Differenziata e Consorzio rifiuti: dobbiamo premiare i Comuni virtuosi
di Andrea Zanello
Replico alla lettera di Davide Sorisio sulla raccolta differenziata. Come avevamo avuto modo di dirci di persona il sistema andrebbe rifondato. Fino a quando le società pubbliche come il Consorzio Rifiuti continueranno ad essere lottizzate? Perché è stato messo alla presidenza il sindaco di Cerrina e consigliere provinciale PdL, Aldo Visca, quando il Comune che lui rappresenta è terzultimo nella raccolta differenziata con un misero 44,17%?
Perché non dare la presidenza al sindaco di Olivola (67% di raccolta differenziata) o a quello di Mirabello, che spinge per la strategia “Rifiuti zero”?
Sarebbe un segnale forte e chiaro. Come consigliere di minoranza nel comune di Odalengo Grande e alla Comunità Collinare della Valcerrina mi sono fatto promotore di due interpellanze e una mozione sul tema. Purtroppo, però, sono cadute nel vuoto. Ho ricordato che il 30% dei rifiuti (150 kg per persona) è prevalentemente composto da rifiuti organici. Riciclare è bene, ma produrre meno rifiuti è sicuramente meglio. In molti dei Comuni che primeggiano nella raccolta differenziata viene applicato un incentivo diretto alla selezione. In pratica viene applicato il principio “più inquini più paghi”. Per contro più ricicli più risparmi. Per applicare una misura precisa di quanto il cittadino sia bravo, il comune vende (talvolta con distributori automatici) gli unici sacchetti abilitati allo smaltimento dei rifiuti non riciclabili al costo del sacchetto più il costo dei rifiuti che questo contiene. Quindi se un cittadino differenzia bene i suoi rifiuti dovrà acquistare meno sacchi. Perché non farlo anche da noi? C’è poi il problema dell’organico: in molti comuni è gestito in casa dai cittadini, che lo riciclano in proprio attraverso il compostaggio domestico. E’ del tutto inutile far muovere un camion e consumare gasolio per trasportarlo al centro di compostaggio. Ciò vale soprattutto per le aree rurali, come la nostra, dove quasi tutti dispongono di un pezzo, anche minimo, di terra. E’ uno scandalo vedere persone che abitano in campagna che, invece di trovare un angolo nascosto per il compost, consegnano gli avanzi di cucina alla raccolta meccanizzata! Dovremmo sperimentare la soppressione della raccolta dell’umido. La diffusione del compostaggio domestico permette di ridurre in modo significativo peso e volume dei rifiuti solidi urbani che devono essere trasportati e smaltiti. In numerosi comuni italiani il compostaggio viene pertanto incentivato attraverso uno sconto sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ai cittadini che lo praticano. Perché non farlo anche da noi? Per finire: riciclare è bene, ma produrre meno rifiuti è sicuramente meglio. La prevenzione dei rifiuti consiste in un insieme di politiche volte a disincentivare, penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita molto breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso. I sistemi più efficaci per la gestione dei rifiuti sono quelli basati sulla riduzione dei rifiuti e sul loro riuso (tecnicamente definito reimpiego o più comunemente noto come “vuoto a rendere”), in cui, una volta terminato l’utilizzo di un oggetto, esso non va ad aumentare la mole dei rifiuti, ma, dopo un semplice processo di pulizia, viene utilizzato nuovamente senza che i materiali di cui è composto subiscano trasformazioni. L’esempio tipico è quello delle bottiglie in vetro come contenitori di latte ed acqua, che invece di essere frantumate possono essere riempite nuovamente senza passare per costosi (soprattutto da un punto di vista ambientale) processi di trasformazione. La mancanza in molti stati di politiche di sostegno del riuso con incentivi e disincentivi, fanno sì che al giorno d’oggi la gran parte dei contenitori, delle confezioni e degli imballaggi sia invece ancora costituita da plastica e carta e non possa quindi essere riutilizzata tal quale. Modello di Paese che applica significativamente le tecniche della riduzione e del riuso è la Danimarca, in cui, grazie ad una legislazione favorevole, ben il 98% delle bottiglie in commercio è riutilizzabile, ed il 98% di esse torna indietro ai consumatori senza essere riciclato. E da noi?