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Perchè Schimidheiny non si è mai presentato in tribunale? Perchè affermare che “allora non si sapeva”?

In questi giorni Romana Blasotti Pavesi, presidente AfeVA ha scritto alle Redazioni ATS – Berna e ATS - Lugano, sull’intervista fatta a Stephan Schimidheiny. Ecco il testo della lettera. Ho letto in questi giorni l’intervista di Stephan Schimidheiny pubblicata dal giornale di Zurigo – Nzz am Sonntag - il 20 aprile scorso e ripreso dalla vostra agenzia, con riferimento al maxi processo di Torino. Stephan Schimidheiny si dichiara sereno, di aver attraversato momenti di grande sconforto e che “allora” (l’Eternit in Italia ha cessato nel 1986) “non si sapeva che l’amianto era cancerogeno”. E per noi che negli ultimi giorni abbiamo subito altre quattro vittime d’amianto, quando finirà lo sconforto? Noi non possiamo liberarci dalla paura di ammalarci o peggio che si ammalino i nostri figli, i nostri nipoti... Perchè S. Schimidheiny non si è mai presentato in tribunale? Non ha avuto il coraggio di farsi guardare negli occhi? Perchè non risarcisce le vittime e le Istituzioni come stabilito dalle sentenze? Forse perchè ha i beni all’estero? Il processo di Appello di Torino ha elevato la pena da 16 anni in Primo grado, anche per il barone belga Louis de Cartier de Marchienne, a 18 anni di reclusione per Stephan Schimidheiny per “disastro ambientale doloso permanente”: tremila vittime, lavoratori e cittadini di Casale, Cavagnolo, Rubiera e Napoli. La gran parte sono morti da mesotelioma come mio marito che aveva lavorato alla Eternit, mentre mia sorella, mio nipote, mia cugina e per ultima mia figlia a causa dell’inquinamento ambientale del disastro Eternit. Le morti da amianto sono in crescita, solo a Casale Monferrato (35.000 abitanti) 2000 famiglie sono state colpite anche ripetutamente come la mia. Perchè affermare che “allora non si sapeva”? Le asbestosi mortali sono state riconosciute in Europa ed in America almeno dagli inizi degli anni ‘40. La cancerogenità dell’amianto è documentata in Germania prima della seconda Guerra Mondiale e riconosciuta con assoluta certezza scientifica almeno dai primi anni ‘60 sulle pubblicazioni scientifiche internazionali. Le stesse testimonianze del fratello Thomas e di Leo Mittelholzer (ultimo amministratore delegato Eternit in Italia) confermano che ne parlavano fra loro ed in “famiglia” normalmente. La condotta dolosa di Stephan Schimidheiny è enormemente documentata dai verbali, lettere e documenti sequestrati dalla Procura di Torino (R. Guariniello e collaboratori). È lo stesso S. Schimidheiny, nella riunione di Neus – Germania - con i suoi manager nel 1976, ad affermare “le malattie asbesto-correlate sono conosciute da tempo” e che occorre organizzare “una reazione difensiva dai notevoli mezzi messi in campo contro l’amianto”. A Casale, come altrove, per vent’anni siamo stati persino spiati per conto di S. Schimidheiny come risulta dalla numerosa documentazione sequestrata: fatture di pagamento, relazioni periodiche, testimonianze, ecc. Vorremmo che si sappia: chiediamo solo la verità e un po’ di giustizia. Ne abbiamo il diritto!

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Carlotta Prete

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