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Ulivi in Monferrato: la sperimentazione dell’Istituto Luparia

L’Istituto Tecnico Agrario Vincenzo Luparia di San Martino di Rosignano ha attivato, nell’autunno 2000, un progetto denominato “Ulivi in Monferrato”, avente come finalità la ridiffusione della coltivazione dell’ulivo nel Monferrato. All’epoca la olivicoltura piemontese registrava una consistenza non superiore alle 1.500-2.000 piante, la maggior parte delle quali in coltura promiscua. Il progetto fu portato avanti per un anno dagli studenti di una classe quarta, che aveva aderito al concorso europeo “IG students” costituendo, sotto la supervisione di un docente, una impresa di consulenza rivolta alle aziende interessate ad impiantare ulivi in Piemonte. L’anno successivo il progetto fu continuato da un gruppo di docenti, e da allora è diventato un importante strumento di didattica. Il progetto, che attualmente riguarda le aree potenzialmente vocate alla olivicoltura del Piemonte, si basa su presupposti di carattere: climatico in quanto esistono le condizioni per la estensione della coltura dell’ulivo ad aree geografiche più a nord rispetto alla fascia mediterranea: agronomico, in quanto si è sviluppata la conoscenza della adattabilità di alcune varietà di olivo al freddo; paesaggistico, in quanto l’olivo può costituire un elemento di arricchimento del paesaggio. Nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2004 presso l’azienda agraria dell’Istituto Luparia e presso altre aziende pioniere sono state messe a dimora piante di olivo di varietà resistenti agli abbassamenti termici e acquistate da vivai specializzati di Pescia, in Provincia di Pistoia. Si trattava di varietà provenienti dalla Toscana o da altre regioni oleicole della fascia mediterranea. I risultati di questa sperimentazione, che in parallelo è stata effettuata da alcuni agricoltori piemontesi, in Monferrato in particolare dai Veglio di Patro di Moncalvo, sono stati eccezionali: molte varietà di olivo hanno infatti dimostrato una ottima adattabilità alle nostre condizioni pedoclimatiche e hanno permesso di ottenere oli di elevatissima qualità. Mancava però un legame forte con il nostro territorio e con la nostra cultura, e per questo i docenti del Luparia Giancarlo Durando e Ferruccio Battaglia hanno avviato, nella primavera 2004, il progetto sulla biodiversità oleicola del Monferrato. Partendo dalle testimonianze storiche, dai toponimi (Olivola, Contrada Olivetta a Conzano, Strada degli Ulivi tra Patro e Grazzano Badoglio, Cascina Oliva a Fabiano di Solonghello, e altri ancora), e soprattutto da segnalazioni provenienti un po’ da tutto il Monferrato si sono individuate nel nostro territorio alcune piante di interesse storico. Si tratta di vecchissimi alberi di ulivo di età pluricentenaria, spesso originati da ceppi di più di un metro di diametro, che possono essere considerati i testimoni della nostra storia olivicola e rappresentare una importante fonte di biodiversità. Sulle piante che hanno prodotto frutti al di sopra di una certa soglia quantitativa si è provveduto alla raccolta e molitura delle olive: gli oli sono stati analizzati dal punto di vista chimico ed organolettico, per valutarne la qualità. Per garantire una molitura tempestiva delle olive l’Istituto Luparia si è dotato, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e della Provincia di Alessandria, di un frantoio monoblocco continuo capace di lavorare fino a 80 kg di olive l’ora. Questo frantoio è stato attivato nell’autunno 2004, ed ha permesso la produzione di olio da quasi tutte le piante storiche individuate. Ogni campione di olio è stato sottoposto a diversi test chimici ed organolettici. Nel frattempo il progetto è sconfinato anche in Provincia di Asti, Torino, Cuneo e Biella, anche se l’unica Provincia che ha supportato in modo completo il lavoro è quella di Alessandria. I risultati di questa sperimentazione verranno riportati in una pubblicazione, che sarà pronta per la primavera 2009. Da martedì 30 settembre verranno presentate sulle pagine del tabloid Agrifood (allegato al nostro giornale) le schede delle piante più rappresentative del nostro territorio.

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Ramona Bruno

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