Articolo »

  • 12 febbraio 2025
  • Casale Monferrato

Biennale di fotografia

“Normale”: le fotografie di Flavio Bonetti in Sala Carmi

Domenica inaugurata in Comunità Ebraica

Inaugurazione. Da sinistra Claudia De Benedetti, Marco Porta, Emanuele Capra, Mariateresa Cerretelli e Flavio Bonetti

Si aggiunge un altro tassello al Monfest 2024/2025, con l’inaugurazione domenica mattina della mostra “Normale” del fotografo Flavio Bonetti, in Sala Carmi della Comunità Ebraica di Casale, percorso espositivo curato da Marco Porta e Daria Carmi. 

Alla presenza del sindaco Emanuele Capra e di Claudia De Benedetti, direttore del Museo di Arte e Storia Ebraica Antica di Casale, si apre questa nuova mostra  nel segno della continuità con la prima edizione della biennale, allora l’esposizione fu dedicata agli scatti di Lisetta Carmi. Una stanza per riflettere sul passato, ma anche sul presente, sull’attualità delle tragedie che ci circondano, davanti alle quali l’uomo diventa spettatore, ed ecco il primo collegamento con il tema “On Stage”, scelto da Mariateresa Cerretelli e Luciano Bobba per questo Monfest. «Un focus sulla nostra condizione di spettatori che stiamo vivendo nel nostro presente. Nel 1995, per un allestimento a Brescia, a 50 anni dalla chiusura dei campi di concentramento, ho voluto analizzare la condizione sociale del Terzo Reich dagli Anni ’30 in avanti, quello che tutti noi abbiamo definito la banalità del male. Ma se negli Anni ’90 mi stupivo per l’orrore della brutalità dei campi di sterminio, oggi siamo nella stessa condizione dal momento che veniamo bombardati ogni 5 minuti da notizie riguardanti immani tragedie, senza riuscire a evadere dalla posizione di spettatore», ci dice Bonetti. 

“Normale” è una mostra che esplora la teatralità dei mass-media e del senso comune, una ricerca, ricca di frammenti, un pensiero vivo, difficile da cogliere nella sua interezza, con confini mobili e sfuggenti, il cui oggetto principale è il senso più profondo della vita, l’uomo che mitiga e mimetizza il male assoluto, l’orrore, la disperazione, l’odio e tutta la drammaticità dell’esistere nel procedere abitudinario, nella consuetudine, nel quotidiano. 

Ma se noi andiamo ad analizzare oggettivamente questi grandi pannelli fotografici in bianco e nero, ci troviamo di fronte anche a oggettistica per bambini, omini giocattolo, animaletti… “Il grande carro”: «Sono partito dalla mercificazione del mondo e allora chiesi agli amici di darmi questi oggetti che sembrano cianfrusaglie, figure recuperate dai cassetti, io ne scelsi poi quattrocento. Tanti attori per fare dei micro colossal, in scene che sembrano palchi, vetrine o campi da calcio. La scelta di queste fotografie è anche funzionale alla tematica della Biennale: “on stage”,  grandi palcoscenici di piccoli mondi, inseriti in questo spazio di idee e di confronto come le sale della Comunità Ebraica», aggiunge il fotografo. Ma “Normale” diventa anche un film di 11 minuti con immagini in bianco e nero. 

Cosa rappresenta per lei “Normale”? «Ho sempre concepito l’aggettivo normale come qualcosa di negativo, invece noi tutti lo utilizziamo in modo consolatorio, quasi come se esistesse uno standard a cui noi dovremmo aderire, ma che in realtà non funziona». Una indifferenza silenziosa che fece male all’Europa. Ma alla fine, le cose non sono cambiate. 

“Normale” sarà visitabile ad ingresso libero fino al 4 maggio 2025 negli orari e nelle modalità di apertura del Complesso Ebraico di Casale. Informazioni su www.casalebraica.org - tel 0142 71807.


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Manuela Meni

Manuela Meni
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!