di Pasquale Larizza, segretario SDI di Casale Monferrato
Credo sia doveroso, ancora una volta, ribadire con forza e determinazione, la responsabilità della classe politica quando interviene su argomenti delicati ed essenziali per i cittadini quali la salute.
L’ospedale rappresenta, da sempre, il luogo che accoglie il dolore, l’ansia, le preoccupazioni, la sofferenza, le pene e cerca, col massimo dell’impegno e della dedizione e nel limite del possibile, di dare risposte di sollievo, di speranza, di guarigione, di sostegno.
Compito delicato che richiede: impegno, professionalità, sensibilità, generosità!.
Sono queste le ragioni che hanno indotto, da sempre, i socialisti di Casale a schierarsi “senza se e senza ma” a difesa dell’ASL 21, convinti come siamo che il mantenimento ed il miglioramento dei servizi sanitari sia obbiettivo difficilmente raggiungibile con una ASL unica provinciale di quasi 500 mila abitanti e con quasi 200 comuni alcuni dei quali appartenenti ad altre province.
Alla luce di questa importante premessa, appare, incomprensibile inopportuna e per certi versi provocatoria, la lettere del consigliere regionale del PRC Alberto Deambrogio al Monferrato del 21 settembre c.a., nonostante fosse da sempre nota la posizione sua e del suo partito circa la decisione di un ASL unica provinciale.
Ben altro si aspettavano i cittadini casalesi ed il territorio del Monferrato dell’unico rappresentante di questo luogo nella regione Piemonte.
I fatti: del 3 agosto la giunta regionale delibera la riorganizzazione e la razionalizzazione delle attività di laboratorio, prevedendo 4 livelli: 1° laboratorio di base – 2° laboratorio di tipo “core” – 3° laboratori specialistici centralizzati – 4° laboratori tipo “HVB” e colloca il laboratorio del Santo Spirito di Casale quale laboratorio di base e la delibera spiega cosa significa e cioè: “rappresenta il modello organizzativo minimo di laboratorio.
Esegue analisi di ematogia, chimica, coagulazione, urine in numero limitato (al massimo 500 mila all’anno), con l’impiego di 3/6 tecnici coordinati da personale dirigente ed utilizzando una limitata strumentazione.
Di fronte a questa realtà, sostenere come fa Deambrogio che non è possibile parlare di declassamento ma che anzi si intravedono per i pazienti elementi di miglioramento, francamente è troppo.
Fare ironia,. poi, sulle legittime preoccupazioni espresse dalla maggior parte dei primari a riguardo, significa non avere rispetto delle ragioni altrui e mostrare una certa arroganza.
Tutto ciò rende merito ai socialisti casalesi, quando evidenziavano difficoltà ed imbarazzo a condividere il governo della nostra città con chi ha opinioni diverse sua argomenti di tale importanza.
Siamo preoccupati.
Invitiamo tutte le forze politiche e i sindaci del territorio a richiedere al consiglio regionale un pausa di riflessione prima di approvare il piano sanitario.
Auspichiamo nel contributo di chi ha lottato nella difesa dell’ASL di Casale insieme a noi.
Invitiamo il consigliere regionale Alberto Deambrogio a rendersi utile a Casale e al Monferrato per ciò che riguarda la sanità, l’unico modo possibile: il silenzio.