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Il racconto di Natale
La stella cometa e il lago argentato

Nelle sere d’inverno, quando gli abitanti del cascinale si radunavano nella grande stalla, anche il piccolo Tonino, l’ultimo figlio del fittavolo, aveva un posto fisso sulle balle di paglia. Lì si stava bene, grazie al fiato delle bestie faceva abbastanza caldo, le donne lavoravano a maglia e gli uomini sorseggiavano buon vino mentre, i più anziani, raccontavano storie e favole di tempi passati.
Tonino ascoltava sempre incantato, ma la storia che preferiva in assoluto era la leggenda del Lago Argentato. Nei dintorni questo lago esisteva davvero, anche se ci voleva molta fantasia per chiamarlo in tale modo, infatti si trattava semplicemente di un semplice stagno abbandonato che, a fondovalle, raccoglieva le acque fangose del rio.
- Forse in passato… chi può saperlo? Tra quelle colline scorreva pure il mare, forse dopo ci sarà pure stato qualche lago…- Questa era la convinzione di Tonino, ed anche quella sera era rapito dallo stesso racconto del vecchio Tommaso.
La storia narrava di come quel lago fosse fatato; infatti stando alla leggenda, in una notte di Natale di tanto, tanto tempo fa, il passaggio della stella cometa nel cielo fu il segnale che originò la magia: tutte le altre stelle del firmamento si rimpicciolirono di colpo, si fecero piccole piccole e si tuffarono proprio in quel laghetto nascosto tra le colline.
È chiaro quindi che le acque, con tutte quelle stelle immerse, prendessero il bel colore dell’argento e riflettessero una luce che si poteva vedere anche da lontano; ma il prodigio non finiva lì! Pure i pesci, con le loro squame d’argento, saltarono fuori dal lago, e fecero festa alle stelle, con tuffi e piroette portentose. Da tutto questo insieme di riflessi luccicanti si doveva il nome di Lago Argentato. Unico spettatore fu un pastorello chiamato Astro, il quale dopo il sortilegio sparì in cielo cavalcando una piccola stella...
... Nessuno ebbe il coraggio, di assistere a quello spettacolo che, a detta del vecchio Tommaso, ogni tanto si ripeteva ancora. - Io si! - Tutto animato, gridò Tonino: - Io non ho paura, vorrei tanto vedere il prodigio di Lago Argentato! - Beh, se ti capitasse, stai solo attento di non salire cavalcioni di una stella, altrimenti… ciao Tonino! - E tutto finì in una risata collettiva. Quella notte il piccolo non riusciva a prender sonno, eppure era una notte speciale, era la notte di Natale e si doveva dormire, lesti lesti per non sorprendere Gesù Bambino mentre sarebbe venuto a portare i regali, e poi al mattino ci si doveva alzare presto per andare in chiesa, su, al paese.
- Se potessi riscrivere la letterina a Gesù, gli chiederei di farmi vedere il prodigio del lago, ma ormai quel che è fatto è fatto… - Mentre si rigirava nel lettino con questi pensieri, Tonino sentì bussare ai vetri della finestra: toch, toch, toch! - Tonino, Tonino…
- Chi mi chiama? - - Sono io, sono Astro. Questa sera si ripeterà l’incanto di Lago Argentato. Sono passato a prenderti per andare a vederlo insieme -Tonino non credeva alle sue orecchie ma non se lo fece ripetere due volte, si rivestì in fretta ed uscì dalla finestra col nuovo amico. In cielo brillava una Stella Cometa. Ben presto arrivarono allo stagno che, sorprendentemente, era colmo d’acqua, un’acqua limpida come non s’era mai vista.
- Guarda nell’acqua, Tonino. -L’acqua rifletteva il cielo stellato; ad un certo punto i bagliori delle stelle parvero rimpicciolirsi ed una miriade di pesci d’argento incominciò a bucare le loro immagini nel lago compiendo salti e piroette.Tonino era senza fiato, alzò il capo e vide che le stelle si erano veramente fatte piccole piccole; sembravano tante lucciole, come quelle che nelle sere d’estate si vedevano nei campi, le stelle scendevano dal cielo e si stavano tuffando nel lago.
Si rialzavano e si rituffavano provocando delle cascatelle d’argento, danzavano con i pesciolini e qualche stellina fece pure un girotondo con i due bambini. Tonino era fuori di sé dalla gioia. Correva, saltava, ballava, accarezzava le stelline che gli passavano accanto, giocava con loro… sempre stando attento di non salirvi cavalcioni! Dalla vallata si alzava una gran luce argentata e pareva fino che si sentisse arrivare una musichetta...
- Drinn! - Tonino, alzati dormiglione! Non senti neppure la sveglia! -Gridò la mamma attraverso la porta.- E’ ora di andare a Messa. Poi, se vuoi, ti porto a vedere lo stagno che tanto ti entusiasma. Ho sentito che c’è una novità: l’acqua è tornata limpida e pare che sia nuovamente pieno di tanti pesciolini argentati…-.
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