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  • 31 maggio 2012
  • Odalengo Grande

Il 2 giugno sarebbe bello celebrare l'Italia che “ripudia la guerra”

Cari sindaci monferrini, il 2 giugno ricorre la Festa della Repubblica, che viene celebrata con la parata militare, la sfilata di cinquemila (5.000!) uomini e donne armati, la mostra di carri armati e razzi. E' una contraddizione divenuta ormai insopportabile. Noi vogliamo essere cittadini obbedienti alla Costituzione italiana, scritta subito dopo il flagello del secondo conflitto mondiale, e proprio per questo tesa al ripudio della guerra stessa. Lo dice l'articolo 11. Questo è il ripudio della Costituzione, non della guerra. E' il rovesciamento della verità. Il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile. I militari hanno già la loro festa, il 4 novembre, che ricorda “l'inutile strage” della prima guerra mondiale, come disse il papa Benedetto XV. Perché non chiedete al Presidente della Repubblica di abolire la parata militare del 2 giugno, anche per rispettare la necessità di risparmio economico (ci costerà dieci milioni di euro!), devolvendo la spesa per l'accompagnamento dei disabili? Si potrebbero invitare i giovani disoccupati e i pensionati come rappresentanti del popolo italiano in sofferenza. Il 2 giugno sarebbe bello celebrare l'Italia che “ripudia la guerra” e dove possibile organizzare delle sfilate dove i cittadini disarmati innalzino i cartelli con l'articolo 11 della Costituzione. Cosa ne dite? Ci state?

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Michele Castagnone

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