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Cesare Vincobrio , anagramma di Severino Braccio - In mediacenter il pomeriggio sul poeta

"Lungo il corso degli anni è stato compiuto, per mano di singoli studiosi o semplici appassionati, un lavoro di traduzione e commento di alcune poesie, non all’interno di un progetto unitario e sistematico di ricerca, bensì nell’ottica di sottrarre all’oblio del tempo la figura di un poeta e la sua produzione letteraria». Così scrive Laura Beccaria nella tesi di laurea in Linguistica generale sull’opera “Sounett Mounfrinn” del poeta dialettale casalese Cesare Vincobrio (Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli studi del Piemonte Orientale, anno accademico 2007-2008). E poco dopo aggiunge: «Il mio intento è quello di esaminare i sonetti dal punto di vista linguistico-etnografico, dall’analisi delle espressioni idiomatiche, giungere alla scoperta di oggetti, costumi e tradizioni che sottendevano a quel tipo di fraseggiare: prendendo le mosse dal suo linguaggio poetico, cercare di giungere a una sorta di decodificazione del linguaggio comune e ottenere la comprensione di messaggi ora non più trasparenti, a causa del naufragio a cui è andato incontro un intero bagaglio di saperi e di valori connesso alla cultura contadina, a seguito della rapida evoluzione sociologica tuttora in atto». Cesare Vincobrio è l’anagramma dell’illustre avvocato casalese Severino Braccio (Casale, 1863-1937), che conseguita la laurea in Legge nel 1884, grazie alla profonda cultura giuridica, intraprende una brillante carriera come avvocato civilista e come direttore, per quarant’anni circa, della rivista giuridica “La Giurisprudenza. Il Foro Subalpino”. Sceso nell’agone politico a fianco dei liberali di sinistra, fu eletto sindaco di Casale, carica che mantenne dal settembre 1902 al gennaio 1909. Nel suo discorso di investitura , ricorda Idro Grignolio nei “Personaggi casalesi”, non mancò di precisare pubblicamente quanta era stata la sua “decisa riluttanza, dapprima, ed esitazione di poi, ad assumere questa carica, onorevole si, ma onoresa”. Fu eletto con 25 voti favorevoli, un voto (evidentemente il suo) andò all’ing. Enrico Bertana, suo parente. Al termine del mandato ebbe inizio la sua collaborazione col giornale casalese “Il Risveglio”, organo di stampa del suo schieramento politico, sul quale pubblicò con grande senso di ironia la vasta serie di “Profili cittadini” in versi. Personaggio di spicco della letteratura subalpina, appassionato di musica wagneriana, Severino Braccio è autore dei romanzi in versi “All’amica lontana” (Ferrara, 1922) e in prosa “Voce di popolo” (Milano, 1936), oltre ai più noti sonetti dialettali raccolti sotto il titolo “Sounett Mounfrinn” e “Quadrett e Tipi Mounfrinn” (Casale, 1925-1926). Furono ispirati dalla lunga chiacchierata durante un viaggio in treno da Casale a Moncalvo sull’importanza del dialetto coll’amico e collega Agostino Della Sala Spada, autore de “I proverbi monferrini, con una postilla di Vincendo Buronzo”, ripubblicati nella collana del Monferrato nel 1972. Dionigi Roggero A VILLA BRACCIO COI ELISA MAZZA CHE RTCORDA IL NONNO "SEVERINO" SCRITTORE Appuntamento con Laura Beccaria davanti al municipio, ammiriamo prima l’assessore che ha abbassato il tasso anagrafico e alzato quello della grazia nel Comune di Ozzano, poi il colonnato di casa Simonetti, l’antica, lignea, casa Bonaria, oggi Bonelli e quello che un tempo era il palazzo del podestà. Percorriamo lentamente via Trento e Trieste, lasciamo da parte via Gorizia, un tempo vicolo Ghetto ed entriamo, cane permettendo, nella villa Braccio. Ci accoglie la signora Elisa Mazza, vedova dell’avv. Barsanti scomparso nel 1971 (famiglia di origine pisana, il padre era direttore dell’agenzia casalese del Credito). La mamma di Elisa era Cesarina Braccio, figlia del poeta, sposata a Carlo Mazza, uno dei benefattori dell’ospedale (nato nella proprietà di famiglia, il castello di Baldesco). E’ con lei la figlia Stefania Barsanti, dentista, con molti interessi visto che al secondo anno di medicina si è diplomata al Viotti (nel salone ha un pianoforte a coda, sul leggio Bach), ha due figlioli Federico (Liceo Scientifico Palli) e Virginia (Liceo Classico Balbo). Passiamo ai ricordi di Elisa: “Avevo nove anni quando è morto il nonno Cesarino... Il suo era un matrimonio felice, anche se combinato, allietato da 5 figli... Nel viaggio di nozze era andato a Vienna, era una famiglia benestante”. Tra i parenti il noto grecista Giovanni Canna e l’avv. Ferdinando Negri, marito della sorella della mamma. Braccio era, ricordano ancora le nostre testimoni, un grande appassionato di musiche wagneriane. Un po’ di rimpianto: “Abitavamo fino al 1980 a Casale in palazzo Magnocavalli, oggi sede di uffici comunali, quanto spazio... Di fronte a casa Guazzo c’era lo studio dell’avv. Silvio Braccio, lontano parente. Alla casa di Ozzano si veniva nel periodo estivo” Fotografiamo sullo sfondo nella sala un quadro degli antenati, al centro una bambina con bambola (la nonna), il dipinto risale al 1848. Usciamo. Bello il giardino della casa costruita nel 1892 (e ne conserva l’atmosfera), dominato da un maestoso cedro del Libano e da un cipresso “già adulto quando il nonno Severino ha deciso di trascorrervi l'estate, perchè facilmente raggiungibile grazie alla stazione”. Prima c’era un collegio, ancor oggi sono i proprietari sono chiamati “i sgnur dal colegi”. La villa confina con il sovrastante castello dei Visconti, il ricordo va a don Peppino collegiale a Lodi con il padre della signora Elisa. Ultima annotazione: lo scrittore riposa al cimitero di Casale nella tomba di famiglia, a fianco dell’edicola funeraria dei Cavallero. Luigi Angelino -FILM. Sabato 24 aprile alle 17, a villa Braccio, si è tenuto l'incontro culturale “Ti presento Vincobrio”, in mediacenter in questo sito il filmato realizato da Marello FOTO. Nella sala della musica l'assessore Beccaria con le signore elisa e Stefania, il quadro degli antenati e la firma del poeta

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Michele Castagnone

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