Vicende storiche e archivi nella ristampa del volume di Luigi Piazzano
E’ tornato in questi giorni nelle case dei balzolesi, a più di 70 anni di distanza dalla sua pubblicazione, l’edizione anastatica dell’opera di Luigi Piazzano “Balzola nelle sue vicende storiche”, offerta come strenna natalizia dal Circolo Futura Balzola, presieduto da Maurizio Coppi.
Era stato pubblicato nel lontano 1937, dodicesimo volume della prestigiosa “Biblioteca della Società di Storia Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti”, dalla sezione alessandrina della Regia deputazione subalpina di storia patria, che aveva già dato alle stampe le opere di Mario Viora, Francesco Gasparolo, Lodovico Vergano e Noemi Gabrielli.
Lodevole l’iniziativa di proseguire “nell’opera di recupero della memoria storica attraverso la ristampa di libri che riguardano il luogo ove viviamo”, come si legge nella breve presentazione, anche perché il libro, esaurito da tempo, non è facilmente reperibile, almeno sul mercato.
E’ sufficiente consultare “Maremagnum”, il principale sito web italiano dedicato al mondo del libro antico e raro, che mette in linea i cataloghi pubblicati dai singoli librai antiquari, per trovare una sola scheda del volume in perfette condizioni di conservazione, con dedica autografa, al prezzo di 50 euro.
Oltre alla raccolta storica, culturale e di costume, l’opera si distingue per la vastità dei fondi archivistici consultati e soprattutto per le notizie sull’archivio comunale di Balzola, quasi totalmente distrutto nell’incendio del 1775. Una perdita incomparabile che fece scrivere a Nicomede Bianchi (riordinatore degli antichi documenti piemontesi) che: “Balzola non ha carte anteriori al 1814”; una affermazione esagerata per l’autore che è riuscito a scoprire documenti cinquecenteschi di grande rilevanza storica.
Approfittiamo della gentilezza del sindaco e dell’impiegata comunale, per raccogliere qualche notizia bibliografica dell’autore.
Luigi Piazzano era nato a Balzola il 30 gennaio 1903, da Annibale e Giubasso Luigia, nella casa dell’allora via Savonarola (oggi via Marconi), al numero civico 20 (ci sarebbe da mettere una lapide...).
Una prima iscrizione, sotto la data del 20 ottobre 1932, indica come provenienza Trecate.
Trasferì la residenza in seguito al matrimonio con Maria Mazzinari, celebrato nel febbraio 1939 a Novara, dove fu insegnante e preside, oltre che ideatore del “Tennis Club Piazzano”, che oggi ospita la “Scuola Addestramento Tennis”, una delle più complete e importanti realtà didattico-sportive piemontesi. Era sorto nel 1959, come unico campo adiacente allo stadio di atletica leggera con funzione quasi esclusiva di attività dopo scolastica, poi ampliato da Ettore Poggi Steffanina, dopo la scomparsa del preside, avvenuta a Novara il 10 dicembre 1961. In città abitano i figli Guido e Vittorio, mentre è scomparso prematuramente nel 2001 Piero, giornalista scientifico, distintosi per la sapienza divulgativa, come redattore editoriale e giornalista scientifico, nella realizzazione di enciclopedie per De Agostini e Mondadori, e come collaboratore di importanti riviste.
Oggi il suo nome è ricordato dal prestigioso “Premio Giornalistico Piero Piazzano” per la divulgazione di temi scientifici ed ecologici che viene assegnato ogni anno dal 2002.
Dionigi Roggero
SAN MICHELE: UN PATRIMONIO D'ARTE DA VALOIZZARE
Arriviamo martedì mattina a Balzola grazie al libro “Balzola nelle sue vicende storiche” di Luigi Piazzano.
Puntiamo al Municipio, la neve di ieri rende meno aggressivi i cannoni nel piazzale antistante.
Controlliamo (è una nostra ultima mania) se l’ascensore (pensiamo ai disabili) funziona (positivo). Saliamo le scale, al primo piano ci ricevono il sindaco Gianfranco Bergoglio e il presidente del Circolo ‘Futura Balzola’ Maurizio Coppi, un sodalizio che conta ben 230 soci. A loro va il merito della ristampa anastatica del volume di Piazzano (v. articolo del prof. Roggero) che è stato donato in occasione del Natale a tutte le famiglie balzolesi. Aggiungiamo che l’ufficio del primo cittadino è impreziosito da tre quadri di Micheletti (tra cui un pregevole autoritratto) e alcune curiosità come una radio rurale e (siamo multietnici) la ‘mano di Allah’ (con pugnale marocchino) dono di un immigrato.
Chiediamo del castello Grignolio al centro del paese apprendiamo una curiosià da approfondire: è stato venduto su internet negli Stati Uniti ed è in corso di restauro. Due gli edifici storici balzolesi palazzo Morelli-Callori e casa Fassati, oltre al castello storico di proprietà Bertinotti (oggetto di un precedente Viaggio d'autore).
Parliamo di una iscrizione greca scritta su un tavellone di palazzo Callori, ci forniscono lo stampato che mandianoi n Toscana al prof. Olimpio Musso per la traduzione. Dalla prima risposta a tamburo battente parrebbe un testo poco chiaro se non uno scherzo "Tra i caratteri maiuscoli greci ci sono tre lettere latine: L nella riga 2 ; R e D nella riga 3. Le prime due righe contengono parole greche, che traslitterate suonano: ei meli zes aiei e mala de. Il significato, bislacco, è il seguente: “se miele di vita sempre o davvero”. Nella riga 3 si inizia con un gruppo di lettere ,aigiro (con R latina),che può essere inteso come il principio del termine che in greco vuol dire pioppo (aigheiros). Ci sono poi lettere greche più due latine (RD) che non danno il minimo senso. La conclusione è ironica: alché (termine greco) balsolleio (forza balzolese)". Bisognerebbe in ogni caso vedere i caratteri per giudicare l’età.
Chiudiamo la parentesi greca.
Coi nostri cortesi interlocutori si apre il discorso di contenitori adatti, per il Comune siamo a quota zero, noi suggeriamo San Michele. Via veloci quindi verso San Michele (il sindaco ha ritirato la chiave dal parroco don Unia) una bellissima chiesa (del resto è dello Scapitta) di cui, ci dicono, è difficile stabilire oggi la proprietà (la Confraternita omonima non è più attiva). Per noi in ogni caso e’ sempre una emozione rivedere i quattro quadri del Guala giovane (la prima volta fu con Idro Grignolio cui mandiamo un saluto affettuoso) anche se il “contenitore” ci appare più degradato dalla nostra ultima visita e senz’altro non adatto per ospitare questi gioielli.
Da aggiungere gli splendidi paliotti d’altare (e uno è pudicamente nascosto perchè in stato comatoso). Un’altra preziosità è data dal San Michele marmoreo incassato nel muro di ingresso, che faceva parte di un antico altare del Duomo di Casale come risulta da recenti studi di Lorena Palmieri.
All’uscita per scaldarci sorbiamo un caffè al Bar (grazie sindaco); ci si avvicina Giuseppe Varalda ricorda che il bisnonno Felice Varalda era il priore della Confraternita di San Michele “E’ un peccato che questa chiesa sia oggi ridotta così”. Il nostro compito è segnalare e... sperare.
Luigi Angelino
FOTO. La piazza del Municipio coi cannoni illeggiadriti dalla neve. San Michele. Particolare di un paliotto