Articolo »

4-(2009) - Chiese, case coloniali, parchi, castelli, albero millenario, falesie.... - Il venerato Cristo di San Cristóbal de La Laguna - Garachico - Calatrava

Mercoledì. Il nostro gruppo di Monferratini sulla splendida Costa Luminosa al comando di Mauro Bellomo è ancora alle Canarie e dopo Lanzarote (nel cuore è rimasta la lava e all'esterno un po' di profumo di zoldo...) sbarca a Santa Cruz de Tenerife. Sul pullman la guida (un hidalgo basco, gamba lunga) fa un po' di storia. L’isola venne attaccata dai britannici nel 1797. Il 25 luglio, Orazio Nelson puntò su Santa Cruz de Tenerife, capitale dell’isola e quartier generale del Capitano Generale. Dopo una violenta battaglia, i britannici vennero respinti, Nelson perse il suo braccio destro. Il 5 settembre un altro tentativo si sbarco nella regione di Puerto Santiago venne respinto dagli abitanti della Valle di Santiago, che fecero rotolare pietre sui britannici dall’alto delle scogliere di Los Gigantes. Visitatori meno ostili arrivarono sull’isola nei secoli seguenti. Il naturalista Alexander von Humboldt ascese la vetta del Teide e notò la bellezza dell’isola. I turisti iniziarono a visitare Tenerife in grandi numeri negli anni 1890, specialmente le città settentrionali. Prima della sua ascesa al potere, Francisco Franco venne messo di stanza a Tenerife nel marzo 1936, dal governo repubblicano preoccupato della sua influenza e delle sue tendenze politiche. A Tenerife Franco organizzò il colpo di stato che avrebbe prodotto la guerra civile spagnola. Tra le piante l'Aloe vera è proprio originaria delle Canarie. Era considerata sacra dagli indigeni aborigeni (Guanci). Ha mille proprietà: il succo è usato per bere come energetico, ricostituente, contro il mal di stomaco, essendo la pianta molto curativa; infatti il gel è usato per guarire scottature e per curare dolori muscolari; è usata anche in crema per la bellezza di viso e corpo. C'è pure la marmellata che comperiamo CALATRAVA E LA PAUSINI Sul lungomare ecco subito (l'avevamo già visto dal balcone della nostra cabina, è poco oltre il porto) l'Auditorium di quel genio di Calatrava. Nel marzo 2008 le poste hanno emesso sei francobolli con le opere più emblematiche dell’architettura spagnola, tra cui era compreso l’Auditorio de Tenerife con la sua volta che sembra un'onda in arrivo (ci ricorda quando siamo sul terrazzo a mare del Living di Sanremo). Laura Pausini ha cantato in questo edificio la canzone “Yo Canto” (con l' Y greco nel comunicato) nel 2007. LA LAGUNA; SALTO COLONIALE Una parte dei Monferratini punta sull’escursione che inizia a La Laguna (o San Cristóbal de La Laguna), cittadina patrimonio Unesco con le sue caratteristiche case con patio, chiese (con interni decoratissimi e ricchi di luci, pensiamo alla bolletta Enel) e conventi, architettura coloniale, c'è chi ricorda Cuba. Era l'antica capitale dell'isola. Foto di gruppo (ogni tanto 'rompiamo' ma poi è un bel ricordo...) davanti a San Francisco, Real Santuario del Santissimo Cristo de La Laguna (vedi scheda al termine). Vi arriviamo dopo aver percorso Calle Obyspo Rey, bordata di palazzi nobili del ‘700 con imponenti facciate, fra cui La Casa de Los Capitanes. Curiosa anche la sosta ad un mercato coperto (rimpiangiamo il casalese Piccaroli…) coi prodotti locali (quanta frutta e quanto pesce). IL QUOTIDIANO Compriamo il quotidiano locale che dedica pagine al nubifragio della sera precedente (del resto non vedevano l'acqua da sei mesi). Quando ci affacciamo dal mercato alla piazza piove, smette quando tutti quelli che non l'avevano han acquistato l’ombrellino. Meno male. GARACHICO: SCOGLIERE Altra tappa annunciata da paesini bianch: il Castello di San Miguel a Garachico, sul mare. Le scogliere laviche su cui passeggiamo hanno il loro fascino. Passiamo all'interno del paese attraverso "Plaza Gonzales de La Torre" (o plaza de la Pila) dove ci sono i resti de la "Puerta de tierra" (fanno parte del porto antico), poi un piccolo giardino e, quasi a monumento, un grande torchio vinario, tra il verde e con sullo sfondo un campanile candido, altro monumento vero il busto al poeta Raphael Alberti. ICOD E IL DRAGO Poi la guida ci porta a Icod de los Vinos fino (salitone, noi le gambe le abbiamo corte) ai giardino dove l’attrazione è l’albero del Drago, un’aracena di 3000 anni di età (Darwin, ricorda la nostra disegnatrice, era venuto fin qui apposta per ammirarla). Seconda foto di gruppo sulla scalea che porta alla zona verde (peccato che al nostro "drago" non ci si possa avvicinare troppo). BOTANICA Inciso: l’albero del drago (Dracaena draco L.) è una pianta subtropicale monocotiledone, appartenente alla famiglia delle Agavaceae Per i Guanci, le popolazioni indigene delle Isole Canarie, questo albero possiede proprietà magiche. Tale credenza è in parte dovuta al fatto che quando la corteccia o le foglie vengono recise, secernono una resina che ossidandosi assume una colorazione rossastra, conosciuta come sangue di drago.Il sangue di drago era già noto agli antichi romani, che lo utilizzavano come colorante, e nel medioevo era molto ricercato da maghi ed alchimisti che gli attribuivano virtù terapeutiche. Nel XVIII secolo era utilizzato come mordente per il mogano. Pullman. Passando tra bananeti arriviamo a Puerto de la Cruz. Entriamo nel giardino botanico ricco di grandi specie esotiche, di tutto il mondo. Tanto verde e fiori e a novembre e un bel vedere. Suggestivo il laghetto delel ninfee. E alfin giunse (Spagna uguale Roma siamo oltre le 14, le 15 a Casale per via del fuso) l'ora di pranzo: ci sediamo in un grande hotel sul mare, il Tenerife Playa in av. Colon (Colombo) 12: valore aggiunto le vetrate che danno sul lago Martianez e sulle falesie a picco sulle onde (è ancora mareggiata) mentre il sole gioca con i paesini come incollati tra le gole vulcaniche, sulle falesie, che spettacolo! Ancora un po' di tempo per negozi-tour. Imbarco: la Luminosa salpa per Funchal, Madeira, 256 miglia. Si costeggia l'isola fino a punta Sabrinal poi rotta a Nord. Luigi Angelino -Approfondimenti- SANTUARIO DEL CRISTO (chiesa del Cristo, convento francescano di San Michele delle Vittorie). Indirizzo: Plaza de San Francisco (Plaza del Cristo). I francescani che giunsero sull’isola con la conquista, eressero l’antico convento di San Michele delle Vittorie nel 1506, che scomparve nel 1810 in conseguenza di un incendio dal quale gli abitanti della laguna riuscirono a salvare l’immagine del Cristo. L’immagine di stile gotico del Cristo della Laguna (seconda metà del XV secolo) e una delle effigi più venerate dagli abitanti di Tenerife, giunse sull’isola nell’anno 1520, su richiesta dal governatore Alonso Fernandez Di Lugo, al quale fu donata dai duchi di Medina Sidonia. L’immagine si porta in processione in due occasioni all’anno: una di esse corrisponde con le feste della città (14 settembre); si trasporta sopra una croce d’argento, è l’altra nella processione mattutina del Venerdì santo, sopra una semplice croce di legno . La chiesa è a una sola navata, alta e stretta, con una lunghezza e una larghezza rispettivamente di 46 m. e 7 m. Si entra da una porta situata sotto il coro superiore. L´altare presenta un frontale in argento lavorato a sbalzo con le armi dei Marchesi di Villanueva del Prado. La parete del fondo è occupata da un pregiato tempietto in argento, con una nicchia centrale sul cui sfondo di legno lavorato a sbalzo e dorato riposa la venerata Croce del Santissimo Cristo. Sopra di esso, come coronamento, risalta una piccola antica scultura policroma rappresentante San Michele delle Vittorie. Si conserva anche un´immagine dell´Addolorata appartenente allo scultore canario Rodríguez de la Oliva, una di San Francesco d´Assisi e un prezioso lascito in oreficeria. Attualmente la chiesa è un Santuario Reale ed è stata restituita alla comunità di francescani appartenente all´annesso Convento di San Michele delle Vittorie. ORIGINE In relazione alle origini del Santissimo Cristo sono state fatte numerose ipotesi. Si supponeva fosse di radice sivigliana, forse di Jorge Fernández. Il Marchese di Lozoya, invece, lo considerava di provenienza castigliana, facendolo risalire alla metà del XV secolo. Sarà il professore Joaquín Yarza chi, senza negare la sua provenienza sivigliana, lo supponeva di fattura nordica. Gli ultimi studi svolti dal professore Francisco Galante Gómez, danno come certa la sua provenienza dalle fiorenti botteghe di Anversa, essendo quindi la sua origine fiamminga-brabanzone e scolpito da Louis Van Der Vule intorno al 1514. Galante iniziò il suo lavoro dopo aver trovato delle iscrizioni situate in una delle pieghe del panno., Si afferma che, prima di arrivare sull´isola, il Santissimo Cristo era stato portato a Venezia, città che a quell´epoca godeva di un gran splendore commerciale ed economico. Dopo Venezia fu portato a Barcellona e da lì a Cadice, dove fu alloggiato temporaneamente nell´eremo della Vera Cruz di Sanlúcar de Barrameda, patronato della casa dei Duchi di Medina Sidonia. Rimane in ogni caso una delle immagini più popolari della città e quella che dà luogo alla maggiore affluenza di fedeli e pellegrini. Orario di visita: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 7:00 alle13:00 e dalle 16:00 alle 21:00. Martedì alle 10:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 21:00. Sabato e domenica dalle 7:00 alle 21:00. LAGO MARTIANEZ Progettato da César Manrique, il geniale architetto di Lanzarote , il Lago è un complesso formato da piscine di acqua di mare create nelle rocce vulcaniche. Tutto intorno c’è un lussureggiante giardino tropicale. Lago Martiánez è un grandioso esempio di come si possano creare infrastrutture turistiche per il divertimento senza distruggere la natura. FOTO. La Laguna, San Francisco, Real Santuario, interno il prezioso e venerato Cristo (in lancio). In questa pagina le scogliere laviche di Garachico; Puerto de La Cruz giardino botanico e - foto in basso- spiaggia di Puerto (dopo una mareggiata) con le falesie sullo sfondo. MEDIA CENTER . Altre 50 foto nel nostro sito sotto media center

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Enea Morotti

Enea Morotti
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!