Insegne dipinte su ferro, legno o vetro accompagnate da iscrizioni con pitture e fregi rimandano all'estro e professionalità di artigiani ormai quasi scomparsi. Il pittore trovava i simboli ed i disegni più adatti, il fabbro ed il battilastra forgiavano il metallo nelle varie forme mentre falegname e minusiere intagliavano e scolpivano.
Una comunicazione che avveniva attraverso forme, colori e caratteri grazie alle capacità tecniche e creative di sconosciuti artisti che anche con l'uso di simboli ed oggetti rendevano chiaramente individuabili botteghe artgiane ed attività commerciali. Manufatti che documentano i gusti di epoche passate in cui, malgrado pochi mezzi a disposizione, si cercava di creare armonia e bellezza tra paesaggio urbano e forme di pubblicità. Una selezione di insegne storiche (dalla collezione privata di Domenico Musci e Laura Pànfani) è stata oggetto della mostra "Delle antiche insegne" presentata recentemente ad Asti in occasione della Douja D'Or. Curata da Germano Tagliasacchi, architetto, e Laura Pànfani, grafico pubblicitario e pittrice letterista con laboratorio ad Aramengo, l'espsosizione d'insegne d'epoca presentate (dal 1700 ai primi del '900) ha voluto essere un modo per ricordare queste antiche tecniche ed indirettamente un mestiere manuale interessante e, ancora attualmente, ricco di prospettive. Preparate secondo tecniche antiche di costruzione e decorazione, le insegne commerciali di un tempo e la loro originalità, hanno rivestito un ruolo preciso ed importante in ambito urbano, meritandosi di entrare nell'ottica del restauro e conservazione quali testimoni silenziosi ma efficaci di attività, botteghe e storie commerciali del passato. Ampia la varietà delle tipologie: dalle insegne in legno o su ferro a quelle dipinte su muro fino a quelle in vetro impreziosite da decori in oro e stagnole. Ci sono poi insegne a bandiera, targhe, scudi e plance frontali. Nel breve, interessante catalogo della mostra, a proposito delle insegne artistiche e loro tipologie è spiegato: "La necessità di moltiplicare lo spazio per la mostra delle merci induce i commercianti alla creazione di sovrastrutture in legno che incorniciano l'entrata del negozio, le cosiddette , in cui l'insegna è spesso dipinta su tavolato di legno in un apposito spazio nella parte alta della cornice". Per questa tipologia di elementi è presentata in catalogo un' insegna che generazioni di moncalvesi conoscono ed hanno sotto gli occhi quando percorrono la quattrocentesca contrada della "Fracchia", ora via XX Settembre. Si tratta del negozio di merceria che appartenne ai coniugi Lanfrancone di cui molti ricorderanno la gentile figura della signora Polissena e la simpatia della sempre indaffarata Piera (Bottino, ndr). Questa vecchia insegna presenta "Devanture in legno con inserite insegne in vetro retrodipinte con lavorazione a foglia d'oro". Veri e propri capolavori collocati all'esterno degli edifici, le antiche insegne nella loro incisività ed unicità racchiudono in ogni pezzo storia e fascino particolari. Esse sono testimonianze di un passato non sempre lontano, ma ancora ricco di suggestioni che meritano quindi di essere conosciute e preservate dall'abbandono, ultime superstiti di attività commerciali di cui non è rimasto altro, e spesso solo per alcuni, che la memoria.
Annnalisa Cerruti Prosio