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Viaggio d'autore

A…. Fubine per salvare la chiesa della Trinità

Appuntamento sabato a Fubine Monferrato per una visita dell’oratorio della Santissima Trinità nel rione Mirabello della parte alta del paese mirata a promozionare il suo non facile restauro. 
Attraversiamo il centro abitato percorrendo la stretta via Pietro Longo con una prima tappa in prossimità dello Spalto e dell’antico Ponte dove un tempo correva “al Fos”, l’antico fossato posto a difesa del borgo fortificato. 
Domina la sottostante piazza Garibaldi l’elegante facciata della chiesa dell’Immacolata Concezione, come ricorda l’iscrizione latina nella lunetta sull’ingresso: “D.O.M. In honorem Beatae Mariae Virginis Immaculatae”. È ricordata dai fubinesi come la “Chiesa del Ponte” perché edificata a ridosso del ponte levatoio che dava accesso alla porta principale del comune monferrino. Lesionata dal terremoto dell’agosto 2000, dopo il restauro concluso nel 2015, l’edificio è stato trasformato in moderna sala polifunzionale per eventi e manifestazioni, denominato “Teatro dei Batù” in ricordo dei Disciplinanti che vi avevano sede. Proseguiamo nella salita fino alla piazza del municipio per parcheggiare poi nella breve via dedicata al navigatore Michele Balestriero, che sarebbe stato compagno di viaggio di Cristoforo Colombo. 
Di fronte a noi l’imponente palazzo donato dalla contessa Sofia dei Bricherasio all’Opera Pia Don Orione e sorto sulle rovine dell’antico castello per volontà del presidente del Senato di Casale Vincenzo Natta, infeudato conte di Fubine nel 1658 dal duca di Mantova e Monferrato Carlo II Gonzaga-Nevers. 
Ci attendono Silvio Garlasco del Forum Fubine Futura e l’architetto alessandrino Daniele Mandarino con una copia della Relazione illustrativa della chiesa della Trinità edificata negli anni Ottanta del Seicento. 
Oggetto dell’incontro l’oratorio individuato come bene da recuperare e trasformare in punto fisico di accesso al sito Unesco del Monferrato degli Infernot. Scelto come cantiere scuola è stato liberato dalle piante infestanti e dai materiali della copertura crollata, poi pulito e messo in sicurezza da una squadra di duecento volontari abilitati alla tutela e salvaguardia di beni culturali dell’Associazione “Proteggere Insieme” di Alba. Superata la facciata sobria ed elegante con archetti pensili sul frontone e fregi a glifi (che fanno pensare al fubinese Crescentino Caselli) ammiriamo nella parte alta delle campate un ciclo di tondi con evangelisti e santi, nel catino absidale figure di angeli dietro l’altare maggiore. 
Su un fianco quel che resta di una meridiana con lo stilo polare e la piccola sacrestia settecentesca che porta all’alto campanile dalla curiosa guglia a nido d’ape. 
Leggiamo su alcuni conci di pietra da cantone dell’abside i graffiti con date e sigle sei-settecentesche. 
Scendiamo in centro. È d’obbligo una visita alla maestosa chiesa parrocchiale dedicata all’Assunzione di Maria. 
Grazie alla disponibilità del parroco don Macaire Amekuse entriamo dall’ingresso laterale ai piedi dell’alto campanile neogotico, simbolo del borgo. Prima tappa davanti alla grande pala d’altare raffigurante l’Incoronazione della Vergine con i Santi Caterina, Chiara, Carlo Borromeo e Paolo, opera pregevole di scuola moncalvesca. 
Restaurata e collocata in controfacciata proviene dall’oratorio della Trinità sorto, come ricordava il parroco di Fubine don Emilio Buzio, “al posto di un’altra storica chiesetta, quella di S. Caterina posta a guardia di quel lato della fortezza presso l’antico fossato ora coperto”. 
Una intitolazione che potrebbe spiegare la presenza della Santa nella grande tela recentemente attribuita a Orsola Caccia scomparsa a Moncalvo nel 1676. La breve visita dei tesori conservati nella chiesa prosegue con la straordinaria Via Crucis di Paolo Gaidano, il Polittico del Santo Rosario di Ambrogio Oliva, il coro ligneo settecentesco e si conclude nel presbiterio davanti alla tomba del conte Vincenzo Natta di Baldesco e Fubine, che dal 1677 riposa ai piedi dell’altare.

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Elena Robotti

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