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"Un inquietante fenomeno pervade il nostro territorio: l'alessandrinizzazione del Monferrato"

Da alcuni anni è in corso uno strano ed inquietante fenomeno che pervade il nostro territorio, che vorrei definire ricorrendo ad un neologismo. Spero mi scuserete se è un poco difficile da pronunciare ed intimidisce, ma rende bene l'idea del pericolo incombente: l'alessandrinizzazione del Monferrato, in particolare del casalese. Non a caso fa rima con "mitridatizzazione" ... Il fenomeno è in corso ormai da diversi anni ed ha assunto chiare ed inequivocabili connotazioni quando, un paio di anni fa, si decise di denominare un palazzo del centro storico di Alessandria di proprietà della CCIAA, con il nome di "Palazzo del Monferrato" e si costituì una Società denominata "Palazzo Monferrato Srl". Nelle intenzioni originarie volevano addirittura denominarla "Monferrato Srl", ma ne furono impediti da circostanze che sarebbe troppo lungo spiegare ... Da allora tutte le pubblicazioni che escono a scopo promozionale turistico dell'alessandrino portano scritta in copertina l'associazione "Alessandria - Monferrato" con l'evidente intento di far assimilare nel turista o anche nel semplice navigatore in Internet l'accostamento del Monferrato ad Alessandria, infatti se effettuerete una ricerca in rete noterete che ormai è dominante l'associazione di "Monferrato alessandrino", che è assolutamente ingiustificata, un vero e proprio abuso. Non intendo soffermarmi su quanto è conosciuto da tutti, cioè che storicamente Alessandria non è mai appartenuta al Monferrato (se non in seguito a brevi conquiste belliche) ed è sempre stata nemica storica del Marchesato di Monferrato e della città di Casale (che semmai è la città più rappresentativa del Monferrato nell'attuale epoca storica), e non è sul campanilismo che intendo giustificare le mie affermazioni, in quanto semmai sono un localista, che è un concetto ben diverso e più esteso, infatti mi considero "monferrino" ed in tale veste mi permetto di intervenire. Quindi Alessandria con il Monferrato non c'entra nulla, ma se ne sta praticamente impossessando. A che titolo? Per promuovere il turismo? Facendolo confluire nel centro storico di Alessandria nel Palazzo del Monferrato? Infatti, paradossalmente è li che probabilmente si dovranno recare i turisti per avere informazioni sul Monferrato ... Se veramente si voleva valorizzare il Monferrato, forse era meglio coinvolgere i monferrini e non far calare dall'alto ed imporre iniziative senza alcuna consultazione popolare ... forse perché sapevano in partenza che non avrebbero avuto l'approvazione, quantomeno dei casalesi. Scrivo queste note senza alcun piglio polemico ma semplicemente perché da originario dei luoghi che stanno subendo una sorta di appropriazione indebita, mi sento indignato e spogliato (quasi espropriato) della mia identità di monferrino. Non tendo mai a generalizzare e quindi anche in questo caso ritengo che ci siano persone, non ancora identificate ma identificabili, che abbiano responsabilità precise del fenomeno descritto, e non colpevolizzo gli alessandrini in quanto tali, che probabilmente se fossero stati consultati sarebbero stati contrari anche loro ... Se una cosa simile fosse accaduta ad esempio a scapito di Urbino, a proposito della straordinaria storia del Ducato di Montefeltro, che ha molte analogie con quella del Monferrato, se a Rimini o Riccione supponiamo avessero costituito una PALAZZO DI MONTEFELTRO Srl, secondo voi sarebbero stati a guardare passivamente? Prossimamente quando perverranno turisti nel casalese per conoscere il Monferrato, li manderemo ad Alessandria? Le agenzie locali di promozione turistica le sciogliamo e deleghiamo gli alessandrini ad occuparsene? Poi sarei curioso di sapere quali sono stati i costi di questa operazione, se vivessimo in una società più trasparente sarebbero stati resi pubblici. E per ora mi fermo qui, perché non voglio dilungarmi, ma l'argomento merita sicuramente di essere ripreso.

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Michele Castagnone

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