Prendo spunto dalla lettera pubblicata da "Il Monferrato" il 3 agosto (a firma del geom. Giovanni Spinoglio - Presidente del Consorzio Casalese Rifiuti) e dalla lettera del 24 agosto del sig. Federico Armetta per continuare, nell'interesse di tutti, il dibattito sul nuovo metodo di raccolta rifiuti che a settembre partirà dal quartiere Valentino-S.Anna e interesserà via via tutti gli abitanti della città di Casale.
Il modo di vedere le cose è oramai sempre più marcato e diverso tra la gente "normale"e chi ricopre una qualsiasi carica "istituzionale", la distanza di opinioni aumenta ancora di più se ci si confronta con qualche personaggio politico.
Non credo che sia logico continuare ad ignorare le segnalazioni per l'insufficiente informazione alla popolazione, così come non trovo logico considerare un problema di poco conto l'obbligare tutti i cittadini di Casale a tenere nei propri cortili e proprietà private 5 cassonetti per ogni numero civico, provvedere alla loro movimentazione dentro e fuori le abitazioni ad orari ben precisi, oltre al lavaggio e pulizia. Tutto questo avverrà tra l'altro con un aumento della tassa rifiuti del 10% per il 2007 e già si prevede per il 2008 un ulteriore aumento di circa il 14% che pagheremo come al solito noi tutti, utenti/clienti del Consorzio Rifiuti.
Come ha ben segnalato il sig. Armetta nella sua lettera riferita alla città di Aosta, in molte città italiane ed estere da anni esistono diversi sistemi di raccolta rifiuti differenziati, meno invasivi, più economici e semplici del "porta a porta" e che tutto sommato hanno portato a risultati soddisfacenti, sino al 50% di raccolta differenziata. Il vero problema è comunque che fare con il restante 40/50% di rifiuto che non si può riciclare e recuperare, le alternative sono per ora solo le discariche e l'incenerimento come operazione di recupero energetico. Anche in Piemonte come in Campania rischiamo però di pagare i ritardi e i disaccordi politici soprattutto causati dagli "integralismi" pseudo-ambientalisti.
(...) Ma la nostra provincia cosa ha deciso? Dove verrà costruito il termovalorizzatore che dovrà smaltire buona parte dei nostri rifiuti? Quali benefici economici in riduzione di tariffe o benefit (come a Brescia) avranno gli abitanti del nostro territorio? Quali sono le progettualità di gestione dei costi per i prossimi 5 anni? Penso che i casalesi, al di là della situazione attuale, vogliano conoscere in modo concreto se, a fronte dei sacrifici attuali, la situazione gestione rifiuti del nostro territorio possa migliorare anche economicamente nei prossimi anni, sarebbe troppo semplicistico ribaltare sui semplici abitanti del Monferrato il costo di euro 2.315.640 necessari per il noleggio,per 5 anni, di 34.695 (quasi 1 contenitore ogni 2 abitanti!) contenitori di varie volumetrie per la raccolta differenziata.
Credo che sia necessario spiegare perché si sia scelto il metodo di raccolta rifiuti più costoso, invasivo delle proprietà private e di più alto impatto per i cittadini. Non è logico perseguire solo l'obiettivo della percentuale di raccolta differenziata da ottenere a qualsiasi costo oppure di aumentare di 4-5 volte gli occupati nel settore della raccolta differenziata e dell'indotto (credo che per questo obiettivo esistano altre forme di aiuto) disinteressandosi dei problemi o delle osservazioni degli utenti.
L'organizzazione territoriale deve consentire la gestione integrata dei rifiuti secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, è inutile parlare di Carta di Ferrara, Agenda 21 ecc. se non si fanno conoscere in modo approfondito gli obiettivi, se non si giunge ad una condivisione delle forme di attuazione con la comunità, senza la partecipazione dei cittadini non si può pensare di riuscire a incidere in modo significativo sulle pratiche che interessano la riduzione a monte dei rifiuti o la raccolta differenziata.
Ancora oggi molti abitanti del Valentino e di Casale non conoscono il cambiamento che li aspetta. Non vedo manifesti sui muri che lo spiegano, non vedo depliant dettagliati distribuiti a tutte le famiglie, non vedo schede informative sui giornali, non vedo tecnici che visitano le abitazioni e informano soprattutto le persone anziane o disabili. Se si vuole partire col porta a porta a settembre dal quartiere più popoloso di Casale (11.000 abitanti) si pensa davvero che 3 serate che hanno coinvolto circa 700 persone siano sufficienti come informazione? Io credo di no... ma probabilmente non ho capito le strategie di comunicazione, sono solo non informato o un po' troppo 'distante'.