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Rosignano: un altorilievo di Carlo Fait

Era naturale far seguire a quello di Cereseto (per molti una vera scoperta artistica, ndr) il monumento ai Caduti di Rosignano, che venne inaugurato domenica 17 settembre 1922 all’ingresso del paese, nella località detta la “Punta”. Fu ideato dallo scultore Carlo Fait (Rovereto 1877 - Torino 1968), allievo di Pietro Canonica, che aveva sovrinteso all’esecuzione avvenuta nello studio torinese. Con il maestro, più anziano di soli 8 anni ma già famoso, aveva collaborato nel 1912 alla realizzazione di altorilievi con scene di guerra per il “Monumento equestre al granduca Nicola” di San Pietroburgo che fu distrutto durante la Rivoluzione Russa. Il Canonica ebbe in dono dallo zar Nicola II un cavallo trottatore Orlov, una delle razze più antiche e popolari della Russia. Ma ci sono altri intrecci più locali: Fait è sepolto al cimitero di Trino (paese natale della moglie Luigia Vanni) e a Trino, alla stazione, nel 1949 venne erettto un suo monumento in ricordo dei partigiani (intitolato La Pace). Nel maggio del 1940 a Rovereto il Monumento dell’alpino di Fait fu inaugurato in concomitanza con il trasporto della campana dei caduti. In realtà era nato come monumento commemorativo della prima guerra mondiale e destinato in origine ai caduti di Crescentino. Torniamo a Rosignano: Camillo Cappellaro ricorda che fu l’ing. Enrico Faletti, sindaco del paese della Valle Ghenza, a farsi carico di buona parte della spesa per la costruzione del monumento, ammontata a 16.000 lire. Così lo descrive il canonico Camillo Boltri nel raro volumetto pubblicato nel 1940: “In basso è scolpito, in una posa assai espressiva, il soldato reduce dalle lunghe e sanguinose battaglie, il quale, tenendo la destra scarna sulla spalla destra del suo figliolo, scalzo e macilento, gli addita e spiega il quadro magnifico che sta innanzi…. Nel mezzo spiccano le torri fumanti degli opifici industriali. Più sotto biondeggiano le messi; e nel campo l’agricoltore regola nel solco l’aratro tirato dai pacifici buoi. Al margine del cortile la buona massaia dispensa l’abbondante mangime ai mansueti agnelli; e al fanciullo attento, il padre, provato dalle durezze della guerra, con la sinistra alzata indica nello sfondo del quadro la grande figura del Crocifisso…”. Sotto l’altorilievo in bronzo con la firma dello scultore questa iscrizione commemorativa: “Rosignano ai suoi Caduti per l’onore la libertà e la grandezza d’Italia” con i 74 nomi (cui sono stati aggiunti in seguito quelli degli anni 1936-1945). Proprio sul parapetto del muricciolo della “Punta”, prima della costruzione del monumento, si sedeva il capitano Moro a raccontare il pietoso romanzo della sua vita. Un altro monumento costruito “in pietra artificiale” con le fotografie - oggi documento prezioso - di 36 Caduti sotto l’ala pietosa dell’Angelo della Risurrezione era stato eretto nel 1920 dallo scultore casalese Guido Capra su proposta del parroco don Ernesto Porrato all’entrata del cimitero, che sorge la bella chiesa di Madonna delle Grazie.

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Michele Castagnone

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