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L'intervista
Il nuovo libro di Nicola Roggero: “Storie di atletica e del XX secolo”
Il giornalista casalese e voce di Sky Sport

Quando leggerete il libro sentirete la sua voce. Nulla di preoccupante, quando si parla di storie di sport, vicende che sembrano scritte e approfondite dalla minuzia enciclopedica del giornalista casalese Nicola Roggero, voce di Sky Sport, nuovamente in libreria, questa volta con l’atletica e i suoi grandi personaggi. “Storie di atletica e del XX secolo” (Add Editore) racconta venti parentesi che si intrecciano con note vicende del Secolo Breve, fino ad arrivare al brutale attacco all’Ucraina.
E poi si sa Roggero e l’atletica sono un binomio sicuro: “Mia mamma deve essersi accorta della mia passione per l’atletica leggera, tanto da scodellarmi al mondo il 7 ottobre 1964, con un tempismo perfetto: tre giorni dopo sarebbero cominciate le Olimpiadi di Tokyo con le gare di atletica al via il 14”. Leggete e approfondite. “Storie di atletica e del XX secolo” sarà presentato molto presto a Casale.
Da dove nasce l’esigenza di raccontare queste vicende, inserendole in un preciso contesto storico-sociale?
Un’idea che nasce dall’editore di Add, Stefano Delprete, che un anno fa mi ha chiesto se fossi interessato a scrivere un libro sull’atletica, coniugandola all’aspetto civile e sociale. L’atletica è lo sport più globale perché maggiormente praticato e quindi ho raccolto venti racconti che potessero interagire con caratteri della storia del XX secolo: dall’inizio delle battaglie dei nativi americani fino alla attuale guerra in Ucraina.
Tutto inizia con la storia di Jim Thorpe.
Era un nativo americano che arriva al riscatto sociale attraverso i risultati sportivi. Le vittorie alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 scatenano una reazione da parte di Avery Brundage, futuro presidente del CIO. Thorpe avrebbe guadagnato giocando a baseball, cosa che all’epoca non era concepibile, e così gli vennero tolte le medaglie olimpiche. Lo stesso Thorpe condusse una battaglia per riaverle. La vicenda si conclude 30 anni dopo la sua morte quando vennero restituite nel 1983. Nel frattempo la carriera di Thorpe si era spostata nel baseball e nel football, attraversando anche momenti bui nella droga e nell’alcool. Un riscatto sociale mancato e i nativi americani sono stati considerati gli ultimi degli ultimi.
Cosa ti affascina dell’atletica, sport universale?
L’atletica, con la sua praticabilità universale, fa sì che a qualunque individuo sia concessa una chance. Una bella metafora per la società civile, che dovrebbe applicarsi più spesso. Ogni individuo dovrebbe essere giudicato per il talento che ha! Ed ecco che nazioni come la Jamaica o l’Etiopia si mettano alla pari di grandi potenze occidentali. E poi per vincere, devi sempre battere oltre 200 paesi nel mondo, la bellezza sta proprio in questo!
L’atletica è stata una delle prime attività a valorizzare le donne, ma…
L’atletica mette tutti sullo stesso piano, ma molte donne hanno subìto episodi inconcepibili, come Hassiba Boulmerka, la mezzofondista algerina, che era vittima dell’integralismo islamico. Non le era permesso indossare la classica divisa con maglietta e calzoncini, vinse la medaglia d’oro a Barcellona 1992, minacciata di morte dagli estremisti islamici, durante la sua carriera ha dovuto a lungo vivere all’estero ed essere scortata negli stadi. Così come le Tigerbelles, guidate da Ed Temple, squadra formidabile femminile dell’università per neri di Tennesse State. Nei suoi quarantaquattro anni di attività le sue atlete vinsero ventitré medaglie olimpiche. Partecipando ai meeting negli Stati Uniti e non sapendo se fosse loro concesso un posto per dormire erano costrette a fare viaggi interminabili. Sono storie di ragazze del periodo di Rosa Parks, celebre per non aver ceduto il proprio posto sull’autobus.
Saresti andato oltre le venti storie?
Non sarebbero bastati duecento racconti… è un libro che va oltre la semplice vicenda sportiva, come ad esempio il discobolo della Germania Est, Wolfgang Schmidt, che viene aiutato dagli avversari della Germania Ovest, una vicenda degna di sceneggiatura alla Spielberg come nel “Ponte delle Spie”; ci sono situazioni romantiche ma difficili come l’amore tra la medaglia d’oro nel lancio del peso Fikotova e l’oro nel martello Connolly.
Vicende che si intrecciano come gli atleti di salto in alto immortalati nelle uniche immagini che sono presenti nel libro.
Brumel e Fosbury, entrambi legati dalla conquista dello Spazio. Brumel emerge quando i russi lanciano Gagarin e Fosbury si riprende quando gli americani compiono l’allunaggio. Brumel è straordinario interprete dello stile ventrale, Fosbury si inventa il salto all’indietro modificando per sempre la disciplina. Gagarin e Brumel erano due personaggi simpatici, miti autentici, modelli esportabili in tutto il mondo. Brumel ebbe poi un incidente in moto e non seppe più tornare competitivo, a sostenerlo l’americano John Thomas, che veniva sempre sconfitto dal russo. Nel 1968 arriva Fosbury che prende il posto di Brumel, poi i sovietici hanno un ulteriore colpo di coda con Vladimir Yashchenko e il suo salto ventrale.
Passando all’attualità, stanno per iniziare i Mondiali di Atletica a Budapest. Che Italia vedremo?
Possiamo aspettarci ottime cose. Certamente dal salto in alto con Tamberi, poi con il salto in lungo femminile con la Iapichino e dalla marcia con Stano, Fortunato e Palmisano…e poi se Furlani si dimostrasse più maturo dei suoi diciotto anni, nel salto in lungo e perché no, magari recuperiamo Marcell Jacobs, le staffette potranno fare ancora bene… Vedremo tanti azzurri in finale, faranno cose egregie.
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