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Gli slogan vuoti degli oppositori del porta a porta

Gentile Direttore, vorrei, se possibile, continuare lo scambio di opinioni iniziato su "Il Monferrato". Vorrei partire dalla conclusione della Sua risposta, "... chi governa ha anche il dovere di fare scelte impopolari. l'importante è che queste siano davvero capaci di guardare lontano". E' verissimo, ed uno dei grossi guai del nostro Paese è proprio il fatto che i nostri politici non governano, ma seguono i sondaggi, come fossimo in un'eterna campagna elettorale. Credo invece che, nel caso della raccolta differenziata, probabilmente con qualche errore di comunicazione e con discreto ritardo, si sia guardato lontano, per risolvere un problema di grandissima importanza. Ed è anche vero che un giornale ha il compito di registrare i diversi punti di vista; ma un giornale dovrebbe avere, e sicuramente il Suo giornale ha, i mezzi culturali per informare compiutamente i suoi lettori sull'importanza dei problemi e sulle loro possibili soluzioni. Informazioni importanti per un'adesione consapevole a comitati che spesso nascono per pura speculazione politica di pochi, poiché anche la spazzatura può diventare di destra o di sinistra a seconda del contesto. Treviso, città amministrata da persone per cui non nutro alcuna simpatia, e tutta la sua provincia, hanno superato con il porta a porta, senza alcun cassonetto nelle strade, l'ottanta per cento di raccolta differenziata, risultato analogo ha raggiunto Novara, altra città governata dal centro - destra. Significa utilizzare una discarica invece di cinque, oppure utilizzare un termovalorizzatore con produzione estremamente ridotta di inquinanti. Differenziata sì, porta a porta no è invece un vuoto slogan, un alibi per non rinunciare alla pigrizia; basta aprire un cassonetto dell'umido. Si troverà di tutto, dai giornali alle bottiglie alle lattine, che rendono vano anche il civismo dei pochi che raccolgono l'umido. Provare per credere. Forse si potrà abbandonare il porta a porta tra una generazione, quando differenziare l'immondizia sarà abitudine consolidata. Enrico Bruschi Risponde il direttore de "Il Monferrato": Lo spazio che «Il Monferrato» continua a dedicare ad un argomento così poco appetitoso come quello dei rifiuti è evidentemente un riconoscimento dell'importanza dell'argomento. E il dibattito continua anche su questo numero, con voci stimolanti e discordanti, ma con contributi preziosi. Compreso il suo, caro Bruschi. Mi inquieta solo un po' quell'allusione a «mezzi culturali per informare compiutamente i lettori»: non vorrei vagheggiasse, certo inconsciamente, un modello di informazione votato alla propaganda, o comunque all'affermazione di una verità, che è l'esatto contrario della funzione dei giornali in una democrazia. E anche la cultura è innanzitutto dialogo e confronto. Se autorevoli docenti dell'Università si spaccano su una questione che potrebbe parere fuori di discussione come l'opportunità della visita del Papa all'Ateneo, come possiamo ritenere che ci sia una sola verità sulla raccolta porta a porta? Molto meglio dunque che continui dunque il dibattito, possibilmente senza integralismi. Da una parte e dall'altra. Sono convinto che sia questo il modo migliore «per informare compiutamente i lettori sull'importanza dei problemi e sulle loro possibili soluzioni». Marco Giorcelli

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