Articolo »
Comitato Torino Finanza
Frena l’economia del Piemonte nel secondo trimestre: -0,7%
Le stime del Pil regionale
Il Comitato Torino Finanza ha diffuso diffonde in anteprima le stime del Pil regionale fatte attraverso lo strumento del Pilnow. In stallo le esportazioni verso la Germania, il settore auto e i consumi. Bene turismo e servizi. Ecco in sintesi il report.
Dopo un primo trimestre positivo (+0,7%), il Pil del Piemonte entra in terreno negativo nel secondo trimestre (-0,7%, rispetto allo stesso trimestre del 2023). La congiuntura economica è altalenante. Le cause dell’inaspettata inversione di tendenza sono tre: le esportazioni verso la Germania, il settore dell’automotive e anche certi consumi. Bene, ma insufficienti, turismo e servizi.
È la stima realizzata dal Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino attraverso lo strumento del Pilnow, che è in grado di dare indicazioni sull’andamento economico regionale, anticipando di ben 7 trimestri le statistiche ufficiali. Le variazioni trimestrali del Pil italiano sono emesse dall’Istat 30 giorni dopo la chiusura del periodo di riferimento, ma le variazioni regionali sono “solo annuali” e sono diffuse “un anno dopo”.
La tendenza del Piemonte è sotto la media nazionale (+0,9%) ed europea (+0,6%). Il dato negativo si basa sull'appiattimento delle esportazioni, che avevano concorso a un eccellente risultato nel 2023 ma adesso sono in stallo a causa della mini recessione tedesca (-0,1%, ma in questo caso i trimestri negativi sono ormai molti e non c'è segno di uscita prossima), e sulle difficoltà del settore auto. Hanno fatto segnare valori negativi anche i dati estratti dal credito al consumo e dai consumi interni dei residenti. Pesano, al riguardo, la situazione demografica, che vede un crescente invecchiamento della popolazione con riduzione dei consumatori potenziali e riduzione del carrello della spesa, e la perdita del potere di acquisto dei salari che negli ultimi 3-4 anni si è ridotto del 15/20%.
Positivi invece i segnali che vengono dal turismo (soprattutto straniero), dalla cultura e dai servizi, che da soli, però, non riescono a sostenere un aumento del Pil.
Il credito e gli investimenti risentono dei tassi di interesse. La politica monetaria è restrittiva e la domanda e offerta di prestiti si sta riducendo sia verso il settore manifatturiero sia verso le imprese del commercio e dei servizi.
Tiene invece l’occupazione che appare stazionaria. Negli ultimi due trimestri dell'anno l'economia dovrà correre per recuperare il terreno perso. La crescita acquisita rispetto alla media del 2023 è zero, mentre rispetto all'ultimo trimestre dell'anno la variazione è ancora positiva e pari a +0,4%. L'economia ha ripreso i livelli del 2019, ma dista ancora 8 miliardi dai livelli che aveva nel 2008, ormai 16 anni fa.
«La variazione percentuale negativa del trimestre giunge un po’ a sorpresa, in quanto l’andamento dei primi due mesi faceva ipotizzare un diverso andamento del Pil – commenta Vladimiro Rambaldi, presidente del Comitato Torino Finanza – non siamo ancora in recessione, per la quale occorrono due trimestri consecutivi negativi. Ci potrebbero essere condizioni favorevoli per un ritorno in terreno positivo da un allentamento della politica monetaria e da una accelerazione del PNRR, che su tutto il territorio nazionale è ancora in ritardo. A patto che non peggiori ulteriormente il panorama internazionale, con le ombre sull’economia statunitense, la guerra in Ucraina e le gravi tensioni in Medio Oriente. Anche la cifra dell'inflazione regionale (+0,6%) va letta in due modi: da una parte è migliore della media europea e consente un certo recupero di competitività, dall'altra parte indica che la domanda interna di consumi è debole”.
«I dati presentati dal Comitato Torino Finanza delineano un quadro complesso e sfidante - commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia - Il rallentamento del PIL nel secondo trimestre, dopo un primo trimestre positivo, evidenzia la fragilità del sistema produttivo di fronte a shock esterni. La dipendenza dalle esportazioni verso la Germania, unita alle difficoltà del settore automotive, ha pesato in modo significativo sull'andamento economico regionale. È fondamentale diversificare i mercati di sbocco e promuovere l'innovazione tecnologica per rendere le nostre imprese più competitive a livello internazionale. In questo scenario, le istituzioni locali e nazionali sono chiamate a collaborare per mettere in campo azioni concrete e coordinate. È necessario sostenere le imprese, promuovere la sostenibilità ambientale e sociale e investire nelle infrastrutture. Solo attraverso un approccio integrato e lungimirante potremo superare le attuali difficoltà e costruire un futuro migliore per il Piemonte».
Profili monferrini
Questa settimana su "Il Monferrato"