In occasione dell’inaugurazione della galleria storico-fotografica permanente è stata allestita da Roberto Barberis nella chiesa di San Michele la mostra temporanea intitolata “I tanti Giovanni Sisto”, prendendo in prestito il titolo dell’omonimo libro curato da Giacomo Balduzzi e Patrizio Sisto.
La visita della mostra ci consente di riflettere non solo sull’imponente attività letteraria e giornalistica dell’autorevole cittadino di Mirabello, che fu anche collaboratore della terza pagina de “Il Monferrato” e per oltre un decennio direttore (1958-1970) della rivista “La Provincia di Alessandria”. Proprio su quella fortunata rivista nell’articolo intitolato Giovanni Sisto scrittore della “monferrinità” (n. 1, gennaio - febbraio 1983) Elio Gioanola così descriveva il suo primo incontro con lo scrittore monferrino: “Ho conosciuto Sisto quando avevo quattordici anni e mio padre mi aveva portato da lui, a Mirabello, per cercare consiglio sul tipo di scuola che avrei dovuto frequentare, visto che a scuola insisteva per andarci.
Erano gli anni dell’immediato dopoguerra e Sisto era noto nella zona come partigiano, mentre di mestiere faceva il professore al Liceo Classico di Alessandria: mi sembrò – a meno che non stia ora ribaltando sul lontanissimo incontro impressioni posteriori – che non avesse molto né del partigiano né del professore, ma assomigliasse invece ad un’idea che avevo in testa di ‘poeta’ (e ce l’avevo perché, in quegli anni illusi, avevo deciso che sarei stato io un ‘poeta’, e mi sembrava di sapere cosa fosse)”.
Più noto come “uomo politico”, in realtà Giovanni Sisto è uno scrittore di valore, degno di un suo posto autonomo nella letteratura contemporanea di ambito piemontese, la cui vasta e meritoria attività politico-sociale (come partigiano, amministratore, deputato, insegnante) sarebbe per Gioanola sostitutiva o almeno integrativa di qualcos’altro che faceva intuire la presenza dello scrittore. Poi, discutendo la tesi sostenuta da Bruno Galvani nel libro “Giovanni Sisto un caso letterario?” (Pietro Marietti, 1982), egli sottolinea la presenza di quella caratteristica ironia che segna stilisticamente la personalità di Sisto sia nella prassi politica sia nella creatività della scrittura.
“Monferrinità, è appunto la riserva sapienziale che Sisto si porta dentro dalle origini e che nutre a fondo la sua vocazione di scrittore, non solo nelle opere di memoria ma anche in quelle di viaggio e biografiche; è questa antica sapienza che, mio avviso, - conclude Gioanola - ha salvato l’uomo dalla deiezione nel politico puro… e ha nutrito quella tensione alla scrittura che ha finito per prendere il sopravvento… la monferrinità non è meno utopia che nostalgia, non meno speranza che memoria, ironizza sul mondo com’è nella sicurezza di un futuro che prende per modello un passato a suo modo esemplare.
E l’ironia è anche autoironia, senso dei propri limiti e limite alle proprie ambizioni di scrittore”.
Fontanavecchia, luogo della memoria in stato di abbandono
Nubi bianche in cielo azzurro ci accolgono sabato a Mirabello. L’occasione del ‘‘Viaggio’’ è la mostra su Giovanni Sisto. Ci attendono per una visita guidata Roberto Barberis che ha curato l’evento come tributo doveroso per l’importante personaggio politico di Mirabello. Con lui Gabriele Garavello, assessore alla pubblica istruzione.
All’inaugurazione presente il ministro Renato Balduzzi ‘‘era il segretario del Centro di cultura dell’Università Cattolica quando Sisto era presidente..’’, spiega Barberis. Nella chiesa bacheche con le opere di Sisto, tra cui ‘‘Fontanavecchia’’, il suo cappello d’alpino e alcune lettere, alle pareti gli articoli della rivista della provincia di Alessandria. Su nostra richiesta esce dall’archivio comunale il librone degli atti di nascita di Sisto. sProseguiamo con la visita alla chiesa di S. Sebastiano, prima parrocchiale, dal 1477, in navata laterale ritratto di don Rua. Lo lega al vicino collegio fondato da don Bosco e diretto da don Rua (edificio in attesa di altro Viaggio e restauro).
Fontanavecchia è il titolo del libro più noto di Sisto, ispirato da un luogo della memoria: imbocchiamo la strada per Giarole, passiamo a fianco di Baldesco, svolta a destra sulla strada di Valenza, rio Granetta, parcheggio, a piedi a sinistra in una stradina in discesa e arrivo a Fontanavecchia, la fonte è purtroppo da tempo abbandonata (l’assessore promette il ripristino). Il vento gioca con l’erba alta quasi 'parla'. Si sentono come ai tempi di Sisto le campane di Villabella e di Giarole.
Concludiamo il tour letterario al cimitero per un dovuto omaggio alla tomba della famiglia Sisto.