Dialetto, con Olimpio Musso- Longobardia, il bel paese dove il "balengo" suona
La prof. Giuse Vipiana, avendo trovato in un racconto di Cesare Pavese il termine “balengu”, si è rivolta al sottoscritto per conoscerne l’etimologia: “A Balzola usavamo balengu per indicare un tipo di cui non fidarsi; Luciano [il Dr.Albani, marito] dice che a Torino ‘intendevamo un tipo un po’ strano e un po’ stupido,e quindi inaffidabile’ ”. Ma qual è l’etimo? mi chiede a bruciapelo. Avevo sempre usato la parola, ma non mi ero mai domandato da dove questa provenisse.
Siccome da qualche tempo a questa parte conduco spericolate ricerche nel campo dialettologico monferrino, che sfociano quasi sempre in articoli su questo giornale, sentii il dovere di tentare di soddisfare la curiosità dell’illustre collega. Da una ricerca presso i miei corrispondenti linguistici potei constatare che il vocabolo è diffuso nell’Italia settentrionale, dal Piemonte al Friuli.
In Toscana non è conosciuto (come mi dicono il prof. Meris Mezzedimi e il prof. Marco Barsacchi). Il senso - troviamo in G. Gozzano (1883-1916) “Ah che balengo!”- è pazzo, bizzarro, strano (Battaglia, GDLI vol.2 p.6).
Teresio Malpassuto mi dà il seguente limpido parere: “Il significato è: strano, stravagante, epiteto con cui si bolla una persona di poco affidamento, non meritevole di considerazione. Nell'uso più corrente vale come sciocco, stupido.”
In genere questo è in effetti il significato del termine nel nord Italia, che perciò potremmo definire dantescamente il bel paese dove il balengo suona. Oltre a Gozzano, altri scrittori hanno usato la parola. Primo Levi, La chiave a stella (1978) p. 1052:lo chiamerei il progettista balengo; p. 1062: io che facevo il balengo tutto il tempo; a p.1098 : La madre dei balenghi è sempre gravida: anche da queste parti. Anche Ennio Flaiano (Pescara 1910), probabilmente ispirandosi ai dialetti dell’ antica Longobardia, lo usa nel Diario notturno (1956) p. 221: “È proprio scema balenga”
Gli studiosi danno come incerte le etimologie proposte: “Balengo. Voce di origine discussa: dal latino bis rafforzativo (‘due volte’) riferito al francone link ‘sinistro’ o, piuttosto dal veneziano balèco ‘bieco (di occhio)’, che pur rimane senza etimologia” (M.Cortelazzo-C.Marcato, I dialetti italiani. Dizionario etimologico, Torino 1998, p. 61).
Dopo aver seguito varie vie interpretative, mi concentrai sulla pista germanica, come il suffisso –eng mi suggeriva. Si veda infatti Rohlfs, GSLISD,III par. 1100 p.420 seg.:“-engo, -ingo.
È un suffisso di origine germanica che esprime un rapporto di appartenenza. - Nell’XI e nel XII secolo questa forma appare assai spesso con funzione aggettivale : lugliengo, piem. ostenc (agostano), ticin.remenc (ramingo)”. Bisognava trovare il sostantivo col quale si lega il suffisso germanico. Ora, in longobardo e in altre antiche lingue germaniche (sassone, francone ecc.) si trova il termine balo, che significa Bosheit (malvagità, malignità, malizia, ribalderia), Verderben (guasto, corruzione, deterioramento, rovina, perdizione): v. Braune-Mitzka, Althochdeutsche Grammatik p.69, p.101, p.191. Il nostro termine deriva pertanto dal germanico, più precisamente dal longobardo baleng, che originariamente significava “malevolo, malintenzionato”. I
n un passo di C. Pavese, Arcadia (1929) [ “Tutti i racconti”, p.304]:-“ A fa ’n gir, tota? /- Côn ii balengô, no” si adatta bene il senso primitivo =con i malintenzionati, no.
Nel tedesco moderno la parola non è conservata, ma la ritroviamo nell’ inglese antico e letterario bale = evil ( W.W.Skeat, Etymological Dictionary of the English Language, Oxford 1985, p.44 ), con l’aggettivo baleful, e in islandese (böl= evil, misfortune). Shakespeare scrive nel Coriolano (i.I.161) : Agrippa - Ma su, preparate le vostre mazze e i vostri bastoni:Roma e i suoi topi sono sul punto di venire a battaglia: e una delle due parti ne avrà il danno ( But make you ready your stiff bats and clubs. Rome and your rats are at the point of battle; the one side must have bale). E nel Romeo e Giulietta (ii.3.8 ) si usa l’aggettivo baleful: Frate Lorenzo- ….. Now, ere the sun advance his burning eye / the day to cheer and night’s dank dew to dry, /I must up-fill this osier cage of ours/with baleful weeds and precious-juicéd flowers (Ora, prima che il sole si avanzi, col suo occhio fiammeggiante, a rallegrare il giorno e ad asciugare l’umida rugiada della notte,questo paniere di vimini deve essere pieno di erbacce velenose, e di fiori dal succo prezioso).
Olimpio Musso
Disegno di Laura Rossi