150 anni fa. Dietro al ferreo cancello l’incontro di Garibaldi con Vittorio Emanuele II
“Su i colli digradanti da S. Salvatore a Castelletto, nel bacio caldo del sole, apre la graziosa villa il ferreo cancello, nascosta quasi in una fragrante fioritura di rose e di glicine. E’ la Pona, la casa ospitale a Vittorio Emanuele II che vi fece breve dimora dal 1° all’11 Maggio 1859, ponendo ivi il suo quartier generale, nel muovere alla Guerra Santa di nostra redenzione”.
Così scriveva l’avv. Felice Bobbio sul numero unico intitolato “San Salvatore Monferrato nel passato e nel presente”, pubblicato nel 1911 in occasione del cinquantennio dell’Unità d’Italia.
Giunto a San Salvatore di domenica, il primo giorno di maggio, il re aveva preso alloggio a Villa Pona, ospite del cav. Carlo Felice Re, sindaco e proprietario della villa che accolse il quartier generale principale”.
Tra i molti personaggi importanti che fecero visita al sovrano Felice Bobbio ricorda con queste parole l’Eroe dei Due Mondi: “Due uomini si levano nel pensiero evocatore attorno al piccolo tavolo da studio, Vittorio Emanuele e Giuseppe Garibaldi. – Qui, il secondo acclamava il Gran Re Duce della titanica spedizione; qui, su quel piccolo tavolo, Vittorio Emanuele vergava il proclama famoso che attorno al condottiero leggendario chiamava il suo popolo alla riscossa, e lo lanciava nell’alta Lombardia alle reni dell’eterno nemico. E nel giorno dell’otto Maggio durante la breve sosta alla Pona l’animo grande di Garibaldi vibrò all’unisono con quello del Gran Re pel comune ideale di una patria libera e forte”.
Solo una decina di giorni si fermò il re a Castelletto, poi lo spostamento dell’esercito austriaco impose il trasferimento del quartier generale prima ad Occimiano, poi a Casale e infine a Vercelli; tuttavia per esplicita richiesta del proprietario della villa, la camera da letto e il piccolo studio occupati dal sovrano rimasero tali e quali a ricordo dell’illustre ospite. Due mesi dopo il cav. Carlo Felice Re otteneva il titolo di “barone della Pona”.
E così, di fronte alla storica residenza ormai priva dell’agile torre, non resta che il ricordo affidato alle sentite espressioni di Felice Bobbio: “Bella e memorabile Villa, la Pona! L’occhio del visitatore leggerà in essa una chiara pagina di storia. – E il viandante attraversando l’ampia strada solatia, che da Castelletto conduce a S. Salvatore, mentre l’alba ha fatto purpureo l’orizzonte, stupirà vedendo l’agile torre inghirlandarsi di sole, pavesarsi delle gloriose bandiere che sventolarono al vento nel Maggio 1859, l’Italiana, la Francese, al Sabauda, e richiamata nella visione radiosa l’immagine della patria redenta ed unita, dal luogo segnato dalla prima pietra miliare del lungo cammino, manderà il saluto commosso all’ultima meta raggiunta, alla gran madre: Roma!”.
Dionigi Roggero
UNA LAPIDE STORICA
Siamo alla periferia di Castelletto verso San Salvatore, di fronte al cimitero, in viale Rimembranza 36a.
Con un “lasciapassare verbale ” del sindaco avv. Paolo Borasio suoniamo alla porta di Villa Pona (sopra il campanello si legge “dal 1° all’11 maggio qui dimorò Vittorio Emanuele II”, e questo ci intimorisce un poco), meglio suoniamo a quello che resta della villa.
Infatti per pericoli di crolli (la torretta era ‘implosa’) l'edificio venne ristrutturato nel 1978 (“Alle Belle arti non interessava”).
Ci ricevono gentilmente Lorenza e Remigia Terzago, madre e figlia. Amano questo luogo di pace pur avendo prima casa in un altro luogo magico sul lago Maggiore a Pallanza vicino alla villa S. Remigio (con le reminescenze -a S. Remigio- delle fondatrici Caterina, Eleonora ed Ester, le tre figlie di Peter Browne, diplomatico inglese incantate dal luogo).
Nonno Rodolfo, era proprietario di una Fonderia artistica, la f.lli Terzago, tra i “clienti” Leonardo Bistolfi, lo scultore gloria di Casale, e Paolo Troubetzkoy, (il grande scultore morì proprio a Pallanza nel 1932) di cui era amico.
Le due signore ci fan vedere le foto della villa prima dell’abbattimento, sul lato destro campeggiava una grande lapide che ritroviamo appoggiata al muro verso il giardino dove una fontana ricorda gli antichi passaggi.
Ci fermiamo a lungo in giardino e possiamo immaginare il panorama verso la pianura dove si affacciava il re Vittorio Emanuele II ma secondo i nostri anfitrioni passeggiavano anche Cavour e la Bela Rusin (c’era un passaggio segreto tra le due camere da letto, ci dicono...).
La lapide è un distillato di storia un po’ aulico ricorda: “Vittorio Emanuele II sfidata l’austriaca signoria a lotta mortale qui ove ebbe i natali l’eroe di Santa Lucia Giuseppe Re in vista della memore e forte Alessandria piantava il primo suo quartier generale... Su questi verdeggianti poggi, due volte sacri alla fortuna d’Italia, fra molti e prodi uomini dell’esercito alleato italiano-francese il Dio della guerra a Giuseppe Garibaldi lui acclamava Duce. De l’ospite devoto e fedele cavaliere Carlo Re l’attuale discendente diritto nipote Carlo dopo dieci lustri adempie il voto di tante memorie superbo, l’umile sua terra elevata allora a baronia della Pona a perenne ricordo della sua prima regale dimora nell’imprendere la guerra dell’italiana indipendenza la consacra a la venerazione dei posteri. 1909”.
Un’ultima discendente della famiglia Re andò in sposa a un Terzago, di qui l’attuale proprietà.
Si sta organizzando da parte del Comune in villa un convegno il 9 maggio alle 15 con lo storico Massobrio e il giornalista e scrittore Ito de Rolandis e per tale data verrà rimontata la stanza da letto reale corredata dalla sala da bagno con lavandino di porcellana ovale autentico usato dal re, portato per ragioni di security a Pallanza nella villa Terzago.
Un convegno in un luogo quanto mai adatto secondo Aldo di Ricaldone quei giorni di sosta a villa Pona “risultarono cruciali per l’esito della guerra” ad esempio il sette maggio qui pervenne la notizia delle risaie allagate per bloccare l’avanzata austriaca, l’8 maggio il re era andato a Messa nella vicina S, Siro con tutto lo stato maggiore (celebrante il cappellano militare don Stellardi) e il 10 ricevette in udienza il colonnelo inglese Cadogan e il generale francese Niel. Che storia 150 anni fa in dieci giorni!
Luigi Angelino
FOTO. La grande lapide, l'incontro con le proprietarie e villa Pona con la sua torretta prima della radicale trasformazione