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Coronavirus

L'orgoglio della Comunità Albanese per gli aiuti sanitari inviati da Tirana

Sul messaggio di Rama, si è espresso anche il casalese Riccardo Calvo. “è, forse, la cosa più bella che sia stata detta e fatta da un Paese straniero"

“Lo so che, a qualcuno, qui in Albania, sembrerà strano che 30 medici e infermieri della nostra piccola armata in tenuta bianca partano per linea del fuoco in Italia. So che anche laggiù è orami casa nostra, da quando l’Italia e i nostri fratelli e sorelle italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro; quando l’Albania bruciava di dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile e le   risorse umane e logistiche non sono illimitate. Ma, non possiamo tenerle ferme in attesa che vengano chiamate, mentre in Italia, dove si stanno curando negli ospedali anche malati albanesi feriti dal nemico invisibile, hanno un enorme bisogno di aiuto. E’ vero che tutti sono rinchiusi dentro le proprie frontiere e anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri. Ma, forse, esattamente perché noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non ci possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia, che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra dove nessuno può vincere da solo e voi, cari membri coraggiosi, di questa missione per la vita, state partendo per una guerra che è anche la nostra; l’Italia la deve vincerla e la vincerà anche per noi, per l’Europa e il mondo intero”.

Hanno fatto il giro del mondo le parole di Edi Rama, Primo Ministro dell’Albania. Poche, essenziali, autentiche e coraggiose. Parole che esprimono il valore umano prima degli interessi economici; parole che sono espressione di umana fratellanza e dell’alto valore della vita e della solidarietà tra i popoli delle Nazioni.

Anche a Casale Monferrato il messaggio del Primo Ministro dell’Albania è giunto chiaro, al netto di quel superfluo, troppo spesso abusato, che serve più all’immagine e alla comunicazione, che non alla sostanza. Quel messaggio, anche nel Monferrato, è giunto ristoratore e latore di speranza, nonché trapelante di amore fraterno.

Il legame tra Monferrato e Albania si rifà ad una storia di diversi secoli fa, quando, nel 1486, uno dei governatori di Casale Monferrato fu un albanese originario di Durazzo. Nella primavera del 1991, giunse in città un treno carico di circa 900 albanesi (27 mila in Italia), in fuga dalla crisi economica e dalla dittatura dell’Albania. Oggi, la popolazione albanese rappresenta una realtà importante, anche, nella società monferrina contando, solo nell’edilizia, circa il 60% tra imprese e lavoratori. Nei mesi scorsi, il casalese era tornato ad unirsi in una raccolta fondi per sostenere la popolazione terremotata albanese.

Sul messaggio di Rama, si è espresso anche il casalese Riccardo Calvo. “è, forse, la cosa più bella che sia stata detta e fatta da un Paese straniero. Tutti gli altri, dentro le loro iniziative, hanno logiche non del tutto chiare e spontanee. E’ toccante il passaggio in cui dice: ‘forse, perché siamo poveri siamo solidali e non manchiamo di memoria’. L’accoglienza che gli italiani riservarono ai fratelli albanesi e quanto loro, oggi, stanno facendo per noi, rappresenta lo spirito che dovrà caratterizzare il futuro dell’Europa e del mondo”


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Frediano Perucca

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