Il più antico catasto del comune di Mombello, redatto nel 1674 e rimasto in uso per oltre un secolo, rileva la presenza di un Pretorio, con la corte ossia l’atrio nel vico della piazza, il forno e i giardini presso le mura (Pretorium, cortem sive atrium in vico platee, furnum item viridaria sub moenibus).
Si tratta dell’antico palazzo del podestà, dove si amministrava la giustizia.
Una delle poche testimonianze del passato medievale di Mombello, un comune demaniale sottoposto direttamente al marchese di Monferrato. Sorge a fianco di palazzo Tornielli, le cui origini risalgono al 1462 se dobbiamo tener fede al millesimo visibile sull’arco del portico sottostante l’edificio e trascritto nel 1877 dal celebre viaggiatore Giuseppe Niccolini. Restano ben evidenti le tracce, in elegante stile barocco, di quella che nel 1711 era la splendida dimora barocca del castellano Giovanni Giacomo Paltro, appartenente alla nobile famiglia di Ozzano che esercitava la signoria di Rosignano e Terruggia.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento la nobile residenza fu acquistata dalla famiglia Tornielli. Il palazzo fu interamente restaurato e arredato con mobili d’epoca da Vittorio Tornielli, che in quelle stanze era nato il 24 ottobre 1870.
Laureato in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Bologna, dove era stato allievo di Giosue Carducci (le cui opere facevano bella mostra nella sua fornitissima biblioteca) fu a lungo soprintendente artistico della città, studioso e appassionato d’arte, autore del volume “Architetture di otto secoli del Monferrato”, pubblicato nel 1964 dalla Banca di Casale e del Monferrato.
Firmò i progetti di costruzione del palazzo casalese della Banca d’Italia (poi Cassa di Risparmio di Torino) e seguì il restauro dei castelli di Gabiano e Pomaro. Ma il suo nome resta legato alla costruzione del castello di Cereseto, voluto dal finanziere biellese Riccardo Gualino per la moglie Cesarina Gurgo Salice.
Numerosi gli interventi nelle chiese monferrine (Cella Monte, Grazzano Badoglio, Serralunga di Crea, Moncalvo e Ticineto), oltre al restauro della Torre civica, simbolo della città, e dei palazzi Gozzani di Treville, Anna d’Alençon e Del Carretto (poi Tornielli), dove morì il 20 settembre 1963, alla veneranda età di 93 anni.
Dopo molti anni di abbandono, Palazzo Tornielli è tornato all’antico splendore, restaurato dall’attuale proprietario in ogni particolare.
Molto bello, sotto l’aspetto architettonico, l’elegante loggiato che conferisce leggerezza all’antica dimora nobiliare, aperta sul bellissimo panorama delle colline del Monferrato.
Sulle antiche mura di difesa del borgo un’ampia terrazza ospita il giardino pensile progettato dal celebre paesaggista Giuseppe Roda (Racconigi 1866 - Torino 1951) con una composizione impostata sull’asse centrale della facciata e una serie di percorsi a raggiera che delimitavano aiuole disegnate da siepi di bosso.
I tre infernot del Palazzo
Scorriamo a lato della chiesa dedicata a Santa Adelaide al Gambarello lungo la statale Casale-Torino. Subito dopo svolta destra e tra i campi appare Mombello con lo svettante campanile e le antiche mura che sorreggono palazzo Tornielli. E qui ci accolgono Carlo e Federica Morone, padre e figlia, proprietari dal 1992 dello storico edificio, restaurato e trasformato in un relais di charme dove gli ospiti si sentono a casa.
Entriamo a fianco dell’imponente palazzo del Pretorio, i proprietari sono scortati dai due cani Peggy e Ula, due femmine, che per il grande etologo Konrad Lorenz, ci dice Carlo Morone, hanno i sentimenti più simili agli uomini.
Si sale raggiungendo il grazioso cortile-giardino con al centro un pozzo ricoperto da un rosaio di fiori bianchi che stanno per sbocciare. Altra chicca un putto in pietra dagli abiti svolazzanti.
All’ingresso, accanto ad un grande cavallo di legno proveniente dalla Sassonia, ci attende anche il gatto biondo Zeus e poco dopo arriva anche Ninà, tutto nero.
Nella sala del bigliardo i ritratti dei nonni, opera del Todeschini. Una breve sosta davanti alla tela che raffigura Jean Baptiste Morone, l’antenato ugonotto fuggito da La Rochelle e rifugiatosi in Italia (nella foto).
Poi entriamo nel grande salone d’onore con il maestoso camino, altri due camini nella bella sala da pranzo e quello molto antico detto “dei cacciatori” nella accogliente cucina (un tempo collegata alla vicina chiesa), dove gustiamo un buon caffè.
Usciamo in terrazza per ammirare il panorama e la precisissima meridiana, visibile dal campanile il cui orologio era regolato dall’ora solare.
Ma la vera sorpresa sono i tre infernot, mai citati nelle guide (ed è per loro che siamo sito Unesco...). Si potranno visitare domenica 24 maggio dalle 11 alle 19 nell’ambito di Riso&Rose con degustazioni di vini autoctoni e di prodotti tipici del luogo (salumi, formaggi). Torniamo agli infernot; quello sotto l’antico palazzo del Pretorio è accessibile da una scala sulla strada, si scorre dietro la cantina con grandi botti e una musica che annuncia la galleria e le piccole nicchie con le bottiglie dei produttori di vino di Mombello. Gli altri due infernot sono sotto il palazzo Tornielli con un piccolo museo agricolo (leggiamo incisa una data: 1894) e sotto la casa del custode.
Associazione culturale
Nel mese di novembre 2014 è stata costituta l'”Associzione Culturale Palazzo Tornielli“. L’associazione ha lo scopo prevalente di favorire la diffusione della cultura storico culturale, agricola, vitivinicola, architettonica del territorio del Basso Monferrato Casalese, con particolare riguardo a tutte le forme artistiche, naturalistiche e architettoniche che contraddistinguono il territorio. Inoltre promuoverà la conoscenza della cultura del Monferrato Casalese, della letteratura e delle arti in genere, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni ed infine si propone come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile.
INFO. Palazzo Tornielli Via Roma, 79 - 15020 Mombello Monferrato (AL)
Cell: +39 3927512347
Email: fmorone@palazzotornielli.eu