"Trino sarebbe stata in Lombardia (sic) pel commercio di libri ciò che Lipsia è in Lamagna [Germania, ndr]”. Così scriveva Carlo Denina nel suo “Viaggio germanico o lettere brandeburghesi” a proposito della città di Trino, famosa nel mondo per l’arte tipografica. Si è sviluppata tra la fine del Quattrocento e per tutto il Cinquecento, quando un gran numero di famiglie di tipografi e stampatori, tra cui i famosi Giolito de’ Ferrari, furono protagonisti, nell’ambito del mecenatismo di Guglielmo e Bonifacio Paleologo, della fertile stagione rinascimentale nel marchesato di Monferrato, di cui Trino era uno dei principali luoghi di residenza della corte paleologa.
Nel lontano 1897 l’avvocato Costante Sincero (Trino 1865 - Torino 1932), fin da giovane cultore di storia patria, pubblicava dai Fratelli Bocca di Torino il libro “Trino, i suoi tipografi e l’Abazia di Lucedio”, ristampato ad un secolo di distanza dal Circolo Culturale Trinese (Tipografia AGS, Trino 1998) con una dettagliata introduzione di Franco Crosio. Trasferitosi per impegni forensi nella capitale sabauda, per testimoniare il suo affetto per la città natale ormai lontana, l’avvocato trinese donava alla biblioteca civica oltre trecento volumi della sua collezione, tra cui spiccava la preziosa cinquecentina intitolata “Metodus confessionis” stampata nel 1547 a Venezia proprio da Comino Giolito Ferrari, più noto come Comin da Trino. Ma l’opera del Sincero non era il primo libro a trattare dell’arte tipografica trinese nell’ambito della storia generale della città. Del problema si era già occupato Gian Andrea Irico (Trino 1703 - 1782), arguto letterato e grande storico settecentesco, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, in una “Storia tipografica di Trino”, mai pubblicata, che si ritiene smarrita, ma già pronta come egli ricorda in una lettera del 30 agosto 1747. Di lui ci resta il “Rerum Patriae” edito a Milano nel 1745 dalla Tipografia Palatina. Nel secolo successivo viene data alle stampe la “Monografia della città di Trino” (Trino, Tipografia di Salvatore Borla 1872), scritta dal canonico Giuseppe Martino Raviola che dedica un intero capitolo all’arte tipografica. Pochi anni dopo, il 12 ottobre 1913, nell’atrio del palazzo municipale veniva inaugurata la lapide dedicata ai tipografi trinesi, con queste parole dettate dall’avv. Giuseppe Deabate, oratore delle feste commemorative: “Nei nomi dei suoi figli / che l’arte de la stampa / luce nel mondo / in patria e fuori / coltivando diffondendo onorando / diedero fama a questa terra / Trino / ricorda / la sua tradizione più fulgida / la sua gloria più duratura”.
Trino: arte tipografica
A Trino, in una conferenza stampa a palazzo municipale sotto l’austero busto di Cavour, è stata presentata una bella iniziativa “Trino e l’arte tipografica nel XVI secolo - Dal marchesato del Monferrato all’Europa al mondo”.
Dopo il saluto del Commissario prefettizio Raffaella Attianese che ha plaudito alla vivacità culturale della città, l’evento è stato illustrato da Magda Balboni, presidente dell’Associazione Culturale Le Grange (cui va il merito dell’ideazione dell’iniziativa) e Luca Brusotto, conservatore del Museo Leone di Vercelli.
Prevede una giornata di studi a Trino sabato 13 aprile al Teatro dalle 9,30 e domenica mattina 14 aprile presso il Museo Leone, cui seguirà l’inaugurazione di una mostra di volumi antichi del XV e XVI secolo. Scendendo nei particolari I relatori saranno, in ordine di intervento: Blythe Alice Raviola, Simonetta Pozzati, Antonella Chiodo, Massimiliano Caldera, Paolo Rosso, Andrea De Pasquale, Timoty Leonardi, Angela Nuovo, Giovanni Ferraris, Claudio Marazzini, Gianpaolo Fassino, Luca Brusotto e Alessandra Ruffino.
Si tratta di docenti universitari ed esperti di scienze librarie ma anche di arte, linguistica e storia, provenienti sia dall’Università del Piemonte Orientale sia da altri prestigiosi atenei nazionali, nonché dirigenti di importanti enti e associazioni o cultori di materie storiche e artistiche di provata fama.
A Trino significativa una esposizione di pannelli preparata dagli allievi del liceo artistico A. Alciati dal titolo “Dalla pietra alla mela”. Purtroppo rimane aperta solo sabato.
Sempre sabato a Trino sono organizzati quattro tour guidati: alla Sinagoga, al Museo Irico, alla chiesa di Santa Caterina e al complesso della Biblioteca
La mostra del Museo Leone sarà visitabile seguendo i consueti orari di apertura del museo, fino a domenica 2 giugno. Esposti una quarantina di antichi volumi, venti dello stesso Museo e gli altri da prestiti privati e pubblici, dalle biblioteche di Crescentino, Benevagienna e Casale, dove spicca Le imagini de i Dei de gli antichi di Vincenzo Cartari, uno dei testi di mitologia più interessanti del Cinquecento proveniente dalla Biblioteca dei Padri Somaschi dove fu consultato da Cesare Pavese al collegio Trevisio, lo scrittore vi era rifugiato sotto falso nome (il libro è stato fonte di ispirazione per I dialoghi con Leucò).
All’inaugurazione della mostra verrà presentato un catalogo curato da Luca Brusotto, Alessandra Ruffino e Riccardo Rossi.
Previste tre conferenze di approfondimento che saranno tenute da Alessandra Ruffino (“Stampa, arte, memoria: l’immagine a stampa tra Ars memorativa e arti figurative), Giorgio Tibaldeschi della Società Storica Vercellese (Gli stampatori vercellesi del XVI secolo) e dal vice direttore de La Stampa Vittorio Sabbadin.
La conferenza stampa di mercoledì è stata anche l’occasione di parlare dell’utilizzo di palazzo Paleologo (Castello) dopo il costoso recupero: vi sarà senz’altro collocata a breve la statua di Cavour che era a Leri e ora è al Leone e, si spera, con una bella mostra dei quadri dell’abbazia di Lucedio in corso di restauro a Vercelli.
FOTO. La targa che ricorda gli stampatori trinesi nell'atrio del Municipio. Video allegato della presentazione con brevi interventi di Magda Balboni e del commissario prefettizio.