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• Cultura
• 21 febbraio 2012
• Casale Monferrato

Padre e figlio, generazioni di artisti monferrini a confronto in mostra al Castello. Fino a domenica 26 febbraio sarà visitabile, nella manica lunga, l’esposizione dei dipinti di Nino e Giuseppe Campese. La mostra si apre con i ritratti muliebri, omaggio al mondo femminile di Nino Campese, per poi passare ai luminosi paesaggi e ritratti del figlio Giuseppe. L’esposizione, patrocinata dall’assessorato alle manifestazioni, è stata inaugurata con un buona partecipazione di pubblico venerdì pomeriggio, alla presenza di critici, artisti, appassionati d’arte, l’assessore Augusto Pizzamiglio. A curare la raccolta di opere sono state Cristina e Grazia Campese, figlie e nipoti dei pittori, che hanno ereditato anche la passione per il restauro. ‘‘Osservando i quadri- ci dicono- si nota la differenza stilistica: nostro nonno era un uomo dell’800 che però ha tentato di uscire dagli schemi, innovare il suo stile, e per questo venne anche criticato nella nostra zona perché incompreso’’. L’opera a cui siete più legate? ‘’È la Melopea, da piccole ce l’avevamo di fronte al letto. Crescendo ci siamo accorte dell’originalità del ritratto’’. Sui Campese interviene anche la critica d’arte Giovanna Barbero Villata: ‘‘Tra le opere di padre e figlio c’è un filo conduttore, ma le differenze sono sostanziali. Nino era molto legato ai maestri dell’800, mentre Giuseppe coglieva meglio l’azione della luce. Studiando proprio la luce si scopre la sua poesia: le ombre dei paesaggi sono poche, rese quasi mai con colori scuri. È una luce che disfa le forme, annienta i colori’’. Ha ricordato Giuseppe Campese l’assessore alla cultura Giuliana Bussola: ‘’Ero sua amica, è stato un personaggio straordinario, umile e anticonvenzionale, dalla grande cultura. Aveva teorie estetiche personali e originalissime e uno stile unico, completamente suo’’. La mostra sarà visitabile fino a domenica 26, nei giorni festivi e prefestivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.