Alessandro Giovanni Battista Ferdinando Finazzi: un protagonista del Risorgimento
Alessandro Giovanni Battista Ferdinando ''Finazzi nacque a Villanova il 17 marzo 1825. A dodici anni entrava nella Regia Accademia Militare di Torino. A sedici veniva nominato sergente e ne usciva nel luglio del 1844; scrivendo infatti alla madre, il 13 luglio, diceva tra l’altro: “Tra pochi giorni uscirò dall’Accademia”. Veniva assegnato, nello stesso anno, al 12° reggimento fanteria Casale con il grado di sottotenente». Così scrive Giorgio Giordano nella dettagliata e ben documentata biografia “Il generale Alessandro Finazzi”, pubblicata sul n. 65 del “Bollettino Storico Vercellese” (secondo semestre 2005).
Il giovane ufficiale prese parte con il grado di luogotenente alla prima guerra d’indipendenza, poi, promosso capitano, fu ad Alghero, Nizza Marittima e Genova, dove si imbarcò con le truppe piemontesi dirette in Crimea.
“Il capitano Finazzi, con il 12° reggimento di fanteria, teneva le posizioni con il corpo di osservazione. A parte qualche ricognizione e qualche sporadico movimento le operazioni languivano. La vita era parecchio monotona, quasi vita di guarnigione, e gli alleati pensavano a fortificare i campi, a rafforzare le posizioni con trincee, tracciavano strade, si provvedevano di legname. Possiamo ricostruire la vita del capitano Finazzi - ricorda Giorgio Giordano – grazie a due piccoli taccuini che ci sono rimasti”.
Terminata la guerra, dopo un periodo di riposo in Monferrato, egli prese parte nella divisione del generale Cucchiari, sempre con il 12° fanteria, alla seconda guerra d’indipendenza, nel corso della quale morì a Montebello lo zio Tommaso Morelli di Popolo, fratello della madre Anna, “spirito sensibile e colto, amante dell’archeologia”.
L’anno dopo fu promosso maggiore nella 27ª brigata Pavia e inviato a Parma, poi nelle Marche nel quadro della lotta contro il brigantaggio.
Si distinse, in particolare, nella conquista di Civitella del Tronto, ultimo baluardo della resistenza borbonica. Tornato a Parma, venne decorato della Croce di Savoia. Dopo la terza guerra d’indipendenza, nella quale non fu coinvolto in alcun fatto d’arme, venne inviato, con il grado di colonnello, in Sicilia, dando “prova di coraggio e sangue freddo” e guadagnandosi la Commenda dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Poco dopo, in gran segreto, portò all’altare la giovane nipote Carlotta Maggiora Vergano da cui ebbe due figli: Carlo, morto in tenera età, e Anna, sposa di Efrem Ferraris.
Al comando della gloriosa Brigata Casale
Come maggior generale ebbe il comando della gloriosa brigata Casale, poi del presidio di Bergamo fino all’ingresso nella riserva, al compimento del 65° anno di età, e alla promozione, qualche anno dopo, a tenente generale.
“Ritiratosi a Villanova - conclude il Giordano - ricoprirà diverse cariche pubbliche: consigliere comunale, amministratore del Consorzio irriguo, presidente della Società Operaia e della Congregazione di carità. Nel 1883 veniva eletto sindaco. Tenne la carica fino al settembre 1885. Fu ancora sindaco dal febbraio 1892 al 1° ottobre 1892. […] Moriva a Villanova il 23 dicembre 1904”. Nel 1907 lo scultore casalese Leonardo Bistolfi realizzava, per conto della Società dei veterani di Villanova, la lapide con il ritratto in medaglione dell’eroe del Risorgimento, collocata sulla parete del palazzo comunale nella piazza centrale a lui intitolata.
Dionigi Roggero
LETTERE DALLA CRIMEA... LA 'POSTA' PER S. ANTONIO - UN CENOTAFIO DA COLLOCARE IN MUSEO
Sant’Antoni, Sant’Antuninin, femi trouvà al me ciavin.... Può essere l’incipit di questo viaggio d’autore (27 agosto 2010)a Villanova.
Primo appuntamento nella piazza centrale di Villanova sotto il monumento al gen.Finazzi (non stanno benissimo, sotto, i contenitori della diferenziata) con il geom. Giovanni Mombello, vicepresidente della società culturale Villaviva.
Andiamo subito alla vicina villa Stropeni, ci ricevono Giovannella e Anna Carlotta. C’è un po’ di agitazione Giovannella ha perso le chiavi della macchina (è appena arrivata da Genova) e ha già saggiamente fatto la sua offerta (che da buona genovese chiama “posta”) al ‘‘suo’’ Sant’Antonio. Partecipiamo anche noi, invano, alla ricerca. Sapremo il giorno dopo che, alzata la posta, le chiavi verranno ritrovate sotto l’antina parasole della stessa auto.
Lavoriamo, al fresco in giardino.
Il grande platano è stato piantato quando è nata nonna Carlotta nel 1874, ci dicono le sorelle mostrandoci un albero genealogico pubblicato da Villaviva in occasione della commemorazione nel dicembre 2004.
La famiglia Finazzi, originaria di Morano sul Po, si era trasferita a Villanova con il medico Giovanni Battista, che nel 1810 fu maire (sindaco) del paese nominato da Napoleone.
Il figlio Ardizio, anch’egli medico, sposa Anna Morelli dei Marchesi di Popolo, sorella di Tommaso, l’eroe caduto a Montebello (maggio 1859). Un inciso: pochi giorni fa, grazie alla cortesia del priore della Confraternita evasiana Carlo Lepri e del bibliotecario don Alessandro Giganti, abbiamo fotografato il pregevole monumento a lui dedicato conservato, dopo il restauro del nartece del Duomo, nelle cantine del seminario. Meriterebbe senz'altro sia per il personaggio che per l'importanza artistica una collocazione museale.
Torniamo alla genealogia ricordando che il gen. Finazzi sposò la giovane nipote Carlotta da cui ebbe Carlo e Anna coniugata con Efrem Ferraris di Tonco, consigliere di stato. La figlia di Efrem, Alessandra, sposò il famoso clinico Luigi Stropeni, di Vigevano (morto nel 1962) e padre delle nostre gentili e ospitali signore Anna Carlotta e Giovannella.
Finalmente entriamo nella grande casa. Nel salotto ecco un camino con lo stemma dei Morelli, un altro, ci dice Mombello, orna un banco antico della chiesa parrocchiale.
Per le nostre ricerche risorgimentali molti i ritratti di Alessandro Finazzi e di Tommaso Morelli di Popolo.
Un archivio ben sistemato
Visita infine molto interessante dell’archivio ordinato con cura dallo stesso Mombello, leggiamo con un po’ di emozione le lettere del generale Finazzi (si firmava ‘‘Battistino’’) dalla guerra di Crimea.
In una di queste spedita da Kamara il 17 marzo 1856 alla “carissima madre’’ afferma che quello è il vero “mese di inverno’’ in Crimea, ma ci si “consola con frequenti vin chaud, l’unico rimedio contro il freddo... Ieri arrivò fra noi La Marmora, ed essendo esso a tutti simpatico e da tutti amato fu il ben venuto -però ebbe molto a soffrire nella traversata del Mar Nero, perchè cattivissimo’’
Tra i suoi cimeli possiamo anche ammirare un pezzo della campana di Sebastopoli, preda di guerra dell’assedio vittorioso.
Poi ci trasferiamo al cimitero, alla periferia di Villanova verso Motta dei Conti per la visita alla tomba di famiglia. Prima rendiamo omaggio all’ingresso, sulla destra, ai genitori Ardizio Finazzi (1797-1870) e Anna Morelli di Popolo (1802-1881) e poi dalla parte opposta del cimitero ecco la grande edicola funeraria vetrata dove riposano il generale e i suoi discendenti. Le epigrafi sono brevi biografie, quella di Alessandro Finazzi così si conclude: “gli anni del riposo consacrò alle pubbliche amministrazioni, a l’educazione civile e del popolo a le opere di carità”.
Luigi Angelino
-PER SAPERNE DI PIU’
Tommaso Morelli di Popolo
Il capitano Tommaso Morelli di Popolo si distinse nella prima guerra d’indipendenza, combattendo valorosamente il 6 aprile a Marcaria, sul fiume Oglio, nel primo scontro con gli austriaci, poi a Sommacampagna, il 24 luglio, ottenne la medaglia d’argento e infine ebbe la menzione onorevole “per essersi distinto a Milano il 4 agosto, adoperandosi per la sua salvezza e riportandone ferita”.
Al termine della campagna del ‘49, ricostituita con Regio Decreto la Scuola Militare di Cavalleria di Pinerolo, entrò nel prestigioso Reggimento dei Cavalleggeri di Saluzzo.
Nel 1853, fu inviato a Costantinopoli per effettuare la scelta dei cavalli di razza per il Piemonte e qualche anno dopo, reduce dalla guerra di Crimea.
Al ritorno, fu inviato a Vigevano al comando dei “Cavalleggeri di Monferrato”, dove, dichiarata guerra all’Austria, fu incaricato di coprire la ritirata dalla Lomellina e di proteggere i lavori di inondazione della pianura vercellese.
Quando l’esercito alleato attaccò gli austriaci nella zona di Voghera, la cavalleria sabauda al comando del generale Maurizio Gerbaix de Sonnaz riuscì a trattenere l’esercito nemico a Montebello. E mentre le truppe francesi si difendevano nei pressi del “fosso dei Gamberi”, accorse la cavalleria piemontese al comando del tenente colonnello Tommaso Morelli di Popolo che diede nuovo vigore ai francesi, respingendo insieme a loro, il nemico. Ma i cavalleggeri piemontesi subirono gravi perdite, tra cui quella del loro comandante.
Era nato il 19 dicembre 1814 nel palazzo casalese di famiglia, in via Lanza, da Luigi dei marchesi di Ticineto e conti di Popolo e dalla gentildonna Carlotta Becchio. Sepolto nel cimitero di Casale, la città gli eresse nell’atrio della cattedrale un monumento in marmo e bronzo in cui l’eroe di Montebello è ricordato così: Felice che sentì / più della propria ferita / il grido della vittoria. L’opera era stata modellata dallo scultore torinese Carlo Marocchetti, autore, tra l’altro del monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia, più noto come Caval ëd Brons, realizzato in piazza San Carlo a Torino nel 1838, considerato, nel suo genere, la migliore produzione artistica ottocentesca.
FOTO. Con le sorelle Stropeni e il geom. Mombello; tomba Finazzi a Villanova; busto bronzeo dal cenotafio Morelli (Seminario dopo essere stato "smontato" per il restauro del DUomo)