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Incontro

L'attualità di pensiero di don Lorenzo Milani al Santuario di Crea

Promosso dall’Associazione Educational Forum e dalla Rete delle Alternative.

Dell’attualità di pensiero di don Lorenzo Milani negli anni ’20 del XXI secolo se n’è parlato sabato 4 novembre al Santuario di Crea, durante l’incontro-seminario dal titolo “I care. Confrontarsi con don Lorenzo Milani”, promosso dall’Associazione Educational Forum e dalla Rete delle Alternative.

Il sacro colle ha così ospitato un intenso e partecipato focus sui temi di: scuola, politica-lavoro e religione, a cura del saggista e formatore Giorgio Riolo, con le testimonianze degli ex allievi di Barbiana Francesco Gesualdi e Paolo Landi.   

"A 100 anni dalla sua nascita, don Milani continua ad essere più attuale che mai" ha esordito Riolo; "è presenza viva e vitale; è il futuro; è un catalizzatore; costringe a prendere posizione. Un vero e proprio scuotitore di coscienze. Non solamente un sacerdote, un maestro e un educatore-formatore, ma anche: pacifista, attivista sociale, sociologo, economista e antropologo. A soli 20 anni decise di abbracciare il Vangelo e il cristianesimo delle origini, prendendosi cura dell'ultimo, del povero, del contadino, dell'operaio e del senza-potere, per elevarlo e per renderlo soggetto protagonista del proprio destino. Tutto questo, fornendo gli strumenti per decidere e agire e dotandolo della Parola di Dio, della lingua e della cultura, facendolo diventare cittadino sovrano. Tra le leve principali, la scuola che praticò nel pieno significato, nel Mugello, attivando altresì la scuola serale popolare. Memorabili furono i suoi scritti, tra cui la forma-lettera e la scrittura collettiva incentrata sulle grandi questioni e condivisa coi ragazzi di Barbiana".   

Tra le Lettere più note, quella sull’obiezione di coscienza e sul pacifismo destinata ai cappellani militari (1965); poi, quella ai giudici sul senso del suo sacerdozio, sui contenuti della scuola e del suo essere maestro; infine, quella celebre indirizzata a una professoressa, quale sintesi complessiva e manifesto della scuola e della condizione generale nella società, non classista, non selettiva e non discriminatoria, bensì, fatta per rendere gli ultimi cittadini sovrani, per educare a sentirsi responsabili di tutto, per una cultura emancipatrice e non oppressiva, per rendere eguali chi attende di esserlo. Un manifesto antiautoritario. “Un capolavoro della letteratura italiana”, che risultò, e risulta tuttora, un messaggio delle periferiche e discriminate Barbiana del mondo, laddove ultimi, poveri e oppressi attendono di essere fatti eguali, cittadini sovrani, capaci di decidere nella propria vita personale e nella vita collettiva; in altre parole, attendono che si faccia politica.  

“A Barbiana si cercava di dare la possibilità ai giovani, provenienti da situazioni economicamente difficili e dal disinteresse delle scuole tradizionali, di prendere in mano la loro vita verso un nuovo destino” ha aggiunto Landi, producendo un parallelismo contemporaneo. Ad entrare nel merito del militarismo e della violenza è poi stato Gesualdi che, richiamando la lettera ai cappellani militari, ha aggiunto: “nell’osservanza della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, tutt’oggi, occorrono fermezza e coerenza nette per affrontare le tensioni che infiammano il mondo; stop alla produzione di armi, sì all’obiezione di coscienza e sì alla difesa popolare non violenta”.

Rimandato a gennaio, per problemi di salute, la conferenza-dibattito col giornalista, scrittore e saggista Mario Lancisi, arricchito dalla presentazione della sua ultima pubblicazione, fresca di stampa, dal titolo “Don Milani – vita di un profeta disubbidiente” 2023 Edizioni TS. Chiara Cane


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