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A Calliano Monferrato

Successo per la Sagra dell'Agnolotto d'Asino

Una kermesse ben riuscita nel segno della tradizione

Enogastronomia e musica alla Sagra di Calliano

Calliano si riconferma punto di riferimento del territorio per quanto riguarda eventi e feste. Anche la 43ma edizione della Sagra dell’Agnolotto d’Asino non ha deluso le attese e ha fatto registrare il tutto esaurito.

Tre giorni di specialità “raglianti” con il menu curato dai cuochi della Pro loco di Calliano guidata da Gabriele Orlandi e a far da sottofondo musica e serate danzanti. Oltre agli immancabili agnolotti d’asino, i tanti monferrini e turisti hanno potuto gustare i golosi salamini d’asino, oltre al molto apprezzato stufato d’asino servito con la polenta senza dimenticare i dolci e i vini del territorio. Protagonisti indiscussi delle serate però sono stati gli agnolotti a base di stufato d’asino la cui ricetta segreta nasce per caso.

È la signora Dorina una cuoca del paese che andava a cucinare a casa delle famiglie durante le feste, le comunioni, le cresime e i matrimoni, quello che oggi chiameremmo catering. Un giorno si è ritrovata con molto stratocco d’asino in più rispetto alla necessità e decise di provare a fare gli agnolotti utilizzando proprio lo stracotto d’asino come ripieno.

Ma le origini del legame tra l’asino e Calliano sono ancora più antiche e a parlarne è Francesco Dona, da sempre molto attivo nella pro loco cittadina e custode delle tradizioni callianesi: “Perché la carne d’asino ha trovato proprio qui cultori tanto entusiasti? Gli anziani del luogo narrano che alla fine dell’800 il callianese Cesare De Maria (detto ’l Cegi ‘d Marulin) ed il granese Giuseppe Galliano (detto ’l Pin dla Cavalina) si trovassero in Toscana, precisamente nella zona del monte Amiata, per acquistare asini destinati ad alcuni allevatori di St. Jean de Maurienne in Savoia. Durante il soggiorno toscano ebbero la possibilità di assaggiare la carne d’asino e, colpiti dalla bontà di quel piatto, la importarono nella nostra zona. La carne d’asino all’epoca era la meno costosa tra le carni ‘povere’ (dette in callianese ssòca).

Iniziò così la tradizione degli agnolotti e dello stufato d’asino, piatti prelibati destinati allora ad allettare anche le mense meno ricche e, oggi, capaci di soddisfare tutti i palati, senza distinzione di età, censo o ideologia, come ben dimostrano le superaffollate sagre organizzate dalla locale Pro loco. Ma facciamo un passo indietro. All’inizio del ‘900 Carolina Coggiola aprì in Calliano il ristorante ‘Leon d’Oro’ chiamato da tutti l’Aubergi d’la Carulina”.

La sua cucina era quella tipica del Monferrato ricca di tracce del passato. Il ristorante passò a una delle figlie ‘la Durina’, si chiamò ‘del Ciuchet’ e diventò famoso perché serviva la lasagna, ovvero l’agnolotto, fatto con lo stufato d’asino cotto oltre otto ore e poi tritato; il tutto condito in abbondante bagna (ovvero il sugo) derivante dalla lunga e paziente cottura. Da allora gli agnolotti sono diventati così la specialità gastronomica indiscussa di Calliano”. Prossimo appuntamento a base delle specialità “raglianti” sarà come da tradizione l’ultimo weekend di agosto che chiude simbolicamente l’estate callianese con la Sagra dello Stufato d’Asino.


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Carlotta Prete

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