Eternit, senza fine la «strage degli innocenti». «Danno morale significa riconoscere il dolore»
di Massimiliano Francia
«Sono anche io di Casale, non so quanto vivrò io, non so quanto vivrà la mia famiglia. Non so se avremo il privilegio di non morire di amianto».
È uno dei passaggi della arringa dell’avvocato casalese Roberto Nosenzo all’udienza del processo Eternit di oggi, mercoledì. Nosenzo ha sottolineato che chi vive a Casale si trova a tu per tu con il dramma dell’amianto continuamente, e che basta uno sguardo silente per comunicare la tragedia di «esserci dentro».
«Permane il disastro, permane la strage degli innocenti, il terrore di ammalarsi, perché a Casale c’è il terrore di ammalarsi. E questo è un dato di fatto incontrovertibile se si è in buona fede…».
Un intervento connotato dalla inevitabile partecipazione umana ed emotiva ma anche dal rigore tecnico-giuridico.
Incisivo anche l’intervento dell’avvocato Esther Gatti: «Sono soprattutto i casalesi - ha detto rivolgendosi ai dfensori degli imputati – ad augurarsi che gli esperti siano in errore. Come può – ha aggiunto - un casalese accettare che il picco delle morti per mesotelioma debba ancora venire? Come può una madre accettare incertezze per il futuro dei propri figli».
Ma purtroppo i risultati delle consulenze «non solo sono scientificamente esatti, non solo sono stati pienamente acquisiti in questo processo perché nel rispetto della dialettica dibattimentale, ma è la storia a parlare, la storia che a Casale si ripete, con una lunga scia di deceduti per mesotelioma che non hanno mai lavorato all'eternit».
Sulla presenza del polverino nel territorio l’avvocato Gatti ha parlato di «bomba a orologeria non ancora esplosa sul nostro territorio» e ribadendo che quella monferrina è una «comunità in lutto» ha chiesto a nome della gente che ha patito questa indicibile ingiustizia «che venga affermato un principio umano importante che si riconduca ogni lacrima versata in ogni chiesa alla responsabilità di chi pur sapendo e pur dovendo non ha agito segnando così il destino della nostra comunità. Danno morale significa riconoscere il dolore!».
Le udienze proseguono venerdì.
Nella foto gli avvocati casalesi Esther Gatti e Roberto Nosenzo