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Alla Piccola Casa di Pronto Soccorso

La Piccola Casa di Pronto Soccorso, una delle opere di carità più amate da tanti cittadini, sta tagliando l’invidiabile traguardo del primo secolo di vita. Si è costituita l’8 dicembre 1918, come si legge nello statuto di fondazione, per iniziativa del Consiglio particolare delle conferenze di San Vincenzo de Paoli, per dare una immediata risposta ai bisogni delle persone indigenti. Veniva inaugurata il 19 maggio dell’anno successivo, davanti alle autorità riunite nel palazzo municipale e posta sotto la presidenza dell’avv. Luigi Anfosso, originario di Racconigi e presidente del Tribunale civile e penale. Uomo di animo buono e generoso, religiosissimo, egli propose subito l’istituzione dell’Asilo diurno e notturno per i bambini (unico in Piemonte), che venne aperto con soli due letti il 15 ottobre, pochi giorni dopo la visita del vescovo di Casale, mons. Albino Pella e la benedizione dei locali, allora in affitto, da parte del parroco della chiesa dell’Addolorata, il teologo don Emilio Buzio. Era gestito da un consiglio formato dai comproprietari dello stabile acquistato solo nel giugno 1926, che si riuniva sotto la direzione del Presidente, con nomina a vita. Fino alla scomparsa, nel 1930, fu presieduto dall’avv. Luigi Anfosso, il cui ricordo è affidato alla targa commemorativa con il tondo in bronzo dello scultore Virgilio Audagna (Cannes 1903 - Torino 1995) con questa iscrizione dedicatoria: “L’avv. Luigi Anfosso / magistrato integerrimo / in questa casa / da lui voluta pei fratelli / che la sventura qui sospinge / e dove / il 13 ottobre 1930 / spirò nella carità di Cristo / l’amministrazione del pio luogo / ammirata e riverente / volle ricordato ai posteri / di bontà e di sacrifizio / ammonitore efficace”. Fu scoperta il 20 maggio 1931 alla presenza del Vescovo di Casale, mons. Albino Pella, e di numerose autorità presenti all’inaugurazione del nuovo più ampio asilo notturno dei fanciulli con 12 letti. Il programma dell’opera di beneficenza ben si riassume nelle parole che spiccano sulla lunetta della porta d’ingresso: “Charitas numquam excidit”, vale a dire “La carità non viene mai meno”. Sono tratte dal noto Inno alla Carità (o anche Inno all’Amore) contenuto nel 13° capitolo della “Prima lettera ai Corinzi” di San Paolo, che esalta la virtù teologale della carità cristiana come atteggiamento interiore.

Nata al termine del primo conflitto mondiale, la Piccola Casa di Pronto Soccorso fu chiamata a gestire il difficile dopoguerra. Fin dal primo verbale del 19 maggio 1919 si apprende che, dopo la chiusura degli ospedali militari, furono concessi alcuni letti completi per il primo asilo notturno e nel verbale successivo del 3 settembre veniva approvato l’aiuto alla famiglia di profughi Cedolini, che “ritornata dopo l’armistizio al paese d’origine fu costretta a nuovamente abbandonarlo per mancanza di casa”. Dopo l’acquisto dell’edificio venne aperto un ambulatorio medico gestito dal dottor Luigi Bertinotti e il vecchio fabbricato sottoposto ad una ristrutturazione da parte del geom. Oreste Grattarola. Lo stesso professionista aveva già firmato, nel febbraio 1921 il progetto (non realizzato) della costruenda Piccola Casa di Pronto Soccorso. Fino al 1931 il personale avventizio era coadiuvato dalle Suore dell’Intercessione, cui subentrarono, nel mese di novembre, le Suore Terziarie Francescane di Susa, alle quali venne affidata la cappella costruita nel 1936. Con il passare degli anni non sono mancati continui ammodernamenti grazie alle vigili e lungimiranti presidenze di Gaudenzio Carassero, di Mario Carzino, di Sebastiano Gaiero, fino al lungo impegno direttivo di Demetrio Bincoletto, che nel 2009 ha passato il testimone al figlio Mauro, organizzatore della giornata in ricordo del centenario della Piccola Casa di Pronto Soccorso, dagli anni Ottanta unita all’Arciconfraternita degli Angeli, eretta a Casale nel lontano 1264.


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Ilaria Saletta

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