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L’Unione “Terre del Tartufo” raggruppa cinque Comuni

Si chiama “Terre del Tartufo” la neonata Unione che nasce intorno alla città di Moncalvo, associando le funzioni di cinque comuni del territorio disposti su due province: Moncalvo, Grazzano Badoglio e Penango, nell’astigiano, e Castelletto Merli e Odalengo Piccolo, sul versante alessandrino. Provenienti, i primi, dall’Unione Colli DiVini e, i secondi, dalla Comunità Valcerrina, da qualche anno hanno iniziato un percorso comune gestito attraverso convenzioni e che ora sfocia nell’Unione. Una scelta rapida sulla quale i cinque consigli comunali hanno espresso parere favorevole approvando l’atto costitutivo e lo statuto. A chiudere il giro di approvazioni sono stati Castelletto Merli e proprio Moncalvo, nella serata di lunedì con il voto unanime. La sede sarà situata a Moncalvo, nel Palazzo Municipale, nei locali già adibiti, fino alla scorsa estate, a sede del Giudice di Pace e la durata dell’Unione è di dieci anni. Uno scambio di pareri fra i primi cittadini dei cinque municipi ha portato a individuare nel tartufo il simbolo dell’organismo e nella mappa del territorio composto dall’Unione il logo dell’ente. La realtà porterà ad un tavolo comune un municipio di popolazione superiore ai tremila abitanti, Moncalvo appunto, con quattro realtà ognuna delle quali con meno di mille abitanti. Per far prevalere un criterio di equità il consiglio dell’Unione sarà dunque composto da tre rappresentanti per ciascun comune (i sindaci per diritto oltre a due consiglieri dei quali uno di minoranza) mentre la Giunta sarà data dai cinque primi cittadini. Fra i servizi già convenzionati e quelli che con l’anno nuovo entreranno in “Unione”, ai singoli Comuni resteranno in gestione completamente autonoma soltanto lo stato civile, l’elettorale, l’anagrafe e le statistiche, come ha precisato il segretario Rita Aiello. Ma la neonata Unione non ha accontentato proprio tutti. La paura che questa possa “generare nuove frazioni” è stata espressa in una lettera rivolta alla cittadinanza di Penango dai rappresentanti della minoranza consiliare nella quale si legge il timore che l’Unione possa creare «un unico contenitore finanziario in cui i comuni piccoli e più virtuosi saranno costretti a contribuire per il pagamento dei debiti contratti dai comuni più grandi e spendaccioni». Allusione a Moncalvo ripetuta nel finale della lettera nella quale la minoranza consiliare di Penango dice di non voler, con i soldi dei comuni più piccoli quali Penango, «pagare i debiti contratti dagli altri comuni». Affermazioni alle quali il Comune di Moncalvo ha replicato duramente attraverso un comunicato stampa: «Insieme alla Giunta il sindaco sta valutando di dare mandato ai legali del Comune di presentare querela per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri di minoranza del Comune di Penango». «Riteniamo diffamatoria – continua il comunicato - la lettera inviata ai capifamiglia di Penango in quanto sostiene, senza documentarne le fonti di prova che il Comune di Moncalvo, sotto l’Amministrazione Fara, è di fatto subissato di debiti asserendo, con intento ritenuto diffamatorio, che i cittadini stessi di Penango verranno in futuro chiamati a ripianare». Nel frattempo anche il Comune di Calliano e i restanti Municipi che compongono la Comunità Monferrato-Valle Versa (Castell’Alfero, Portacomaro e Tonco) stanno affrontando gli sviluppi dell’associazionismo dei piccoli enti locali. Lunedì prossimo 29 dicembre, dalle 21, il Consiglio Comunale di Calliano discuterà infatti il tema del trasferimento all’Unione dei Comuni della Comunità Collinare Monferrato-Valle Versa delle ulteriori funzioni fondamentali. Sempre nel nord astigiano l’ente “Colli DiVini” è altrettanto alle prese con l’acquisizione delle funzioni dai comuni che lo compongono ossia Casorzo, Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Scurzolengo e Viarigi. Insomma il 2015 potrebbe vedere delineare nella zona una più nitida geografia dell’associazionismo fra i piccoli Comuni.

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