La "Clessidra" di Enrico Pesce commuove tre volte il Municipale
di Alberto Marello
Lo spettacolo teatrale “Come in una clessidra” è un pugno nello stomaco. Un’ora e mezza di alta tensione dove solo i più forti riescono a trattenere le lacrime. Ma è una rappresentazione necessaria, quasi indispensabile per una lotta, quella all’amianto, che sta, poco per volta, creando una grande letteratura fatta di sensibilità, grinta emotiva, passione e sete di giustizia.
“Come in una clessidra”, scritto e musicato dall’intraprendente prof. del Balbo Enrico Pesce e realizzato con l’aiuto di circa ottanta ragazzi dell’Istituto, sabato, in occasione della Giornata Mondiale in memoria delle Vittime dell’amianto, è stato portato in scena sul palco del Municipale per ben tre volte.
E per tre volte ha fatto un bagno di applausi. Lo spettacolo si è aperto con la foto e le parole dell’ultimo editoriale di Marco Giorcelli, per vent’anni direttore de “Il Monferrato”, vinto dalla fibra killer il 15 marzo scorso dopo un anno di intensa lotta.
E nell’edizione serale dello spettacolo, il pubblico si è alzato in piedi per applaudire, omaggiando così l’immensa passione di un grande protagonista della storia del nostro territorio.
“Come in un clessidra” raccontato ai casalesi è come il mare raccontato ai genovesi: qualcosa che conoscono, che hanno vissuto direttamente o indirettamente, qualcosa che ormai è entrato nella pelle.
Lo spettacolo andrebbe, dunque, esportato in quei territori dove il credo comune è: «L’amianto è un problema di Casale e del Monferrato». L’applauso più caloroso è per Pesce e il giovane cast, autori di un’opera di grande valenza sociale elogiata anche dal ministro della Salute Renato Balduzzi.