carte per avvicinare ragazzi e bambini a un mondo fantastico, che sarebbe bello fare crescere ulteriormente in Monferrato.
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