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Il nuovo ospedale di Alessandria «costerà 410 milioni» e sarà pronto «fra il 2030 e il 2031, massimo 2032»

Interviene l'assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi

 Il nuovo ospedale di Alessandria «costerà 410 milioni» e sarà pronto «fra il 2030 e il 2031, massimo 2032». Federico Riboldi, casalese, assessore regionale alla Sanità, parla chiaro durante l’incontro con gli amministratori locali, e i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria.

Smentisce timori o, peggio, l’abbandono del progetto. Anzi precisa e rilancia parlando di Cuneo e Alessandria. Nel primo caso il partenariato pubblico privato (ppp) che doveva essere la soluzione per la costruzione della nuova struttura è stato superato a causa «della lievitazione dei costi» e quindi verrà realizzato con i fondi Inail.

Ad Alessandria l'iter «è meno avanzato» e Agenas  (Agenzia nazionale per i servizi sanitari) «sta svolgendo una valutazione al termine della quale sapremo se la soluzione del partenariato è sostenibile. Qualora l’ipotesi fosse bocciata, ci sono i fondi Inail a disposizione. Ecco la differenza rispetto a prima. Le risorse esistono e siamo in grado di mantenere la programmazione. Ci diamo due / tre settimane per aggiornare il percorso in base al parere di Agenas, convocheremo un'altra conferenza per fornire tutte le indicazioni su come si muoverà la Regione, quindi tra la fine dell’anno e l’inizio del 2025 verrà avviata la procedura per la gara di progettazione». Nel caso in cui il partenariato non fosse sostenibile, interverrà l’Inail che diventa soggetto attuatore.

Riboldi getta così l’acqua sul fuoco delle polemiche politiche e l’incremento del fondo regionale, grazie a un decreto governativo, con 400 milioni in più passa da 1,65 miliardi a oltre due miliardi assicurando la copertura della spesa per la nuova struttura alessandrina.

Ma cosa è cambiato dai primi mesi dell’anno, quando l’assessore regionale alla Sanità era Luigi Icardi? Non molto. Il protocollo di intesa firmato da Regione Piemonte, Comune di Alessandria e Azienda ospedaliera universitaria ha fissato in modo preciso i contorni dell’operazione.

Il nuovo nosocomio con una dotazione di cinquecentotrentotto posti più una novantina di ‘posti tecnici’ dovrebbe occupare una superficie di 115.000 metri quadrati (originariamente erano stimati circa novantaquattromila metri quadrati) con un costo salito dagli iniziali 300 milioni a 410 milioni «coperti integralmente dai fondi Inail» come aveva sottolineato una nota della Regione diffusa dopo la firma dell’atto. Poi si affaccia il Partenariato pubblico privato. Le perplessità e le criticità emerse a Cuneo, con un iter più avanzato, hanno forse solo qualche punto in Comune con Alessandria, resta il fatto che a oggi la bocciatura ricevuta per il progetto cuneese rischia di essere replicata per il capoluogo provinciale. Però Riboldi rassicura tutti perché «i soldi ci sono».

Ma saranno necessari altri passi, come la revisione del piano regolatore per l’area individuata tra la tangenziale di Alessandria e via Moccagatta, dietro alla clinica ‘Città di Alessandria’, e la modifica della viabilità (competenze del Comune), l’acquisizione dei terreni e, non certo ultima, la nuova destinazione alla sanità territoriale (la competenza è dell’Asl) dell’attuale edificio ospedaliero. La parte monumentale verrà conservata, quella restante sarà in parte «rigenerata» (con modalità tutte da definire) e in parte demolita.


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Chiara Mainini

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