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Sabato 26 ottobre

Bosco della Pastrona: pedalata di protesta contro la devastazione

Fiab Monferrato segnala interventi di disboscamento dell’area verde

«Nonostante nessuno in zona ne parli, un altro sperpero di denaro pubblico (poco meno di 350mila euro stanziati) sta distruggendo il Bosco della Pastrona, giustificato dal committente quale “opera necessaria per la messa in sicurezza del luogo”. Un cantiere invasivo, anzi meglio dire “distruttivo” dove a rimetterci, oltre le piante (molte di queste ancora vive) sono i tantissimi fruitori monferrini (e non) di un importante area verde urbana dedicata allo sport e al tempo libero». 

Lo segnala sul proprio sito social l’associazione Fiab Monferrato che aggiunge: «Chi in questi giorni passeggia o pedala nel Bosco della Pastrona (anche a suo rischio e pericolo) vede il cartello del cantiere che dice: “Investimenti per accrescere resilienza e pregio ambientale degli ecosistemi forestali, incremento della resilienza e del pregio ambientale delle foreste della fascia fluviale del Po vercellese-alessandrino in attuazione del P.F.A.”. In realtà, le opere (scempio) previste in questo ex “Paradiso naturalistico” stanno vanificando, con immani interventi di sterro e disboscamento, anni di paziente lavoro dei volontari di Fiab Monferrato per la realizzazione dei percorsi ciclo-pedonali, che sono stati sconvolti, come e peggio della più devastante piena del fiume».

Aggiungono dall’associazione di promozione turistico-sportiva: «Ricordiamo che da anni, senza alcun contributo, gratuitamente decine di volontari di Fiab Monferrato e del Kintana, lavorano nel tempo libero per mantenere il Percorso e il Bosco accessibile a tutti. Dopo quanto sta succedendo al Bosco della Pastrona, a seguito di un cantiere invasivo e distruttivo del bosco, anche se si dice sia necessario per la “messa in sicurezza del luogo”, si è pensato di annullare, per protesta, il “Kintana Day” di domani, sabato 26 ottobre. Ma il ricordo di Giò, l’amico Giovanni Pinna, atleta e membro del nostro direttivo che ci ha lasciati il 22 agosto del 2020 in bici, ci fa cambiare idea; confermiamo l’evento che trasformeremo in qualcosa di diverso».

Oltre ad allestire l’ultima “Porta di Ingresso”, dedicata a Gianni Pinna (che il 30 ottobre avrebbe compiuto gli anni) Fiab Monferrato invita tutte le persone che hanno frequentato il Percorso in questi anni perché il “disastro” sia a conoscenza di tutti, manifestando il giusto dissenso di chi lo ha voluto e con tanta fatica lo ha attuato in anni di duro lavoro gratuito. Per capire meglio cosa sia una Porta di Ingresso, nel sito viene mostrata la prima Porta installata dai volontari di Fiab Monferrato e amici vari, dedicata ai “Bikers Monferrato” che hanno contribuito, autotassandosi, a sostenere il costo della struttura.

«Ricordiamo che oltre le Porte di ingresso (in totale 4 compresa quella di prossima installazione dedicata a Pinna) moltissimi monferrini si sono autotassati per pagare i cartelli di geolocalizzazione, questi quasi tutti distrutti dai lavori del cantiere in corso. Allora ci troveremo, speriamo in tanti, dalle ore 9 presso la Diga del Canale Lanza, sul fiume Po in quartiere Ronzone, dove installeremo l’ultima “Porta di Ingresso” del “fantomatico” Percorso Kintana e insieme, fino al tramonto, gireremo a piedi o in bici all’interno del Bosco per fotografare lo scempio ambientale che si sta realizzando, in modo che più persone vengano a conoscenza della situazione di un ex polmone verde della città e di un ecosistema che non c’è più. Ormai di molte aree naturali, patrimonio a verde invidiato dai residenti delle metropoli urbanizzate e cementificate, ne resta ben poco; deforestazione e asfalto in nome della sicurezza e del profitto. Ma il “pensiero devastante” non vive solo da noi. Pensate, in Toscana, sulle Strade Bianche, territorio dell’Eroica che attrae tutti gli anni migliaia di turisti da tutto il mondo, la lobby dell’asfalto primeggia su una delle iconiche Strade Bianche nei pressi di Castiglion del Bosco. Nel nostro piccolo, magari senza ottenere giustizia, saremo a manifestare il giusto dissenso nei confronti di chi pensa di attuare soluzioni non sostenibili per l’ambiente e per la popolazione».


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Michele Castagnone

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